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Basket / Serie A

Pistoia Basket, mission impossible contro Venezia: serve il “sesto uomo”

Dopo la sconfitta rimediata in quel di Pesaro, si attende una risposta di pubblico importante per la prima casalinga del Pistoia Basket, impegnato contro la corazzata di coach De Raffaele. Ma la campagna marketing della società biancorossa non ha certo entusiasmato i tifosi biancorossi

La “prima” del Pistoia Basket è andata. E’ andata in scena su un palco importante come l’Adriatic Arena di Pesaro, tempio di una piazza di antica gloria che non ha mancato l’appuntamento con il battesimo dei suoi giganti e ha visto quasi 4000 presenze. E’ andata in scena con una prova interessante dal finale indigesto per i ragazzi di Ramagli. Che, naturalmente visto il peso della posta in palio tra due squadre che hanno dimostrato di equivalersi, si è preso “la scena” sul resto.

Sulla prova grintosa dell’Oriora, sulla leadership concreta di Kerron Johnson e sulla risposta “presente” in quanto a voglia di lottare di tutta la squadra. Indicazioni che danno fiducia nell’ottica di un campionato di trincea quale aspetta i biancorossi. Certo a Pesaro ci sono stati anche molti aspetti meno brillanti, alcuni attesi da una squadra in cantiere (il calo finale, un Peak combattivo ma grezzo, l’inesperienza della panchina), altri meno come la serata grigia di alcuni punti di riferimento ad iniziare dal capitano.

Ragionare ed analizzare tutto questo è necessario, rimuginare troppo su una reale occasione persa come è sembrata quella di Pesaro, meno. Perché c’è da guardare avanti, a quel campionato tutto da giocare e che domenica aspetta Pistoia all’esordio casalingo contro la Reyer Venezia.

Esordio casalingo, due parole che – speriamo – valgano da sole il picco di quella febbre da basket che solitamente sale a Pistoia con l’inizio dell’autunno ma che finora non sembra aver contagiato la città. A differenza del passato lontano e recente. Mentre del sesto uomo, proprio in questa stagione iniziata con il chiaro intento di salvare la pelle, il Pistoia Basket ha particolarmente bisogno. Certo è che, riavvolgendo il nasto di una lunga estate, occasioni che aiutassero ad accendere il fuoco tra club e tifosi, per far passare con più efficacia il messaggio e gli sforzi dichiarati dalla società, ce ne sono state poche.

Si è deciso di fare una presentazione “flash” della squadra, nessun evento esterno al PalaCarrara se non quello a carattere pubblicitario dello sponsor in cui i giocatori hanno fatto una capatina. Arrivando alla scelta del capitano e al lancio della nuova maglia appiattiti sull’inizio di campionato e passati quasi in secondo piano. Poche occasioni pubbliche (con l’unica amichevole casalinga al netto del solidale torneo Bertolazzi, a pagamento anche per gli abbonati), in cui pubblicizzare ad esempio una campagna abbonamenti con tante promozioni.

Che, a tre giorni dalla chiusura, vede numeri lontani dai picchi degli ultimi anni che sembravano aver tolto a Pistoia l’etichetta di città diffidente, che non si abbona ma che comunque al momento giusto è pronta a dare il suo contributo. Regalando cornici di pubblico spettacolari, fuochi d’artificio del tifo e calore da bombonera. Con abbonamento o biglietto in tasca, poco importa.

I prezzi dei biglietti, guardandosi in giro, mantengono il PalaCarrara tra i palazzetti meno costosi d’Italia: a Pesaro, ad esempio, i ticket delle singole gare vanno dai 20 in curva (a Pistoia 18) ai 35 del parterre (26 nelle gradinate di via Fermi) e poi su fino a 100 euro. Con l’abbonamento però all’Adriatic Arena, e in molti palazzetti con biglietti pesanti, si risparmia assai.

Calcoli, confronti, critiche, speranze: nella testa del tifoso giustamente ci sta tutto. Specie dopo un’estate come quella del Pistoia Basket con tanti cambiamenti tecnici, alcune novità essenziali come lo sponsor e alcuni nodi pendenti come quello del PalaCarrara, inteso come impianto da serie A. Ma il richiamo del campo, solitamente, è sempre stato più forte da queste parti. Vedremo se sarà così anche in una domenica che chiama in causa l’unica, attuale Basket City della Toscana.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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