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Calcio / Eccellenza

Franco e Gianluca Ferrari: due ragazzi, due storie e una sola passione

Due ragazzini argentini arrivati in Italia senza nessuna referenza e che adesso calcano i campi di Serie B e Primera Divisiòn: potrebbe essere la trama di un film, invece è la vera storia di Franco e Gianluca Ferrari

Il calcio di oggi, sempre più simile a un’azienda commerciale piuttosto che a uno sport. Passione e amore verso la sfera zebrata stanno piano piano lasciando il posto al denaro e agli interessi di grandi magnati di tutto il mondo, impoverendo questo sport della sua parte migliore: le storie.

Per quanto improbabile, dietro al sipario del grande spettacolo mediatico che è diventato il calcio è ancora possibile rintracciare qualche vicenda umana che meriti di essere raccontata. É questo il caso della famiglia Ferrari.

Franco e Gianluca Ferrari, due ragazzoni nati a Rosario, Argentina, rispettivamente nel 1995 e nel 1997, poco più che ragazzini hanno deciso di attraversare l’oceano approdando nel nostro paese con un sogno ben preciso: diventare calciatori.

Dopo il primo passaggio allo Scandicci, in Serie D, Franco comincia ad affermarsi come attaccante a Castelfiorentino, in Eccellenza. Ed è a questo punto che la sua storia e quella del fratello si legano al territorio di Pistoia. Notato dal Montecatini appena promosso in Serie D, nell’estate 2015 Franco si trasferisce nel comune termale divenendo presto pedina irrinunciabile di quella squadra che, guidata da Giovanni Maneschi, arrivò ad un passo dalla vittoria del campionato terminando al secondo posto e perdendo la finale playoff contro il Gavorrano. A complicare le cose un grave infortunio al ginocchio dal quale Franco esce con grande determinazione e personalità. A questo punto viene acquistato dal Genoa, che lo gira in prestito al Tuttocuoio, in Serie C, e poi alla Pistoiese, dove nella stagione scorsa si è affermato definitivamente al punto da meritarsi la chiamata importante del Brescia in Serie B.

Legatissimo al fratello Franco, seppure di tutt’altra attitudine calcistica visto il ruolo di centrale di difesa, Gianluca inizia la sua carriera da giovanissimo nel settore giovanile dello Scandicci. Dopo un intermezzo nella “cantera” del Latina, nell’estate 2016 viene selezionato dal Montecatini in Serie D, disputando una stagione eccellente sotto la guida di Simone Venturi, in un terzetto di ferro con Milianti e Diana: un exploit che accende su di lui i riflettori della Serie C. É allora che si consuma un piccolo dramma per Gianluca, costretto a rientrare in Argentina per questioni burocratiche. Sfiduciato e senza squadra, ad agosto 2017 si propone al San Lorenzo, compagine di Primera Divisiòn famosa per il suo blasone e più recentemente per un tifoso speciale che dal 13 marzo 2013 guida la Chiesa cattolica. Nonostante il casting selettivo, viene selezionato aggregandosi alla squadra b, guadagnandosi la promozione in prima squadra per la stagione appena iniziata.

É domenica 7 ottobre 2018 quando, al 26′ del derby di campionato tra Banfield e San Lorenzo, Gianluca fa il suo esordio subentrando a Rojas e posizionandosi al centro della difesa in coppia con Gonzalo Rodriguez, ex capitano della Fiorentina. Un evento di cui andare fieri, immortalato dal fratello Franco con un video postato sulla sua pagina facebook.

Due ragazzi, due storie, ma una comune passione per il calcio, alimentata da una determinazione e un attaccamento senza misura. Buon futuro a entrambi.

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«Sono estremamente felice – ammette con una certa emozione in esclusiva a Pistoia Sport – Si tratta di un sogno che si avvera. Poter giocare al fianco di giocatori del calibro di Gonzalo Rodriguez è un vero onore, soprattutto dopo i sacrifici che ho fatto. Terminata la stagione con il Montecatini ho avuto delle offerte dalla Serie C, ma sono dovuto tornare in Argentina per questioni burocratiche. É stato un momento molto difficile per me, perché mi trovavo senza squadra e con poche possibilità. Quando mi sono presentato al San Lorenzo mi hanno detto subito che non ci sarebbero state molte possibilità per me, considerato l’età già avanzata per questi casting: ebbene – dice con voce emozionata – quel provino deve essergli piaciuto molto».

«Adesso proverò a giocarmi le mie carte sperando di trovare sempre più spazio. Il campionato non è facile e il San Lorenzo è una squadra ambiziosa, perciò sarà molto difficile farsi strada, ma io ci proverò ugualmente».

«Franco? Sono estremamente contento per lui – spiega il fratello Gianca– É arrivato dove merita con grandi sacrifici e tanta gavetta, ma la sua determinazione è forte: vuole arrivare in Serie A e non credo si possa far nulla per togliergliela dalla testa – ride – Se continua così, con questo impegno, sono convinto che possa raggiungere tutti i traguardi che desidera».

«Il calcio italiano? Estremamente diverso da quello argentino – continua Gianluca Ferrari– In Italia predomina la tattica, tutto è legato a schemi fissi e i movimenti sono controllati. Non c’è l’estro che c’è qua in Argentina, ma nemmeno la pressione che subiamo noi calciatori facendo il nostro lavoro: se va tutto bene puoi uscire tranquillamente e la gente ti sorride per strana, ma se qualche risultato comincia ad andare storto è tutta un’altra storia».

«Di Montecatini ho un ricordo particolarmente felice, perché eravamo riusciti a creare un grande gruppo e forse non abbiamo ottenuto quanto meritavamo. Abbiamo sfiorato i playoff ma gli ultimi risultati ci hanno impedito di raggiungere questo traguardo. La società (allora guidata dal presidente Innocenti, ndr) non ci ha aiutato».

«La Primera Divisiòn è un campionato di prima fascia – spiega l’ex Montecatini – Qua abbiamo tantissimi giocatori bravi: molti sono tornati in Argentina dopo tutta una carriera trascorsa in Europa – è questo il caso di Gonzalo, ndr – altri invece sono in procinto di andarci per la prima volta».

«Con il San Lorenzo abbiamo grosse ambizioni, anche se in questo momento stiamo attraversando un periodo di difficoltà: non riusciamo a vincere fuori casa e spesso pareggiamo. Dobbiamo uscirne se vogliamo rilanciarci in classifica e provare a dire la nostra in campionato. Il nostro organico è di grande livello – tra gli altri Botta ex Inter e Belluschi ex Genoa, ndr – perciò sono sicuro che riusciremo a risolvere questo momento negativo uscendone al meglio».

«Papa Francesco? Che dire? É una cosa bella e altrettanto strana. Di papi ce ne è uno solo ed è nostro!»

«Il mio sogno è di tornare in Europa ad alti livelli – confessa al temine della nostra conversazione – non più Serie D. Prima di questo, però, devo riuscire a far bene qua in Argentina, affermandomi al San Lorenzo e poi, chissà, magari un giorno riuscirò a tornare in Europa».

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Studente di Beni Culturali all'Università di Firenze, amante del calcio e dello sport in generale. Scrivere è una passione e un gioco, la domenica allo stadio un vizio che non ha il coraggio di togliersi.

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