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Basket / Serie A

Calmiamoci (tutti): la lotta salvezza è questa

L’ambiente Pistoia Basket è in subbuglio a ogni livello. Mettiamoci calmi e facciamo tutti un bel respiro, questa è semplicemente la lotta salvezza. E nessuno c’era abituato. Il reverse di Federico Guidi

Premessa d’obbligo. Il Pistoia Basket negli ultimi dodici anni ha sempre goduto, spesso anche parecchio. Alla fine, nelle uniche stagioni in cui è andata “male”, ha riportato noni posti (in Serie A nel 2014/2015 e in Legadue nel 2008-2009), mentre lo scorso anno è finita tredicesima, con il suo campionato chiuso senza più obiettivi o pericoli un mese prima della fine della regular season. Una Cuccagna notevole per chi ogni anno partiva per salvarsi, consapevole di dover sudare fino all’ultima giornata, per poi trovarsi proiettato verso obiettivi ben più ambiziosi.

L’attualità ha portato tutta la piazza in una realtà che avrebbe potuto e forse dovuto appartenergli già da alcune stagioni, salvo palesarsi solo ora, anche se in maniera fragorosa. Certo, piombare nell’incubo non è stato facile, anche perché quasi tutto quello che poteva andare male fino ad oggi è pure andato peggio. La verità però è che a Pistoia nessuno è preparato alla lotta salvezza. Non lo è la piazza, il pubblico, la società e nemmeno la stampa, perché per tutti questa è una realtà nuova, una condizione inusuale per gli ultimi dodici anni, sebbene del tutto normale visto i budget e la forza di gran parte delle squadre della massima serie. Anche per questo motivo nelle scorse settimane si sono registrate scene di isteria di massa, sfociate in episodi atipici come la conferenza stampa con l’annuncio sensazionalistico del possibile nuovo palazzetto, la baruffa vicino al tunnel al termine di Pistoia-Cremona, i confronti tra tifo organizzato e squadra ed un clima generale di caccia alle streghe. Sei sconfitte consecutive restano un gran fardello, pesano per il modo in cui sono maturate, ma almeno hanno mostrato la verità in maniera incontrovertibile, aprendo gli occhi anche ai più utopici su quale sarà la stagione del Pistoia Basket.

Parliamoci chiaro, si è sentito dire a volte, nelle stanze del PalaCarrara, che la squadra avrebbe dovuto lottare fino all’ultima giornata per salvarsi. Per molti questa è apparsa come una frase di circostanza, un cliché, pronunciato non solo nei mesi scorsi ma pure tante altre volte nel corso degli anni, quasi sempre come precauzione per mettere le mani avanti, con i risultati che invece hanno poi prospettato ben altri scenari. Purtroppo adesso la lotta per la salvezza è la realtà e il problema più grande è che Pistoia non è preparata a calarsi con maturità in questa dimensione. Il confronto con Pesaro, tanto per citare la più probabile delle rivali in questo duello, è impietoso per un semplicissimo motivo: la piazza marchigiana, così come altre in passato, è più “allenata” a questo clima e l’esperienza gli consente di gestirlo in maniera meno pressante e logorante.

A Pistoia potranno cambiare il coach e pure due o tre giocatori di qui a marzo, magari qualcuno si dimetterà o alzerà la mano per recitare il “mea culpa”, ma la sostanza è che tutto questo avrà ripercussioni differenti, dettate dal come tutti vivranno questi momenti e dalla drammaticità e dalla fatalità con cui verranno assimilati. Con questo non pensiate che la situazione non sia grave, tutt’altro. Però ci sono ancora 24 gare da giocare ed essere davanti alla realtà senza più alibi può solo far sperare in una svolta migliorativa. Del resto la stessa striscia di sconfitte con qualche vittoria combattuta o un calendario più benevolo, magari con partite casalinghe contro squadre più in difficoltà invece che contro le migliori di questo avvio, avrebbe solo posticipato le certezze relative al valore e al potenziale della squadra biancorossa. Essere di fronte al problema senza veri alibi invece obbliga a trovare una strada per migliorare la situazione.

E allora, qual’è la soluzione per svoltare? Io, sinceramente, non ce l’ho e nemmeno riesco a intuirla, perché la complessità delle variabili è tale che solo la dirigenza biancorossa può provare a fotografare il momento cercando con l’allenatore di questa squadra, chiunque sia o sarà, il correttivo giusto. Fondamentale però è che tutti facciano un bel respiro e restino lucidi. Pubblico, dirigenza, squadra e ambiente tutto devono essere all’altezza della lotta salvezza. Nessuno in Serie A può permettersi di partecipare, non è certo questo lo spirito giusto. Chi pensa di accontentarsi di questo sbaglia di grosso. Però è giusto avere aspettative commisurate alle potenzialità, pretendere il massimo e tentare il tutto, nell’ottica di quello che si può realisticamente fare. In passato, quando c’è stato da correggere, la società lo ha fatto. Ponderando, pesando, magari a volte limitandosi al minimo e indovinando le mosse, ma ha a sempre reagito e superato le difficoltà. Nessuno dimentichi però che Pistoia in questo campionato lotta per la salvezza, quella drammatica e tragicamente vera che nell’ultimo decennio nessuno in via Fermi ha mai davvero provato. Sarà sangue e sudore, ma un ambiente unito e consapevole potrà vacillare, senza però mai cadere. Non si tratta più di fiducia o di ottimismo. Si tratta di buonsenso, con quello si leggono i pericoli e si evitano gli inciampi.

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Originario di Montecatini, giornalista, dal 2005 scrive su Il Tirreno e dal 2014 anche per Pistoia Sport. Ama in maniera viscerale lo sport e le sue storie. Nel tempo libero cerca di imitare le gesta sportive dei campioni, con scarsi risultati. Tattico "ad honorem" della redazione.

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