La Serie A è un campionato a due marce: il Pistoia Basket è fra chi arranca

La sosta della Serie A di basket 2017/18 ci consente di vedere, nel dettaglio, cosa non sta funzionando nella stagione della The Flexx Pistoia Basket

Dopo le prime 5 giornate del girone d’andata, la sensazione di un campionato a due marce c’era. Dopo 19 turni, nella lunga pausa che ripartirà con la gara che lancerà la volata delle ultime 10 giornate, la classifica evidenzia ancora più marcata una spaccatura profonda nel campionato di basket di serie A. Una spaccatura non simmetrica, anzi e anche questa era stata una sensazione avuta dall’inizio, in una classifica livellata verso l’alto con il folto gruppo che punta alle zone nobili e il fondo. Fondo dove rimane il Pistoia Basket che, da domenica 4 marzo, nel giorno in cui l’Italia sceglierà il nuovo governo, deve dare risposte certe. Perché la corsa salvezza, a meno di ribaltoni, è una corsa a 4 con Pistoia e Brindisi (12), Capo d’Orlando (10) e Pesaro (8) e ogni sbandata potrebbe essere pagata cara.

SERIE A BASKET 2017/18: CHI CORRE…

La sensazione di un campionato ricco di squadre ambiziose e, naturalmente danarose, c’era già in estate ma forse in molti non avevano dato peso ai quattrini che Bologna ha messo sul piatto per tornare grande da subito in Serie A, agli investimenti di Torino e alla Cantù plasmata a suon di rubli. Tutte piazze ad alto rischio e infatti la prima parte dell’anno di Bologna e l’attualità di Torino evidenzia che non sono tutte rose e fiori, ma comunque queste tre squadre sono sempre state nella parte medio alta della classifica.

Per questo non sorprende molto che l’andamento della stagione stia evidenziando una Serie A di un livello più alto degli ultimi anni. Che, a vedere i risultati delle nostre squadre nelle Coppe Europee, non basta a competere su quei piani visto che solo Reggio Emilia ha superato la doppia fase a gironi di Eurocup, salutata invece da Torino e Trento mentre in Champions tutte sono uscite dalla fase nobile e “retrocesse” nella quarta coppa europea.

Un livello che in Italia, nella settimana in cui si assegna il secondo trofeo stagionale (dopo la Supercoppa andata a Milano), porta ad una classifica spaccata in due con ben 6 punti tra l’11° posto e il terz’ultimo di Pistoia. Con la sola Varese in mezzo. Un campionato a due velocità dove tra le prime 8, oggi ci sono Sassari e Trento, che quattro settimane fa non c’erano e che non sono tra le partecipanti alla Coppa Italia. Segno di un grande equilibrio in un gruppone dove in molti hanno già dato segnali sul futuro: la sorpresa Brescia ad esempio ha blindato una stella polare del suo sistema come David Moss per altri due anni mentre Sassari si è assicurata per un’altra stagione Scott Bamforth. Castigatore di Pistoia nella gara d’andata.

SERIE A: E POI C’È CHI ARRANCA…

In verità mettendo le classifiche a confronto degli ultimi 5 anni, dal ritorno in Serie A del Pistoia Basket, lo scalino ai due terzi della stagione tra i due tronconi della classifica c’era eccome. Forse non così netto, spesso il fondo era più nutrito delle 4 che quest’anno sembrano le uniche concorrenti alla corsa salvezza.

Ma dei quattro anni precedenti, l’unico con la classifica fluida sia in alto che in basso è stata la stagione 2015/ 2016 con le ultime sei squadre racchiuse in 4 punti (dai 12 ai 16). Allora perché dalle parti del PalaCarrara questo campionato a due marce si fa sentire in tutto il suo rombo di motori?

Probabilmente perché, per la prima volta in 5 anni, Pistoia mastica il fumo delle squadre che invece corrono. Perché per la prima volta è tra quelle in affanno. Per la prima volta in 5 anni non riesce a fare la “guastafeste” delle big. Per la prima volta ha paura invece di mettere paura. Insomma per la prima volta in 5 anni di serie A non è riuscita a tirar fuori il coniglio dal cilindro a cui la piazza si era abituata, già dagli ultimi anni della Legadue (e il PalaCarrara non è più il catino ribollente di passione che conoscevamo).

Non è riuscita ad andare oltre i propri limiti (di natura economica) ma anzi è rimasta attaccata anche in maniera un po’ desolante (leggasi schiaffi di Reggio Emilia e Avellino) a quella che è la dimensione di un club di una gloriosa provincia dedita al basket che però da sempre lotta contro noti giganti del basket italiano e nuovi paperoni.

Una piazza che ai conigli dal cilindro del recente passato deve guardare con soddisfazione eterna, rendendo merito a chi li ha compiuti (lo stesso Enzo Esposito oltre che al suo predecessore), guardando al futuro che non può che avere come unica parola d’ordine la programmazione. E visto che la stagione del Pistoia Basket targato The Flexx è comunque ancora da giocare e aperta, si potrebbe già iniziare a capire il futuro di quel settore giovanile che – nonostante le professionalità alte degli istruttori e la positività dell’ambiente – sembra lontano dal ruolo che Pistoia si era costruita negli anni. Perché solo la programmazione (a meno di sponsor faraonici di cui non c’è l’ombra), può portare a nuovi exploit.