L'Editoriale
Caro PalaCarrara, ma perché non ti riempi più?
Nemmeno contro Milano il PalaCarrara registra il tutto esaurito: in Serie A 2017/18 una novità mai vista finora in casa Pistoia Basket
Oramai dalle parti di Pistoia la parola “Sold Out” la puoi sentire solo se ascolti The Giornalisti, uno dei gruppi emergenti nella musica leggera italiana. Ma stavolta, purtroppo, la musica che suona in via Fermi non è delle migliori. Un assolo che non può piacere né al botteghino, né alla società e di conseguenza anche chi mastica pane e basket tutti i giorni.
Il problema è semplice: un pizzico di “assuefazione” da Serie A si sta iniziando a vedere al PalaCarrara e, di conseguenza, appare anche minore la spinta in arrivo dagli spalti. Se, poi, ci mettiamo di mezzo una squadra che, al momento, non emoziona, non entusiasma e che soprattutto ha subito tanti (troppi? si, ma quasi tutti necessari per una serie di errori che analizzeremo nei prossimi giorni) cambiamenti il gioco è fatto, ahinoi.
PIENO SI, MA NON PIENISSIMO Così capita di leggere che per Pistoia-Milano, che la si può paragonare ad un Crotone-Juventus piuttosto che uno Spal-Milan nella Serie A di calcio, il dato ufficiale degli spettatori presenti è il seguente: 3.450. Per carità, si tratta di numeri di spessore per una realtà di provincia come quella di Pistoia (Capo D’Orlando in primis) però se nemmeno per la partita di maggior richiamo della stagione (di lunedì sera – come già successo in passato – e con la diretta Eurosport) in una stagione che, al momento, non lascia spiragli che possa terminare con l’appendice dei playoff perché c’è da salvarsi soffrendo il meno possibile, ma se non si arriva al “tutto esaurito” allora è bene iniziarsi a porsi delle domande. Che vi mettiamo, in ordine sparso, qui di seguito.
Tutta colpa dei risultati? La risposta è si, ma non al 100%. Ok, l’abbiamo detto: è una squadra, la The Flexx 2017/18, che non entusiasma e non trasmette grinta in campo. Però siamo sempre in Serie A, al massimo livello e questo patrimonio va difeso. In tutti i modi: prima tutti se ne rendono conto e meglio è. Non c’è da stare a sentire i proclami dell’estate scorsa: ognuno, a bocce ferme, si prenderà le sue responsabilità. Intanto c’è da scendere in trincea, mettersi l’elmetto in testa e fare tutti del proprio meglio, senza però turarsi il naso ma dire apertamente quel che va e non va.
Tutta colpa di Eurosport e dei turni-spezzatino? Può essere, ma solo in parte. Due numeri: gara-3 e gara-4 dei quarti di finale playoff 2016/17 contro l’Umana Venezia hanno fatto registrare rispettivamente 3200 e 3400 spettatori con un discreto numero anche di veneziani. Lì Eurosport non c’era ma si trattava di due partite ravvicinate. C’è da fare i conti con vari fattori: 1) viviamo in una città, come l’abbiamo definita noi di Pistoia Sport, che guarda assuefatta tutto quel che succede ed è indifferente (anche per cose ben più importanti dello sport); 2) non è per tutti i portafogli sostenere ogni 15 giorni, o anche meno, cifre importanti per passare un paio d’ore a divertirsi; 3) l’abbonamento a Eurosport è sicuramente conveniente perché la cifra da stanziare per un anno intero basta, al contrario, al massimo per una partita vista dal vivo (ma con emozioni ben differenti).
Chi è appassionato al palazzetto ci viene, c’è poi una buona fetta definita “occasionale” che si presenta saltuariamente e chi lo fa solo per i maggiori eventi. Ma è un qualcosa che succede ovunque e non si chiama “moda”, si chiama vita quotidiana.
Cosa fare per il futuro? Noi la nostra idea la lanciamo: domenica 21 gennaio alle 14.30 ci sarà Pistoiese-Arezzo, sfida decisiva per i playoff di Serie C, ed alle 20.45 The Flexx-Betaland Capo d’Orlando, match fondamentale per la salvezza in Serie A. Us Pistoiese e Pistoia Basket: mettetevi d’accordo, trovate una formula per dare la possibilità, con un biglietto unico, di assistere ai due match in Curva. A 20€, o 25€ (insomma decidete voi) ma “fidanzatevi” per l’occasione, fate capire alla città che questi treni passano poche volte e che vanno presi sennò poi si rischia di rimanere a piedi e poi ci si lecca le ferite e si piange il morto che passa dal fiume.
Il girone di ritorno per la The Flexx sarà durissimo con trasferte che sembrano improbe guardando la classifica al momento (Avellino, Milano, Cantù, Trento, Torino) e che potrebbe già far cambiare rotta da qui e fine mese dopo gli scontri diretti con Capo d’Orlando e Brindisi.
“Vorrei morire brillo mentre canto questa canzone, correndo a duemila come un coglione” finisce così la canzone in questione. Tutti quanti vorremmo vedere correre i giocatori biancorossi a duemila, non necessariamente come dei coglioni ma basta come dei giocatore qualsiasi, e magari buttare dentro il cesto finalmente il pallone e le loro paure che quotidianamente li affliggono. Che, abbiamo capito, sono davvero tante.