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Basket / Serie A

Pistoia Basket, i voti al giro di boa

Le pagelle alla fine del girone d’andata di Serie A non possono essere molto positive per il Pistoia Basket: rimandati i due Johnson, il migliore è Krubally. E Ramagli…

KERRON JOHNSON 5

(14 gare, 29,1 minuti, 12,9 punti, 46,7% da due, 39% da tre e 81% ai liberi, 3 rimbalzi, 4 assist e 14,1 di valutazione)

Tra i migliori delle prime uscite, tra i peggiori nella seconda parte del girone d’andata. Fisicamente non è al top da tempo e questo non lo aiuta, ma alla lunga è il suo ruolo in questa squadra a non convincere. Più guardia che play, al netto di alcune gare disastrose all’insegna delle forzature, ha fatto le cose migliori quando a dettare i ritmi è un altro. Facendosi spesso risucchiare dal buio delle sconfitte più impietose. Capotribù cercasi.

DOMINIQUE JOHNSON 5

(15 gare, 30,9 minuti, 14,1 punti, 39% da due, 38,7% da tre, 71% ai liberi, 2,9 rimbalzi, 2,7 assist e 9,2 di valutazione)

Che sia stato decisivo nelle 4 vittorie biancorosse (e le gare sufficienti sono poco di più) evidenzia quanto i suoi punti, il suo carisma e la sua leadership siano fondamentali per l’Oriora. Che di fatto si sono visti troppo poco in un girone d’andata ampiamente al di sotto delle aspettative. Tra problemi di equilibrio e bizze da convivenze forzate (con KJ), il suo apporto è mancato. Serve un cambio di passo, sempre se rimarrà.

L.J. PEAK 6

(15 gare, 28,9 minuti, 12,7 punti, 49% da due, 32,8% da tre, 50% ai liberi, 2,7 rimbalzi, 1,7 assist e 9,3 di valutazione)

Giovane, catapultato in Europa dopo un anno senza pause, in una squadra in cui il suo apporto è decisivo e senza alternative (nel suo ruolo). Il compito del ventiduenne giramondo non era facile e fin qui le difficoltà si sono viste tutte, tarpando le ali ad un prospetto molto interessante che dei numeri li ha. Discontinuo, a volte dimesso, spesso non ha avuto il supporto necessario. Eppure Esposito e Diana se lo sognano ancora nei loro incubi. In cerca della scintilla.

PATRIK AUDA 6

(15 gare, 26,5 minuti, 11,9 punti, 55,7% da due, 36,8% da tre, 71,4% ai liberi, 4,9 rimbalzi, 1,1 assist e 11,9 di valutazione)

Bocciato a metà girone d’andata insieme al progetto di squadra disegnata in origine, ha saputo recuperare autorità strada facendo. Per l’arrivo di Gladness che ha assestato il suo ruolo e di una personalità che sta venendo fuori. Sua (numericamente e non solo) la mano più garbata del quintetto, anche da lontano. A trazione anteriore, difensivamente fatica.

OUSMAN KRUBALLY 6,5

(15 gare, 32,5 minuti, 12,4 punti, 57,6% da due, 53,1% ai liberi, 10,8 rimbalzi, 1 assist e 18,2 di valutazione)

Come impegno e combattività meriterebbe 10 e lode. Anche perchè si sbatte con giocatori spesso più grandi e grossi di lui, riuscendo a mantenersi da inizio anno tra i migliori rimbalzisti del campionato. Ci sono anche 6 gare in doppia doppia ma anche molti errori sottocanestro e una percentuale ai liberi che grida vendetta.

MICKELL GLADNESS 6

(6 gare, 14,7 minuti, 6,3 punti, 60% da due, 66,7% ai liberi, 4,3 rimbalzi, 7,8 di valutazione)

Prima dell’infortunio stava crescendo in quello che è il suo ruolo, ovvero far sentire la presenza in area e dare un contributo sia come intimidatore per gli avversari, sia portando un po’ di punti. In linea con le aspettative. Difficile chiedere di più.

GIANLUCA DELLA ROSA 5,5

(14 gare, 1,8 punti, 10,9 minuti, 16,7 da due, 31,8 da tre, 50% ai liberi, 1,3 rimbalzi, 1,4 assist, 1,9 di valutazione)

L’approccio freddino ad un campionato in cui è molto atteso (e in cui da pistoiese sente tanto la responsabilità) si sta riscaldando, grazie a quella grinta infinita nel dna di Della. Che nonostante una prima parte difficile (e un minutaggio ridotto), lo vede in crescita. Non gli vengono lasciati gli spazi dell’anno scorso e le percentuali sono bassine, ma spesso la sua energia dalla panchina ha scosso la squadra. Non basta, ma la strada è quella giusta.

MATTEO MARTINI 6

(15 gare, 2,7 punti, 9,5 minuti, 30,8% da due, 37,5 da tre, 77,8% ai liberi, 1,1 rimbalzi, 0,6 assist e 1,2 di valutazione)

Esordiente assoluto per la serie A in un ruolo dove davanti ti trovi solitamente i terminali avversari, il granitico livornese che l’A1 l’aveva vista solo in tv, ha provato a farsi sentire soprattutto in difesa. Con risultati alterni, ma sempre con la faccia giusta. Gregario puro.

RICCARDO BOLPIN 6

(15 gare, 6,1 punti, 17,6 minuti, 46,9% da due, 40,9% da tre, 58,3% ai liberi, 1,9 rimbalzi, 1,3 assist e 4,8 di valutazione)

Un po’ in ombra nelle ultime uscite, è stato tra i migliori delle prime 10 giornate, portando freschezza e punti dalla panchina. Jolly che Ramagli usa in più ruoli, spesso si è visto anche da play e non ha demeritato. Risorsa preziosa.

LUCA SEVERINI 5,5

(13 gare, 2,4 punti, 12,4 minuti, 61,5% da due, 26,3% da tre, 2,2 rimbalzi, 0,6 assist, 1,8 di valutazione)

Ha iniziato con un buon minutaggio e risultati alterni, come da copione per un esordiente assoluto (a parte gli scorci di A1 nel primo anno del Diablo). Poi è uscito dai radar di Ramagli anche per l’arrivo di Gladness e ora che non c’è, sta giocando di più. Facendo trovare pronto soprattutto in difesa. In cerca di “confidence”.

DI PIZZO S.V.

Quindici gare a referto, due volte in campo: un minuto contro Milano e due contro Trieste.

QUERCI S.V.

Quattoridici convocazioni e un minuto di passerella al Forum di Assago contro Milano.

COACH ALESSANDRO RAMAGLI 5,5

Il progetto estivo disegnato con la società è stato bocciato col passaggio al 6+6. Al di là di equilibri precari, giocatori sotto le aspettative e coperta corta (che faceva parte del pacchetto), la sua Oriora rimane indecifrabile. Passando da prestazioni inaccettabili senza mordente, a guizzi di pregevole fattura. Con un paio di partite regalate che pesano. Il lavoro dello staff è evidente ma la continuità latita.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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