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Basket / Serie A

Pistoia Basket, un lupo di mare per una navigazione tranquilla in Serie A

È ufficialmente iniziata l’era Ramagli al Pistoia Basket: un livornese di scoglio per uscire sani e salvi dal burrascoso mare che attende i biancorossi nel prossimo campionato

È ufficialmente iniziata l’era Ramagli al Pistoia Basket: Inizia con l’anno zero, come giustamente ricordato dal neocoach biancorosso, dal punto di vista tecnico dopo due cicli importanti come quelli di Paolo Moretti e Vincenzo Esposito. E soprattutto- questo lo aggiungiamo noi- dal punto di vista societario con un nuovo presidente, nuove forze e nuovi bilanciamenti nel cda che dovranno subito misurarsi con diverse questioni: la ricerca di un nuovo main sponsor che adesso manca per rinforzare un budget evidentemente limitato, come sempre e forse anche più di sempre, visti i postumi dell’ultima stagione, e la questione palazzetto. Tanti punti interrogativi, che il carisma di Alessandro Ramagli almeno per un giorno hanno fatto passare in secondo piano.

Il tecnico livornese “di scoglio” come si definito con un sorriso nella sua energica presentazione a stampa e tifosi, si è descritto come un lupo di mare, con la pelle annerita dal sole della pallacanestro. Una parte importante della sua vita per lui, 54 anni, di cui almeno 30 in panchina fin da giovanissimo a plasmare generazioni di livornesi in quella scuola incredibile che era il Don Bosco Livorno.

Come i lupi di mare sanno scrutare l’orizzonte delle onde, Alessandro Ramagli è uno che ne ha viste molte sotto le plance. Facendo capire di riuscire a convivere con situazioni molto diverse. Come lo sono, tanto per andare molto dietro nel tempo, Virtus Bologna e Pistoia. Piazza vicine geograficamente ma agli antipodi per tante cose, dove la pressione che indubbiamente c’è nella parte bianconera di Basket City è direttamente proporzionale ai quattrini che a casa Virtus ci sono rispetto al versante sud dell’Appennino.

Per questo con l’immagine delle maniche arricciate, dei battelli di diversa cilindrata che comunque hanno i loro obiettivi, Alessandro Ramagli ha convinto nella cosa attualmente più importante: la consapevolezza dell’ambiente che trova a Pistoia. Un ambiente appassionato, caldo, con una storia che da ex rivale conosce bene ma dove i miracoli e le favole spesso sono figli delle idee (che lui stesso ha citato come segreto nella pallacanestro di oggi) più che dei soldi.

Nell’anno zero del Pistoia Basket: ci vorranno idee, concretezza e quella grande conoscenza del basket che Ramagli ha trasmesso in mezz’ora di intervista, rispondendo a tutte le domande, strappando un sorriso con battute mai fini a sé stesse ma calzanti. Il “mi garba” su Severini (unico giocatore sotto contratto a Pistoia), il primo sms ricevuto dopo la nomina di allenatore di Pistoia di un genio e sregolatezza come Alessandro Gentile, la specificazione puntuale e attuale che il “prima gli italiani” riguardo al mercato non ha nulla a che fare con lo slogan politico. Sono alcune delle sfumature nitide del primo allenatore livornese sulla panchina del Pistoia Basket, collante di due realtà che nell’ex basket valley toscana si davano battaglia insieme a Siena e Montecatini anche in serie A. E che oggi guardano alla Pistoia in salsa labronica di Ramagli, come la punta di diamante di ciò che resta della palla a spicchi toscana. Un patrimonio che Ramagli dovrà lustrare al meglio. Come i lupi di mare, fanno con le loro barche.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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