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Basket / Serie A

OriOra Pistoia Basket – VL Pesaro, il focus sugli ospiti

Dominic Artis

Domenica al PalaCarrara il Pistoia basket sarà impegnato in uno scontro di fuoco contro la VL Pesaro. Conosciamo meglio la squadra ospite, che ha proprio da poco cambiato allenatore

Pesaro lotterà per salvarsi, ma il girone d’andata non lo ha chiuso in fondo alla classifica. Al giro di boa i punti della VL sono 10, otto arrivati con coach Massimo “Cedro” Galli, due invece la scorsa settimana con il nuovo allenatore Matteo Boniciolli. Una squadra che per necessità ha puntato tutto sul quintetto, riuscendo a indovinare alcuni giocatori che in queste prime quindici partite hanno lasciato un segno. Erick McCree e James Blackmon Jr. sono arrivati grazie al fondamentale aiuto di Milano e i loro numeri in campo giustificano appieno questa operazione. Molto oltre le aspettative sta invece andando Egidijus Mockevicius, centro lituano e re dei rimbalzi nel campionato italiano.

IL QUINTETTO. La Vuelle ha in cabina di regia a Dominic Artis, un play moderno, capace di costruire per i compagni come di concludere a canestro e anche bravo a difendere sulle linee di passaggio. La sua carriera è iniziata a Oregon University, salvo poi essere cacciato insieme ad altri due compagni al secondo anno per uno scandalo sessuale. Dopo un anno sabbatico senza giocare si è riscattato con la divisa degli UTEP Miners di El Paso, dove nell’anno da senior viaggiava a 15,2 punti e 6,2 rimbalzi. Non scelto al Draft NBA del 2017 è volato in Europa dividendosi tra Polonia ( Czarni Slupsk) e Bosnia (Igokea). A Pesaro viaggia con 13 punti, 4 assist e 4,6 rimbalzi a gara in 32,5 minuti di utilizzo. Nello spot di guardia c’è James Blackmon Jr., prodotto degli Indiana Hoosiers e tiratore mortifero da tre punti, con medie impressionanti nell’arco di tutta la sua carriera. Terminato il college e mancato di un soffio l’ingresso in NBA, lo scorso anno Blackmon si è fatto notare in G-League, prima con la maglia dei Delaware 87ers e poi con i Wisconsin Herd. In Italia viaggia a 20,3 punti di media e con il 53,2% da tre punti. L’ala piccola è Lamond Murray Jr., figlio d’arte dato che il padre è quel Lamond Murray che per 11 anni ha giocato in NBA. Proviene da Pepperdine University, un piccolo college sulle colline di Malibù. Lo scorso anno ha iniziato in Grecia al Trikala salvo poi chiudere la stagione in G-League, ai Maine Red Claws. Degli americani di Pesaro è quello che sta rendendo meno. Viaggiando a 8,3 punti in 27,5 minuti di utilizzo. Il pacchetto dei lunghi titolari invece è formato da Erik McCree e Egidijus Mockevicius (che tuttavia sembra essersi infortunato in allenamento e potrebbe essere il grande assente nella sfida con Pistoia). McCree è un giocatore che ama essere protagonista, gran realizzatore e attaccante di razza. Uscito dal college di Lousiana Tech, la sua carriera fino ad oggi si è dipanata sono negli States con le apparizioni in maglia Sioux Falls Skyforce e Salt Lake City Stars oltre a 4 gare in NBA con gli Utah Jazz. Con i biancorossi segna 19,8 punti a gara, arricchiti da 5,1 rimbalzi, in 35,7 minuti. Di origine lituana, il pivot Egidijus Mockevicius dopo aver iniziato a giocare in patria si è trasferito in USA con Evansville College e poi di nuovo in Lituania, al Lietuvos Rytas. In Italia si sta rivelando uno dei tre miglior rimbalzisti del campionato. Attualmente ne cattura 11,8 ad allacciata di scarpe, conditi da 12,9 punti, che gli valgono la doppia doppia sicura ogni domenica.

LA PANCHINA. Pesaro è una delle squadre con la panchina più corta tra le squadre di Serie A. Con il passaggio al 6+6 dopo le prime giornate è arrivato, sempre da Milano, Alexander Shashkov. Russo, classe 2000, è un lungo di 208 centimetri che segna 2,7 punti in 7,8 minuti. A completare l a panchina poi ci sono il pivot Andrea Ancellotti e il play Diego Monaldi. Ancellotti, classe ’88, è al secondo anno a Pesaro, lo scorso anno con i biancorossi 1,9 punti e 2,3 rimbalzi a partita. Diego Monaldi, anche lui riconfermato dopo lo scorso, realizza 3,3 punti e 1,2 rimbalzi ad ogni allacciata di scarpa. Chiude il roster Simone Zanotti, classe ’92, che con Boniciolli sembra aver trovato più spazio e compiti rispetto all’era Galli.

ALLENATORE. Alla guida di Pesaro da meno di due settimane c’è Matteo Boniciolli. Classe ’62, triestino, in carriera ha iniziato ad allenare nel 1996, toccando tutte le piazze più importanti d’Italia. Nel suco curriculum ci sono le panchine di Udine, Fortitudo, Messina, Teramo, Avellino e Roma. La sua carriera si è sviluppata anche all’estero, in Belgio (Ostenda) e Kazakistan (BK Astana e nazionale). Dal 2015 e fino alla scorsa primavera era alla Fortitudo, alcuni problemi di salute però lo avevano costretto a lasciare l’incarico alla vigilia dei playoff. Allenatore vulcanico, diretto, a Pesaro ha ritrovato la Serie A e ha vinto la prima partita, lo scontro diretto con Torino. Ricchissima la sua bacheca che vanta una Coppa Italia con Avellino, un’EuroChallenge con la Virtus, due campionati kazaki e tre coppe di Kazakistan con il BK Astana, una Supercoppa LNP con la Fortitudo e il titolo miglior allenatore di Serie A nel 2008, sempre con Avellino.

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Originario di Montecatini, giornalista, dal 2005 scrive su Il Tirreno e dal 2014 anche per Pistoia Sport. Ama in maniera viscerale lo sport e le sue storie. Nel tempo libero cerca di imitare le gesta sportive dei campioni, con scarsi risultati. Tattico "ad honorem" della redazione.

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