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Basket / Serie A

Nicola Salerni, il nostro professore

Piernicola Salerni ci ha lasciato il 4 dicembre 2018, lasciando un vuoto incolmabile dentro le persone che lo conoscevano bene

Allenatore pioniere del basket a Pistoia negli anni ‘80, dirigente e punto di riferimento della ripartenza ad inizio duemila, consigliere nel senso vero del termine perchè la “saggezza” cestistica e non, Nicola Salerni l’ha sempre emanata per natura. Tanto che nelle sue mille sfaccettature di pilastro del basket a Pistoia (per cui ha fatto anche il commentatore tv e ultimamente ed appassionatamente il responsabile dell’Academy), per molti Nik è sempre stato semplicemente il “professore”.

Sarà per quegli studi classici al centralissimo Liceo Dante di Firenze, base di una cultura evidente in ogni sua conversazione anche se mai esibita. Lui cittadino trapiantato sulla scia dell’amore per il basket nella provincia più passionale, di cui ha colto il meglio. Sarà per quell’inclinazione umana che l’ha portato sempre ad aprirsi e a confrontarsi con tutte le anime del mondo sportivo, tifosi e giornalisti compresi. Nella buona e nella cattiva sorte.

Sarà per la libertà (ed onestà) intellettuale di chi, esprimendo un proprio parere (anche sul basket), non ha mai fatto troppo caso a rimanere nelle “maglie” dell’addetto ai lavori. Nonostante lo fosse.

Qualche antipatia in un mondo sportivo che spesso si piega al politically correct forzato, non è mai stata un problema. Anche perchè per il professor Salerni, tessera 313 degli allenatori toscani di cui è stato istruttore e mentore di diverse generazioni, la stima è sempre stata maggiore di qualche mugugno. “Penso che non tutti i pistoiesi abbiano amato Pistoia come l’ha amata lui” dice, mal tenendo a bada l’emozione, Roberto Maltinti, sponsor di quella Olimpia eroica che ad Arese nel maggio del 1987, con Salerni in panchina portava in gloria questo pezzo di Toscana dei canestri. Era la prima serie A e poco importa se c’era un 2 accanto. Quell’entusiasmo è stata la spinta che ha innescato i fasti che sono venuti dopo.

Nonostante questo a Pistoia, il “professor Salerni” ha fatto tutto in tutte le varie ere cestistiche, accogliendo con grande passione la nuova carica (che aveva da qualche anno) di responsabile della rinata Academy, pur essendosi occupato lui per tutta la vita della prima squadra.

Quei ragazzi (e quei giovani coach, loro guide) li spronava, li difendeva da tempo anche via social, dove dalla sua casa nel quartiere popolare e verace di Rifredi, seguiva costantemente tutto quello che succedeva sotto i canestri pistoiesi anche quando non riusciva ad esser presente al PalaCarrara. Battagliando sulle bacheche, portando sempre avanti i propri ideali con garbo ed eleganza d’altri tempi, snocciolando lunghi post sul basket (e sulla politica altra sua grande passione) in barba alla comunicazione istantanea imposta dai tempi del web. E nella sua voglia di rimanere informato eccolo lì, fra un post e l’altro della pagina Facebook di Pistoia Sport, difendere i suoi ragazzi sempre e comunque. Ed è proprio agli albori della nostra avventura, dopo averci dato – fra tanti – la sua benedizione per la follia del gesto, che Nicola ha fatto parte della squadra di opinionisti del nostro giornale: mai banale, una via di mezzo fra il tifoso ed il tecnico che è sempre stato e sempre sarà.

Di giocatori ne ha visti ed allenati molti, Nik Salerni, in un basket diverso da quello di oggi dove il fisico spesso fa la differenza. Un basket ora delicato con i gesti tecnici esaltati dagli schemi disegnati sulla lavagnetta di coach Salerni, una pallacanestro ora arcigna, combattuta dalla “garra” dei gregari- eroi che le sue squadre a Pistoia (negli anni ruggenti dell’Auditorium) hanno conosciuto. I suoi preferiti sono stati proprio i combattenti più che i primi violini: dal suo “capitano” Andrea Daviddi, al resto di quella formazione che in molti conoscono anche senza averla mai vista giocare. Giorgi, Fabris, Giunti, Biaggi, Della Rosa senior, Capone…con loro il basket è entrato nelle viscere della città. Intorno a loro e agli occhialoni del “professor” Salerni nelle chiaccherate fiume (oltre il basket) con Cofax e con i Redskins, è nata la passione vera trasformatasi poi in passione di massa.

Ma anche capitani dell’era recente a cui era legatissimo. Matteo Bertolazzi naturalmente, Fiorello Toppo e quei ragazzi che ha visto crescere negli ultimi anni, da Lorenzo Saccaggi a Gianluca Della Rosa. Ma anche gli stranieri naturalmente, i ragazzi venuti da lontano, innamorandosi pazzamente di quei “diavoli volanti” che hanno lustrato il ritorno in A1 nella stagione 2013/ 2014. Coniando una definizione da commentatore tv che umilmente gli abbiamo tutti rubato, come molte altre. D’altra parte unire poesia e pallacanestro non è da tutti.

Nonostante i suoi mille ruoli, quello dell’allenatore in Nicola Salerni è rimasto sempre il più evidente. E degli allenatori era il primo alleato, sia di quelli che ha plasmato dai centri tecnici federali, sia di quelli che ha conosciuto nel suo cammino. “Cosa succede a Pistoia, Elisa, leggo commenti che mi danno l’idea di un clima che non capisco” mi ha detto quando ci siamo sentiti 15 giorni fa, preoccupato per la sua “basket city” preferita in balia delle onde più di altre volte.

Ci mancherai e, mi mancherai, professore.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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