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Pistoia Basket, il grande freddo e la grande paura
Ci sono cinque partite che precedono le F8 di Firenze in cui si deciderà gran parte del futuro del Pistoia Basket. La squadra è pronta?
Cinque giornate per sciogliere il grande freddo e la grande paura che attanaglianano il Pistoia Basket. Sono quelle che precedono la sosta del campionato per la Coppa Italia (15-18 febbraio), quelle decisive per la corsa salvezza della The Flexx Pistoia in un campionato in cui- come non mai- la missione sopravvivenza sembra ridotta a un manipolo molto ristretto di squadre.
Un miniciclo dove, forse, più della trasferta di domenica a Brescia contro la squadra rivelazione del girone d’andata (anche se in un momento di calo), si guarda alle prime tre gare del girone di ritorno (la quarta è contro i temibili Lupi di Avellino). Sfida casalinga contro Capo d’Orlando, trasferta a casa della nuova Brindisi di Frank Vitucci (reduce da due vittorie consecutive) per poi ricevere al PalaCarrara la Vanoli Cremona: tre scontri diretti salvezza fondamentali per riscaldare il grande freddo di una classifica che segna un pesante ribasso rispetto agli anni scorsi. Vale a dire -6 dalla quattordicesima giornata dell’ultima stagione, -10 dallo stesso punto di un campionato da record come quello de La più bella di tutte nella prima annata del Diablo a Pistoia, -4 dalle due stagioni targate Moretti, al ritorno in Serie A.
Un freddo siberiano acuito da continui venti avversi in mesi travagliati dall’estate ad oggi, in cui infortuni e scelte affrettate (ad esempio la chiusura del mercato estivo nell’immediato dopo Czyz), hanno congelato un ambiente in cui senza solide fondamenta, anche le impalcature messe dopo scricchiolano.
Eppure oltre al grande freddo della classifica, il nemico numero uno del Pistoia Basket rimane la grande paura. Quella di una squadra che si spegne quando si dovrebbe accendere (vedi i finali mai combattuti dai bincorossi), che spreca quando invece dovrebbe sfruttare situazioni di equilibrio o rimonte come ci sono state anche nelle ultime tre uscite.
Una caratteristica che preoccupa anche di più dei numeri desolanti della The Flexx. Per questo la grande paura è quella sì da picconare fino dalla proibitiva trasferta in casa della Leonessa, come in ogni gara, contro qualsiasi avversario e contro qualsiasi pronostico.
Lottare, combattere, dar battaglia, “arraparsi” invece di intristirsi come dice Esposito: questo devono fare le squadre che lottano per salvare la pelle come deve fare Pistoia. Soprattutto se, almeno ora, nonostante il viavai, il roster ha un altro spessore rispetto a qualche mese fa.
Contro Trento, a Bologna e contro Milano, il Pistoia Basket non ha sfruttato i suoi momenti di luce, mollando (specie nelle due gare casalinghe) lentamente ma inesorabilmente nel finale che nonostante prove più o meno dignitose, i biancorossi non si sono quasi mai combattuti.
I numeri lo dimostrano: delle dieci sconfitte biancorosse solo una ha avuto uno scarto inferiore ai 5 punti (a Venezia ko 84-80, gara precedente alle due vittorie in sequenza contro Torino e Pesaro), poi ce ne sono cinque sotto i 10 punti (Varese, Cantù, Sassari, Trento e Bologna) e quattro più ampie. E se è vero che la serataccia di Reggio Emilia è stata fortunatamente un caso a sé, è sotto gli occhi di tutti che Pistoia difficilmente è arrivata “viva” nei secondi che contano pur con buone prestazioni fatte.
Una caratteristica quella dell’arrendevolezza finale che i pistoiesi si portano avanti dall’inizio, nonostante i cambi e i timidi passi avanti. Una caratteristica che chi lotta per la salvezza non può permettersi. Mai, altrimenti Davide rimarrà sempre Davide e verrà schiacciato sistematicamente da Golia.