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Basket / Serie A

Acqua San Bernardo Cantù – OriOra Pistoia Basket, focus e precedenti

La OriOra Pistoia Basket va in trasferta a Cantù per conquistare due punti contro una rivale diretta per la salvezza. Le squadre si scontrano per l’undicesima volta, finora cinque vittorie per uno

13 ottobre 2013, lo storico Pianella, la bombonera di Cantù, cittadina della provincia brianzola che proprio ai suoi successi sottocanestro deve la sua fama, saluta il ritorno in serie A di Pistoia targata Giorgio Tesi Group. Lo saluta a suo modo visto che nella curva degli Eagles, campeggia da sempre la bandiera rossoblù dei cugini gemellati di Montecatini, e oltretutto Pistoia si presenta capitanata da un nemico storico del Pianella ovvero Gek Galanda simbolo dello scudetto della stella varesino. Insomma un “bentornati” al pepe.
La squadra di Pino Sacripanti è una corazzata e nonostante una buona Pistoia, che reagisce e prova a giocarsi le sue carte dopo la sfuriata iniziale di Jenkins e Ragland, il debutto è amaro.

Bei tempi quelli in cui i tifosi canturini potevano pensare a rivalità, amicizie o semplicemente a quello sport che li ha fatti divertire. La realtà nell’ex Brianza felix dei canestri è un’altra non solo perchè domenica Pistoia e Cantù si affrontano in un crocevia salvezza che potrebbe essere pesante.

Ma perchè oltre al presente, il futuro di Cantù è a rischio. La squadra allenata da Evgeny Pashutin, russo come i due predecessori, uomini di fiducia di quel Dimitry Gerasimenko che dopo poco più di un mese dall’inizio del campionato ha messo la società in vendita, viene da 8 sconfitte consecutive, di cui alcune con passivi extralarge e la netta sensazione che chi va in campo abbia altri pensieri.

SITUAZIONE. C’è chi se n’è andato (l’ex biancorosso Tavernari), chi è rimasto ma come ha detto lo stesso allenatore dopo l’ultimo ko “scende in campo pensando a se stesso e al proprio punteggio…dimenticando di essere in una squadra”. C’è chi salta gli allenamenti e si presenta quando vuole. Insomma una situazione simile a quella già descritta un annetto fa quando i problemi del magnate russo arrivato a Cantù nel 2015 in un susseguirsi di proclami e si sogni di gloria, avevano portato allo sciopero di alcuni giocatori. Una situazione che dopo esser rischiata di esplodere, in qualche modo rientrò e la squadra tecnicamente molto interessante arrivò alla semifinale di Coppa Italia e capitolò solo nel finale della stagione. Dopo la parvenza di tranquillità estiva (incrinata dagli sfoghi social di Culpepper e Chappell che lamentavano i mancati pagamenti degli stipendi della scorsa stagione), ci risiamo. La preoccupazione sembra reale, nonostante Cantù abbia superato l’ostacolo della rata Fip di dicembre, sia arrivato un nuovo sponsor (l’Acqua San Bernardo) e ci sia una cordata abruzzese per rilevare il club e portare avanti il progetto del Pianella. Il ritorno a Cucciago tuttavia ancora sembra lontano e la lontananza dallo storico impianto canturino è essa stessa simbolo di questa situazione difficile. I tifosi si sono mobilitati rilanciando il progetto Tic (Tutti insieme Cantù) ma oltre alla passione della gente, di certezze a Cantù non se ne vedono molte.

SQUADRA. Come Pistoia è una squadra quasi totalmente nuova e incentrata sul peso del quintetto americano, mentre dalla panchina arriva la grinta degli unici confermati dalla scorsa stagione ovvero Sasà Parrillo e Francesco Quaglia. Squadra meno talentuosa di quella tanto corta quanto spettacolare dell’anno scorso, ma potenzialmente interessante che ha subito ciccato l’appuntamento con la Champions League uscendo ai preliminari. Dopo esser franata all’esordio sul neutro di Pistoia contro Avellino, ha vinto tre gare consecutive (Trento, Cremona e Reggio Emilia) per poi scivolare giù. Potenzialmente esperta con il play Gaines (18 punti di media, già visto a Pesaro e Caserta) e la coppia di lunghi Mitchell (ex Trento)- Udanoh (ex Astana) che nelle prime giornate aveva infiammato il popolo canturino. La squadra che ha nella velocità e nell’interscambiabilità dei suoi giocatori, il punto di forza, viene dal ko nel derby con Varese in cui nemmeno l’aria del derby ha scosso la prestazione incolore dei brianzoli.

PRECEDENTI. Domenica le due squadre si affronteranno per 11° volta dal ritorno di Pistoia in serie A, nell’indigesto anticipo di mezzogiorno, nell’indigesto (sicuramente per il passionale tifo canturino) esilio forzato di Desio. Nell’era Pistoia Basket i precedenti parlano di perfetta parità tra le due squadre: 5 vittorie per parte, con un solo successo biancorosso a Cantù (dicembre 2014) e un solo squillo biancoblù al PalaCarrara l’anno scorso. Il sacco sul campo nemico è arrivato in stagioni in cui una squadra ha fatto “cappotto” sull’altra. Nella scorsa stagione infatti Culpepper e soci vinsero entrambe le gare con la The Flexx, mentre il 2014/ 2015 finito con i saluti di Paolo Moretti a Pistoia vide i biancorossi battere due volte Johnson Odom e compagni. Colpaccio a Cantù firmato Gilbert Brown (22 punti in 25′), bis in casa con la gara vinta al supplementare grazie al tap in di Tony Easley. Che a quel canestro ha legato il ricordo di un’esperienza non certo memorabile a Pistoia.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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