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Calcio / Giovanile

Giovanili Pistoiese, crescita in numeri e qualità: il punto della società

Il club manager della Pistoie, Fabio Fondatori

«Rispetto ad un anno fa abbiamo incrementato tutti i numeri del settore giovanile», sottolinea il club manager arancione, Fabio Fondatori. Gli fa eco Ruggero Di Vito, responsabile del nuovo progetto Academy: «Vogliamo seminare per poi raccogliere i frutti»

In questa stagione il settore giovanile della Pistoiese ha davvero svoltato. La crescita del movimento infatti ha registrato un’impennata sia nei numeri che nella qualità. A confermare tutto questo ci ha pensato lo stato maggiore del progetto giovanile degli arancioni che ha illustrato i passi in avanti fatti in questi mesi in una conferenza stampa. Il primo a prendere la parola è stato il club manager, Fabio Fondatori, che ha snocciolato i numeri di una crescita significativa.

«Rispetto ad un anno fa abbiamo incrementato tutti i numeri del settore giovanile arancione. Dai 185 atleti tesserati siamo passati a 320, dalle otto squadre adesso ne abbiamo 17, poi sono aumentati anche gli allenatori, passati da 14 a 17, così come è aumentato anche il numero dei dirigenti e dei collaboratori». L’analisi del club manager della Pistoiese continua, spiegando come oltre ai numeri si sia elevata anche la competitività delle squadre giovanili orange. «Non solo numeri ma anche qualità perché ad esempio i Giovanissimi 2004 di recente hanno vinto con Livorno e Lucchese e i 2005 hanno giocato alla pari con la Fiorentina, tutte cose che non accadevano da tempo. La soddisfazione più grande poi è vedere il Boario, da questa stagione sede della nostra “cantera”, pieno di bambini con lo scudetto arancione sul petto. Inoltre al campo del Boario stiamo portando avanti anche un progetto di riqualificazione, abbiamo già fatto diversi lavori e a breve sorgerà anche un punto ristoro».

Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso anche Ruggero Di Vito, responsabile del nuovo progetto Academy, che sottolinea come anche questo nuovo progetto orange sia partito con il piede giusto. «Abbiamo numeri significativi, l’Academy nasce adesso, vogliamo seminare per poi raccogliere frutti. Ci sono già 33 bambini dal 2009 e a seguire, abbiamo chiesto l’affiliazione al centro tecnico federale di Tirrenia che ce l’ha subito concessa inviandoci anche un loro tecnico per seguire le nostre squadre, inoltre siamo molto attivi con un progetto nelle scuole dell’Istituto comprensivo Marconi-Frosini con cui affronteremo un percorso di 96 ore e 12 classi tra elementari e scuola dell’infanzia. Per noi tutto questo è un grande attestato di stima».

Soddisfazione e voglia di migliorarsi è emersa anche dalle parole dei due responsabili del settore giovanile arancione, Filippo Baragli e Massimo Indragoli. «Dobbiamo lavorare a testa bassa per far crescere i ragazzi nel miglior modo possibile -ha detto Baragli-, questo è solo il primo step ma siamo soddisfatti». Ha invece parlato di mentalità arancione Indragoli che ha spiegato come da questa annata sia cambiata proprio la filosofia al centro del progetto giovanile della Pistoiese. «Magari è presto per dire cosa è cambiato, di sicuro abbiamo allestito più squadre e migliorato il livello. Fatichiamo ancora con la Berretti ma siamo convinti che anche lì ci siano elementi competitivi. Per noi il progetto Academy è fondamentale -ha sottolineato Indragoli- vogliamo dare una mentalità che fino ad oggi mancava al settore giovanile».

Nei piani della Pistoiese c’è la volontà di espandersi ancora e allargare sempre di più la base. Le iscrizioni alla Academy resteranno aperte per tutta la stagione e in più dalle prossime settimane i giocatori orange della prima squadra sarà spesso presenti agli allenamenti delle giovanili per interagire e giocare insieme a loro, creando così un legame ancor più solido all’interno dell’universo arancione.

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Originario di Montecatini, giornalista, dal 2005 scrive su Il Tirreno e dal 2014 anche per Pistoia Sport. Ama in maniera viscerale lo sport e le sue storie. Nel tempo libero cerca di imitare le gesta sportive dei campioni, con scarsi risultati. Tattico "ad honorem" della redazione.

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