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Basket / Serie A

Ex Pistoia Basket, il Reverberi va ad Ariel Filloy

Ariel Filloy si aggiudica un premio riconosciuto da tutti come l’oscar della pallacanestro italiana: una bella soddisfazione per il gaucho italo-argentino, che giocò tre stagioni al Pistoia Basket

Importante riconoscimento per Ariel Filloy, grande ex del Pistoia Basket con le sue tre stagioni giocate in biancorosso di cui due da capitano, a cui andrà il prestigioso premio “Reverberi” assegnato dal comune reggiano di Quattro Castella e da tutti considerato da sempre un po’ l’oscar della pallacanestro italiana.

Nato a Cordoba ma italiano di formazione (arrivò ragazzino con la famiglia in quel di Porto Torres), volto nuovo della Nazionale di Meo Sacchetti con cui tra due settimane (con le gare di qualificazione contro Lituania e in Polonia) proverà a regalare all’Italia dei canestri quel ritorno al Mondiale (manca una vittoria) atteso da troppo tempo.

Concentrato di grinta e determinazione in campo, cresciuto stagione dopo stagione, si è formato con una lunga gavetta iniziata in Legadue nonostante il “contrattone” che nel 2008 lo portò a Milano dalla “sua” Rimini dove è cresciuto all’ombra del fratello Demian nel mito di German Scarone.

I prestiti a Cremona, Scafati (dove è cresciuto), Pistoia (stagione 2010/ 2011 esplosiva con la coppia Varnado- Forte) e Trieste sono tappe cruciali per ritornare in A1 non da comprimario.

A Reggio Emilia vive una stagione di vertice e vince l’EuroChallenge per tornare nell’estate 2014 a Pistoia. E’ la seconda stagione di A1, meno brillante della prima e con l’era Moretti agli sgoccioli ma la squadra (rimpastata in corsa) sfiora comunque i playoff. Filloy è l’unico confermato nell’estate seguente verso un campionato che, col Diablo, in panchina vedrà Pistoia in testa alla classifica, qualificato alle Final Eight di Coppa Italia e sesto assoluto alla fine.

L’estate seguente Ariel saluta Pistoia, tra mille chiacchere immancabili quando se ne va un giocatore che per molti è diventato un punto di riferimento. Chiacchere messe a tacere dalla partenza verso una di quelle piazze a cui difficilmente si può dire di no: la milionaria Reyer Venezia. Con cui Filloy vince lo scudetto, eliminando al primo turno proprio Pistoia a poche settimane dalla sua “prima” da ex piuttosto pepata tra applausi e fischi e una valanga di triple che Filloy riversò su quella che ha sempre definito “la sua seconda casa”. Da due anni ad Avellino, Filloy riceverà il premio “Reverberi” a febbraio. Nell’albo d’oro del premio ci sono anche Roberto Maltinti a cui andò il premio speciale 2014 e Paolo Moretti, premiato come miglior coach nel 2015, quando era alla guida del Pistoia Basket.

Congratulazioni Arielito. Uno dei tanti che, passati negli ultimi anni da Pistoia, ne ha fatta di strada.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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