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Basket / Serie A

Il ritorno di Capitan Moore: «Pistoia Basket una famiglia»

L’ex capitano biancorosso Ronald Moore tornerà al PalaCarrara da avversario con la sua Varese: «Non mi aspettavo tutte queste difficoltà per il Pistoia Basket»

La foto col suo abbraccio virtuale dal campo ad una Curva Pistoia in festa, cartolina del traguardo dei 1000 punti segnati nella serie A italiana con gli scacchi biancorossi addosso, è fissata sul suo profilo Twitter come si fa con le cose da ricordare. E di dimenticare Pistoia, “la mia famiglia per tre anni” Ron Moore non ne ha nessuna intenzione nonostante domenica vi tornerà per la prima volta da avversario e sarò spietato come spietata lo è la sua Varese. Una squadra che si sta facendo largo tra le presunte anti Milano, senza i fronzoli e i lustrini ma con la concretezza delle squadre dell’ “Artiglio” del basket italiano. Passare da cardine del basket libero e divertente del Diablo Esposito a direttore d’orchestra del solido sistema Caja, è la sfida che l’ex capitano biancorosso sta vincendo con la sua esperienza e quella leadership che Pistoia conosce bene.

Il suo ritorno in via Fermi, dove è stato l’affidabile metronomo di tre anni passati dalle montagne russe iniziali alla via crucis dell’ultima stagione, sembra scritto apposta per acuire i travagli ben più grossi del presente pistoiese. La sfida tra i primi due capitani americani della storia del Pistoia Basket. Moore e Dom Johnson, mette in contrasto la solidità e il legame che il play di Philadelphia ha saputo stringere con la piazza toscana e la mancata leadership di quello che rischia davvero di essere un capitano a tempo determinato. Dom Johnson, come dicono anche da Varese (fonte La Prealpina) dove nel dicembre 2016 è arrivato nella stagione di avvicendamento tra Moretti e Caja), ha le valigie in mano e potrebbe davvero essere ai saluti. Aumentando i grattacapi che certo in via Fermi non mancano.

SORRISI E CANESTRI. Il sorriso rassicurante di Ronnie Moore per tre stagioni è stato perfetta bilancia dell’esplosività di quel Vincenzo Esposito, per cui ha fatto l’allenatore in campo. Aiutando il Diablo a raggiungere risultati incredibili per una piazza dal budget di Pistoia, a raddrizzare situazioni pericolose e lanciare volti nuovi come Alex Kirk con cui nella prima stagione ha formato un asse semplicemente da sogno. O come Gianluca Della Rosa che ha esordito come suo vice l’anno scorso nella massima emergenza. “Con Gianluca parlo spesso- ci dice da Varese- lo incoraggio a lavorare duro e a credere in sé stesso”.

Sull’Oriora fanalino di coda, aggiunge: “Non mi aspettavo i problemi di Pistoia, spero che le cose migliorino. Pistoia è stata la mia famiglia per tre anni, amo i tifosi e la società”.

Play vecchia maniera, costruttore di gioco che sa prendersi le sue responsabilità. Questo è Ron Moore in campo. Ma, nelle tre stagioni a Pistoia, l’ex capitano si è fatto conoscere anche sotto la lente di un grande impegno sociale. Tra il camp estivo per i bambini insieme al fratello nella sua Philadelphia al canestro più importante, quello contro il razzismo.

“E’ giusto che gli sportivi che hanno un grande seguito- ci disse nell’estate 2017, quella in cui diventò il primo capitano americano del Pistoia Basket ma anche quella del gran rifiuto di Steve Curry di presenziare al ricevimento per i campioni Nba di Golden State alla Casa Bianca da Trump- alzino la voce contro le ineguaglianze sociali e il razzismo. Che non è tornato ad essere un problema dell’America, non è mai andato via. Penso che lo sport, come la musica, che arrivano a tanta gente, abbiano una grande responsabilità e trovo giusto che si adoperino come possono per cambiare le cose. E’ questo l’unico modo per uscirne”.

Domenica sarà avversario. Arriva con una squadra in salute, che fa sognare i tifosi di una piazza storica con cui Pistoia non è certo in “buoni rapporti”. Avversario che non farà sconti, nonostante per lui e per Pistoia ritrovarsi sarà un’emozione. “La mia esperienza a Varese? Sto molto bene- continua- abbiamo una grande squadra, lavoriamo duro e giochiamo insieme. Esposito e Caja? Sono due allenatori molto diversi. Caja ha un sistema di gioco molto specifico, il sistema di Esposito ti dà un po’ più di libertà di decidere cosa fare ma sono entrambi ottimi allenatori”.

SCENARI BIANCOROSSI. Da una parte le 97 presenze a Pistoia di Moore, il più longevo finora nel “dream team” degli americani pistoiesi” , dall’altra Dom Johnson. Che rischia, se davvero se ne andrà il 13 gennaio, di essere il capitano più passeggero nella storia dei canestri nostrani.

Aprendo la strada ad una nuova rivoluzione in via Fermi che, nonostante le casse povere, si trova a pensare ad un futuro prossimo (e decisivo calendario alla mano con la gara contro Pesaro ad aprire il girone di ritorno) con una nuova guardia da inserire e forse un gettonaro per tutelarsi dall’incognita legata all’infortunio di Gladness. Che Pistoia abbia bisogno di una scossa appare evidente ma che la partenza di Dom Johnson, capitano scelto dalla squadra, possa esserlo non sembra così scontato.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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