L'Editoriale
Una nuova avventura nell’anno più difficile: buon lavoro Presidente
Dopo la presentazione ufficiale del nuovo Presidente del Pistoia Basket, Massimo Capecchi, è necessario fare il punto della situazione in casa biancorossa in vista di una stagione delicatissima per il futuro in Serie A
Pistoia Basket, si riparte. Non da zero, ci mancherebbe. Ma da qualcosa che andrà costruito con passione e dedizione nel corso dei prossimi mesi per tornare a far viaggiare il treno a ritmo spedito come forse, onestamente, non è mai andato velocissimo in questi cinque anni già in cassaforte di Serie A.
La faccia, e la firma per le cose che contano, da oggi giovedì 7 giugno 2018 in poi ce la mette Massimo Capecchi, figura storica del Pistoia Basket 2000, che sale sul “trono più alto” pur mantenendo la sua consueta carica di amministratore delegato. C’è chi dice che non è personaggio carismatico (oggettivamente, così a naso, trovarne in provincia di Pistoia più carismatici di Roberto Maltinti è impresa ardua se non impossibile) ma ovviamente non è lì nè per “bucare lo schermo” o per fare l’uomo immagine: è lì per far quadrare i conti, è lì per dire in che direzione dovrà andare il Pistoia Basket in quella che è la stagione decisiva per capire se si potrà rimanere ancora ad alti livelli in Serie A oppure lo scalino è davvero troppo grosso.
C’è da fare i conti con il budget, con i soci, con il nuovo Cda, con la campagna abbonamenti, con il nuovo allenatore, con il main sponsor da trovare e con altri possibili investitori da attrarre per allargare la pattuglia dei sostenitori e pensare, così, di diventare ancora più solidi. Perché, parliamoci chiaro: la stagione appena conclusa ha lasciato tanti strascichi che non si possono sminuire “solo” nelle 2000 presenze al PalaCarrara, record negativo del quinquennio in Serie A, nell’ultima uscita casalinga contro Brescia. I continui rivoluzionamenti di roster hanno portato ad un extra-budget notevole, il debito si è ampliato e gli introiti degli incassi per tutta la stagione sono andati in calando soprattutto nel finale di campionato.
Ed oggi, ci chiediamo, quanto sarà difficile vendere il prodotto Pistoia Basket a nuovi investitori se, sostanzialmente, non ne sono arrivati nemmeno nel momento di massimo splendore dei 2800 abbonati, di gara-5 con Milano e delle code interminabili al botteghino? E’ un bell’enigma e, su questo aspetto, riteniamo a nostro avviso fondamentale il ruolo promozionale e del marketing.
Che lo si fa ovviamente con programmi e progetti coinvolgenti, sia in città che in provincia ed anche nel resto della regione se necessario, ma che lo si fa anche con qualche parola più accattivante: in questo senso la prima uscita da vice-presidente di Alberto Peluffo ha tracciato un bel segno di discontinuità col passato. Non si è pianto miseria, per una volta, e non perché siamo improvvisamente ricchi ma perché “è giusto avere motivazioni alte da parte di tutti per andare verso un miglioramento: solo con le motivazioni si tiene l’entusiasmo ad alti livelli”. Parole come “coinvolgere”, “ampliare”, “pubblico da coccolare perché sono il nostro primo cliente” possono apparire estreme ma rappresentano al meglio il messaggio che deve passare. Perché una pasta al pomodoro tutti la sanno fare e preparare però c’è modo e modo di presentarla.
Un ruolo fondamentale, quindi, lo giocherà il comparto marketing perché il Pistoia Basket è al bivio: quando Roberto Maltinti (che ovviamente non esce di scena e non potrebbe essere altrimenti nonostante, scherzando, dice che adesso fa il pensionato) parlò di “autoretrocessione” per la questione del palazzetto, non era un qualcosa di campato in aria. Certo, non farebbe piacere a nessuno ma in questi mesi la società di via Fermi dovrà capire dove, e come, può stare nel mondo del basket italiano. Poi ci sarà il campo che sarà giudice supremo ma non si può più vivere alla giornata: se la Serie A è un bene prezioso e può diventare un volano per il territorio (e per il settore giovanile), è il momento di capire se Pistoia intesa come città (perché, poi, si sa che la provincia intera non è mai coinvolta per motivi di antico campanalismo) è pronta a questa sfida. Da vivere e combattere con la massima serietà e trasparenza.
Al nuovo presidente Massimo Capecchi, infine, chiediamo solo due cose: oltre a sentirsi meno timoroso di fronte ai microfoni, perché arriveranno momenti durante la stagione nei quali la sua parola sarà fondamentale per farsi sentire con i tifosi, la squadra, se servirà gli arbitri, dovrà guidare al meglio questa pattuglia di vecchi e nuovi dirigenti verso nuovi lidi. Se più ambiziosi o no lo scopriremo con il passare del tempo.
Buon lavoro!