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Basket / Serie A

Lo spunto tattico di The Flexx-Dinamo: ai sardi bastano 7 minuti

Il Banco di Sardegna rivolta la gara come un calzino nel terzo quarto, vanificando il buon primo tempo della The Flexx e andando a conquistarsi due punti importanti in chiave playoff

La sconfitta casalinga rimediata dalla The Flexx contro il Banco di Sardegna va certamente ricercata nella seconda parte di gara. Nei primi venti minuti infatti Pistoia aveva giocato bene, approcciando in maniera eccellente la gara e contenendo poi il ritorno degli avversari . La gara tra Pistoia e Sassari ha cambiato poi decisamente inerzia a metà del terzo periodo. Per la precisione, al 23′ Pistoia conduceva di dieci lunghezze, fino a ritrovarsi poi a -8 a 40″ dalla fine della terza frazione. Cosa è successo in particolare in quei sette minuti?

Rivedendo la partita alcuni aspetti del gioco saltano agli occhi. Per quanto riguarda la The Flexx decisivo è stato il fatto di non riuscire a entrare in area. Di fatto dal pitturato in quei sette minuti sono arrivati solo sei punti, frutto dei canestri realizzati da McGee, Laquintana e Gaspardo. Sassari è stata brava dunque ad alzare l’intensità difensiva ma non solo, la squadra di Markovski infatti ha presto trovato le contromisure allo straripante primo periodo di Ivanov, decidendo di raddoppiare costantemente su di lui quando entrava nel pitturato.

Un altro aspetto determinante della difesa di Sassari è stato quello di rompere il pick&roll di Pistoia, uscendo forte anche con il lungo per chiudere gli spazi e la linea di passaggio di Moore verso i suoi pivot. Così facendo i sassaresi hanno rishciato qualcosa in più sui tiri degli esterni biancorossi, ma in compenso Pistoia in tutta la seconda parte di gara ha sparato a salve dall’arco dei 6,75, come dimostra il misero 3/12 realizzato. Se le cose in attacco per i biancorossi non hanno funzionato, lo stesso conseguentemente si è verificato in difesa.

FATTORE HATCHER. In primis proprio a causa dei tanti errori al tiro del terzo periodo che hanno permesso a Sassari di correre il campo. Ma non è qui che ha peccato pistoia, bensì nelle difficoltà incontrate a chiudere il pitturato agli esterni biancoblu. Hatcher ha condizionato inevitabilmente le scelte difensive di Pistoia, intimorita sul perimetro dalle sue triple e dunque poi in difficoltà a reggere la sua velocità quando decideva di attccare fino al ferro.

Se Hatcher è stata la mano calda di Sassari nel terzo periodo, il braccio è stato Rok Stipcevic con i suoi quattro assist. Per provare a fermare il playmaker sloveno ma di passaporto croato e riprendere il controllo del pitturato Pistoia ha provato anche a schierarsi con tre lunghi, facendo giocare contemporaneamente Ivanov, Bond e Gaspardo, con l’ala italiana dirottata, almeno in fase difensiva, sulle traccie di Stipcevic, per provare a oscurargli la visuale, così da rallentare la circolazione di palla dei sardi e anche per rendere più complicati i passaggi sull’asse play-pivot. La mossa però non ha dato i frutti sperati, complice anche qualche giocata clamorosa di Hatcher che ha risolto di talento un paio di possessi complicati dei suoi.

Anche ad inizio della quarta frazione Pistoia ha continuato a faticare nel riprendere il controllo del pitturato, non riuscendo quasi mai ad entraci o a ricavarne punti. Al 34′, quando il punteggio dava dodici punti di vantaggio a Sassari (59-71), per i biancorossi erano ancora zero i punti segnati nel pitturato. Chiaro poi che con un vantaggio del genere e l’inerzia della partita in mano per Moore e compagni è stato impossibile rimontare lo svantaggio accumulato contro una squadra comunque superiore per individualità e valore tecnico del roster.

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Originario di Montecatini, giornalista, dal 2005 scrive su Il Tirreno e dal 2014 anche per Pistoia Sport. Ama in maniera viscerale lo sport e le sue storie. Nel tempo libero cerca di imitare le gesta sportive dei campioni, con scarsi risultati. Tattico "ad honorem" della redazione.

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