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L'Editoriale

Esiste un caso Dominique&Kerron Johnson?

Il “pensiero del lunedì” di Pistoia Sport è incentrato sui due Johnson, il play Kerron (play) e la guardia Dominique, in un’analisi che parte da ciò che hanno fatto sin qui e si proietta sul futuro più prossimo del Pistoia Basket

Cominciamo dall’inizio e rispondiamo subito alla domanda. Esiste un caso Dominique&Kerron Johnson? Sì, esiste. Per motivi diversi la guardia e il play titolare del Pistoia Basket sono i due giocatori chiave per il proseguo della stagione, in campo e fuori, e nella stanza dei bottoni ne staranno discutendo. L’obiettivo? Non farsi trovare impreparati.

L’ EGOISTA KERRON

La tribù di cui Kerron Johnson è il capo – come indicato in tempi non sospetti da coach Ramagli – ha una ben precisa gerarchia piramidale di cui l’ex Ludwisburg occupa il vertice. Purtroppo, però, il play biancorosso ha un’unica dimensione: è un incursore. È molto bravo a penetrare e a tagliare la difesa avversaria, sia schierata che durante la transizione, ma non riesce a far girare la OriOra. Non accende i compagni, non tira da lontano, non sempre scarica in maniera efficace quando lo chiudono sotto canestro. Un individualista che ha fatto godere la piazza – e non poco – nelle vittorie contro Reggio Emilia e Brescia, il cui bottino personale ha mascherato il fatto che anche lui potesse essere un “problema”. Oltre allo scarso rendimento iniziale di DJ, oltre alla leggerezza sotto le plance.

Primo realizzatore della OriOra, il 13esimo del campionato, decimo per falli subiti. Per fortuna, dato che i liberi li tira bene ma quando non accade le palle perse sono molte (è primo in questa statistica, difficile da decantare solo con i numeri). Lasciando da parte le cifre, a voler essere cattivi, si potrebbe dire che la prima vittoria stagione è arrivata a Sassari proprio quando KJ era infortunato. Un caso? Può darsi di sì ma i proclami social di alcuni giocatori, nemmeno troppo velati, che inneggiavano al gioco e all’unità di squadra hanno aiutato a pensar male. Un aspetto sottolineato durante le conferenze stampa e confermato da alcuni comportamenti in campo che non poteva che indurre a una domanda: La squadra è soddisfatta del proprio playmaker?

A voler essere meno cattivi – e più lucidi visto che il break di 16-0 realizzato dalle riserve nel finale della sfida contro Bologna è ancora in testa – non si può negare che con il play USA in panchina Pistoia ha giocato una pallacanestro più fluida, più di “squadra” per ritornare a quanto detto sopra. Non solo nel finale, anche in altri passaggi dell’ultima partita (davvero negativa per lui) e più in generale della stagione. Non per questo è una pallacanestro più efficace, non per questo è una OriOra più forte ma di sicuro è un coro che canta all’unisono e valorizza più voci. Quella dell’altro Johnson ad esempio.

Traendo le somme, la personale pagella di Kerron – che Ramagli non ha voluto svelare in conferenza stampa – non può che essere insufficiente. Grave? No, ma se il suo incaponirsi sotto canestro negli ultimi secondi del match di Reggio e poi in casa contro Brescia avesse portato a due sconfitte adesso non ne discuteremo in toni pacati.

CON O SENZA DOMINIQUE?

Il match del PalaCarrara contro le VuNere è stato l’unico in cui DJ non è andato in doppia cifra per punti segnati. Un dato che non deve ingannare perché spesso il capitano biancorosso ha segnato a gara già chiusa “drogando” di fatto le stats.

Per trovare conferma alle nostre tesi è sufficiente rimanere sintonizzati sulla vittoria in casa di coach Enzino Esposito: in quell’occasione Dominique Johnson ha segnato ben 32 punti, suo personale record in Serie A. È stata la sua prima partita da Capitano, inteso come colui che si trascina sulle spalle il gruppo e questa assunzione di responsabilità è anche dovuta al fatto che mancasse l’omonimo Kerron. Ramagli ha tolto le chiavi a Bolpin e ha affidato la macchina pistoiese a DJ, che alla fine è riuscito a guidarla alla vittoria. È soltanto un esempio e l’obiezione è di nuovo lecita: è un caso? Beh, dopo dieci giornate appare chiaro che i due attori principali della OriOra non siano ancora ben sintonizzati sul palcoscenico e quello che ne esce è un duo che non valorizza né l’uno né l’altro.

Si da il caso che il contratto dell’ex Venezia e Varese sia piuttosto “leggero”, nel senso che arriva alla fine del girone di andata e poi potrebbe anche fermarsi. Le strade a quel punto saranno quattro: o DJ rimane o vuole andare via o qualche squadra lo cerca e lui accetta o Pistoia decide di ripiegare su un altro tipo di giocatore. Una cosa che non tutti sanno è che l’uscita è bilaterale e visto che sono tre situazioni verosimili è normale che in via Fermi stiano sondando il mercato con più intensità del solito. Sempre per questo motivo nelle prossime settimane sono attesi molti rumors (uno, Langston Hall, è già stato lanciato da Spicchi d’Arancia, in molti invocano un Preston Knowles messo fuori squadra a Tortona) ma dovranno essere presi con cautela. La situazione è complicata e non dipende solo dalla mera volontà del giocatore.

Ramagli e gli uomini di mercato non hanno mai nascosto come Dominique Johnson sia stato un cogliere un’occasione che si è presentata intorno Ferragosto. Togliere la sua carta dal mazzo costringerebbe a rimescolarlo aprendo una serie di situazioni e di incastri economici che potrebbero rivoltare il reparto esterni.

Magari, invece, resterà tutto così com’è e a quel punto sarà compito dello staff riuscire a dare un gioco migliore a questa squadra, anche a difesa schierata.

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Giornalista pubblicista e laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Bologna. Scrive per Pistoia Sport, Giornale di Pistoia e Corriere Fiorentino

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