Connect with us

Basket / Serie A

Lo spunto di Sassari-Pistoia Basket: esserci quando conta

Record ed emozioni a non finire nella sfida tra Dinamo Sassari e Pistoia Basket, che ha regalato ai biancorossi in primi due punti in Serie A: a fare la differenza è stata la capacità di restare in gara nei momenti più duri

La partita tra Sassari e Pistoia ha regalato record ed emozioni, ma soprattutto ha dato i primi due punti, pesantissimi, ai biancorossi. Il 111-113 in quaranta minuti però deve far scattare anche un campanellino d’allarme, perché in sette gare la squadra di coach Ramagli viaggia a 96,3 punti subiti a partita, oggettivamente troppo. A tale problema la società e lo staff tecnico sperano di porre rimedio, almeno in parte, con l’inserimento del totem difensivo Mickell Gladness, capace di riempire il pitturato e scoraggiare le scorribande avversarie sotto il ferro. Di sicuro questo dato dovrà scendere o bisognerà davvero sperare sempre in serate da record per vincere una partita. Citato l’aspetto negativo della serata sassarese, la rocambolesca vittoria dei biancorossi ha comunque offertotantissimi spunti positivi, due dei quali meritano in particolar modo di essere sottolineati.

Il primo riguarda la forza fisica e mentale del gruppo che su l’orlo del precipizio ha spiccato il volo invece di schiantarsi al suolo. Con Kerron Johnson fuori uso, reduci da sei ko e con davanti un avversario molto forte, la squadra di coach Ramagli ha letteralmente gettato il cuore oltre l’ostacolo, rimanendo unita e compatta nei diversi momenti difficili incontrati lungo il match. Tutti hanno dato il loro contributo. In particolare il nucleo degli italiani che ha saputo essere efficace soprattutto in attacco, con Bolpin e Severini che hanno sfruttato al meglio lo spazio e l’indifferenza dei rivali che, almeno inizialmente, li hanno “battezzati” al tiro, salvo essere impallinati dalle triple dei due biancorossi. Monumentale anche Peak che dopo la convincente prestazione contro Cremona si è ripetuto con Sassari, andando anche oltre quello che era lecito attendersi da lui. Anche l’atteggiamento della squadra in campo ha fatto la differenza, perché il buon avvio e la capacità di non affondare dopo i break della Dinamo hanno permesso ai biancorossi di reagire in maniera positiva e propositiva alle difficoltà. Non si sono viste le facce impaurite e scoraggiate delle prime sei gare, ma volti incendiati dal fuoco della rabbia e della non rassegnazione.

A questo punto si passa al secondo spunto, ovvero la prestazione di Dominique Johnson nel terzo e quarto periodo. Il suo gioco infatti è stato il faro nei momenti di massima difficoltà dell’OriOra. La guardia di Pistoia nei primi venti minuti aveva segnato appena tre punti, moltiplicati fino a quota 32 alla sirena finale. In particolare il giocatore americano è salito in cattedra in due momenti specifici della partita, ovvero quando Sassari ha toccato il +11 al 25′ (70-59) e il +8 al 33′ (92-84). In entrambi i casi l’OriOra non è sprofondata come accaduto sempre nelle sei precedenti uscite, recuperando anzi il gap con i rivali. Nelle due occasioni la rimonta è arrivata quasi totalmente dalle giocate di Johnson che ha messo in piedi un’anarchia tattica grazie alla quale ha sorpreso Sassari e rivitalizzato la sua squadra caricandola di entusiasmo e di fiducia. La guardia biancorossa infatti si è sobbarcata in primis i compiti di regia, costruendo per i compagni che sono stati armati dai suoi passaggi, ma soprattutto creando per proprio conto giocate anche forzate, anche poco logiche, che però hanno letteralmente riacceso la sfida. Il talentuoso giocatore che tutti avevano sognato in estate è riapparso improvvisamente sul parquet, eclissando la sua brutta controfigura e salendo in cattedra con lampi accecanti di pallacanestro. La scintilla che mancava al gruppo per crederci è arrivata, la fiammella di speranza si è tramutata in un incendio che Sassari non è stata in grado di spegnere pur avendone le possibilità e gli uomini. Alla fine è arrivata la vittoria dei record, un successo che se assimilato con consapevolezza e umiltà, può dare davvero inizio alla stagione di Pistoia.

Condividi:

Originario di Montecatini, giornalista, dal 2005 scrive su Il Tirreno e dal 2014 anche per Pistoia Sport. Ama in maniera viscerale lo sport e le sue storie. Nel tempo libero cerca di imitare le gesta sportive dei campioni, con scarsi risultati. Tattico "ad honorem" della redazione.

Comments
WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com