Zizzi's Corner
Pistoiese, una vittoria per scacciare liti e calciomercato
Gli arancioni di Paolo Indiani hanno battuto l’Arezzo 1-0 ma in campo non sono mancati episodi che faranno discutere in questi giorni in casa Pistoiese
Ci sono tante sfaccettature da analizzare attentamente nella vittoria che apre positivamente il 2018 della Pistoiese, a partire dall’aver sfatato, dopo oltre 15 anni, il tabù amaranto tra le mura amiche. Il sofferto uno a zero regalato ai 1000 tifosi orange presenti sugli spalti, fa da viatico ad un girone discendente che, per tradizione, si presenterà ostico ed impegnativo. La squadra di Paolo Indiani ha vinto, lottando con le unghie e con i denti contro un’avversaria che alla vigilia veniva presentata in massima difficoltà, sia per il cambio societario, sia per i continui movimenti di mercato che, di fatto, rivoluzionavano il roster a disposizione dell’allenatore amaranto.
La squadra ha sofferto, specie per i primi 25 minuti, figlia di una manovra farraginosa che veniva messa in difficoltà dalla maggiore intraprendenza degli amaranto che, specie a centrocampo, dettavano legge. La Pistoiese si salvava in due occasioni grazie alla bravura del proprio portiere, quell’Andrea Zaccagno che, partita dopo partita si conferma acquisto azzeccato e dal futuro luminoso e che effettuerà il vero e proprio miracolo a d un quarto d’ora dal termine. Poi, una volta trovato il vantaggio, intorno alla mezz’ora con la perfetta incornata di Paolo Regoli, la squadra non è riuscita a chiudere l’incontro soffrendo sino al minuto 95 per condurre in porto tre punti che la pongono all’ottavo posto nella graduatoria. Sofferenza dovuta alla bravura dell’avversario o dalla incapacità di chiudere anzitempo il risultato?
Ecco, parto analizzando proprio questa “incapacità” di chiudere a doppia mandata la contesa; l’Arezzo, diciamocelo francamente, non è sembrato quella squadra in stato confusionario che veniva descritta alla vigilia, ma la Pistoiese ci ha messo del suo, in modo particolare nei secondi 45 minuti, non sfruttando adeguatamente un paio di occasioni, ripartenze (anche addirittura due contro uno n.d.r.) che con un briciolo di lucidità in più, potevano portare al raddoppio ed al sigillo del risultato finale.
La fretta, ecco il motivo che ha fatto imbestialire e non poco i supporters arancioni, specie nei concitati minuti finali. Anzichè congelare il pallone, cercando di fare girare lo stesso in una sorta di torello per far trascorrere il tempo, si cercavano azioni che finivano presto per un appoggio sbagliato e …appunto frettoloso, con la conseguenza di vedere l’Arezzo, anche se in maniera disordinata, nei pressi dell’area di rigore arancione.
E che dire del drastico cambio avvenuto nell’intervallo che ha visto rimanere negli spogliatoi Surraco e Ferrari? Indubbiamente Indiani, constatando che davanti la squadra non creava (la rete è arrivata da palla inattiva ed è stata l’unica conclusione nello specchio della porta dei primi 45 minuti), ha deciso di rivoluzionare il reparto. Per la verità anche chi è subentrato (Vrioni e Zappa n.d.r.), non è che abbia incantato tanto è che tiri nello specchio della porta aretina non si sono visti. Qualche corner, un paio di mischie in area e niente più.
Poi il primo degli episodi che hanno lasciato esterefatti gli spettatori per dinamica ed interpreti; la sostituzione di Vrioni che, sorpreso dalla decisione dell’allenatore di Certaldo, titubava ad uscire, interpretando con lo stesso Indiani una scenetta alla “non volemose bene”, ed il diverbio acceso ed animato che ha visto protagonisti dopo il triplice fischio finale un paio di giocatori arancioni che non se la sono mandata a dire. In sala stampa, stigmatizzando l’accaduto, Indiani affermava che sono fatti che accadono quando la stanchezza si impadronisce dei giocatori e le idee si annebbiano, ma che tutto si era risolto con “tarallucci e vino”.
Tutto vero, però resta impresso negli occhi quel momento, tra compagni che, anziché esultare per i tre punti, si mandavano allegramente a quel paese.
Tornando alla vittoria, che è poi il fatto inconfutabilmente più importante e determinante, parlato di Zaccagno, c’è da sottolineare il rientro alla grande di capitan Priola dopo il grave infortunio, un rientro del quale sembra aver beneficiato anche Zullo, più sicuro e deciso rispetto ad altre prestazioni e la prova, sempre precisa e puntuale di Paolo Regoli, jolly imprescindibile della squadra.
Il prossimo impegno, domenica 28 gennaio a Piacenza contro la Pro, cadrà, grazie al cielo, a pochi giorni dal termine del cosiddetto mercato di riparazione. In casa orange, assodata (vista la suacollocazione in tribuna) la cessione di Rossini, in stand bye restano altri giocatori (Ferrari, Zappa?), con altre probabili sorprese. Poi, dalla gara interna contro il Livorno, del mercato e delle varie trattative, resteranno solo le voci e le eventuali operazioni concluse. A quel punto il giudice insindacabile sarà il terreno di gioco, quel tappeto verde che dovrà vedere protagonisti ancora le maglie arancioni.