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Basket / Mercato

Pistoia Basket, ecco quanto costa il passaggio al 6+6

Probabilmente le malelingue si fermeranno. Il passaggio al 6+6 e i relativi costi dimostrano come la società Pistoia Basket sia disposta a tutto per rimanere in Serie A

Il Pistoia Basket ha deciso di passare al 6+6, una mossa considerata da quasi tutti necessaria per poter competere nella lotta salvezza e correggere in corsa il roster allestito per la stagione, dimostratosi inadeguato nelle prime sei giornate di campionato. La società biancorossa, che appena quindici giorni fa aveva escluso categoricamente questa possibilità per bocca del presidente Massimo Capecchi, ieri ha fatto pubblicamente retromarcia, spiegando di aver reperito l’extra budget necessario per questa operazione con l’aiuto dei soci, insieme a vecchi e nuovi sponsor. Ma quanto è costata precisamente questa operazione? Le cifre ufficiali non ci sono, ma è comunque possibile provare a ricostruirle, arrivando ad un totale verosimile, una cifra che nelle migliori delle ipotesi si aggira di poco sotto i 200.000,00 €. Vediamo dunque quali sono stati i costi del passaggio al 6+6 e come pesa questa scelta sul bilancio del Pistoia Basket, sia in termini di nuovi costi da fronteggiare, sia per i mancati introiti dei premi di valorizzazione degli italiani.

La prima voce certa, la punta dell’iceberg, è la luxury tax che la Federazione chiede per poter passare dalla tipologia di squadra con cinque italiani e cinque stranieri, alla formula che prevede sei giocatori con passaporti esteri e sei con nazionalità italiana. Quindi i famosi 40.000,00 € di tassa da pagare contestualmente alla scelta di allungare le rotazioni dei biancorossi con l’arrivo di Mickell Gladness. Comprando il nuovo giocatore ovviamente vanno sommati i costi relativi al suo tesseramento, ovvero i 12.500,00 € da pagare alla Federazione, insieme allo stipendio del giocatore. Per questa voce ovviamente non trapelano le cifre ufficiali dalla società, ma con una stima abbastanza realistica dovrebbe essere di 80.000,00/90.000,00 € lordi, ovvero comprensivi delle tasse da pagare. Al giocatore poi bisogna garantire un vitto, un alloggio e tutta una serie di benefit per il suo soggiorno a Pistoia, molti dei quali magari offerti dagli sponsor, ma comunque costi anche questi che hanno un’incidenza, quantificabile almeno in altri 10.000,00 €. La formula di Pistoia obbliga comunque a tesserare anche un altro italiano e pure questa operazione costa, nonostante per l’OriOra sia una pura e semplice formalità da espletare aggiungendo un ragazzo delle giovanili, il cui nome verrà annunciato al massimo la prossima settimana. Per la sua aggiunta al roster il Pistoia Basket non dovrà pagare i 12.500,00 € di tesseramento, cifra non richiesta fino allo svincolo del ragazzo. Per legge però dovrà ricevere uno stipendio, di fatto il minimo salariale previsto per i giocatori italiani di Serie A, ovvero una cifra lorda che si aggira sui 20.000,00 €. Già così la botta economica dell’operazione sarebbe rilevante perché stiamo parlando di un totale di 162.500,00 € nella più economica delle ipotesi.

A questa cifra però vanno aggiunti anche i mancati premi per la valorizzazione degli italiani per cui Pistoia non concorre più avendo adottato il 6+6. Qui ovviamente non ci sono certezze, solo ipotesi provando ad immaginare come sarebbe stata la classifica del minutaggio degli italiani se i biancorossi fossero rimasti con la formula del 5+5. Partiamo allora con la certezze: i premi da ripartire tra le migliori cinque formazioni che usano solo cinque stranieri sono in totale 500.000,00 €.  La cifra è così suddivisa: 350mila euro per l’utilizzo di giocatori Under 28 o anche Over 28 che però abbiano giocato in Nazionale negli ultimi tre anni; 150mila euro per l’utilizzo dei giocatori Under 25). La spartizione dei due premi tra le migliori cinque sarà in percentuale del 35%, 25%, 15%, 15% e 5%, ma è importante sottolineare che il premio italiani non sarebbe stato corrisposto in caso di retrocessione (quello per gli Under 25 si).

Fino a lunedì erano cinque le società con la formula del 5+5, ovvero Cremona, Pistoia, Reggio Emilia, Brescia e Trento, con queste ultime tre comunque attive sul mercato e dunque non del tutto restie al passaggio al 6+6 in corsa. Insomma, alla luce della situazione, a fine stagione per Pistoia il premio per la valorizzazione degli italiani sarebbe stata un’entrata certa. Quindi,nella peggiore delle ipotesi, ovvero Pistoia ultima delle cinque in queste due classifiche, la società biancorossa avrebbe rinunciato ad altri 25.000,00 € sicuri. Visto però che l’OriOra  ha in rosa tutti giocatori molto giovani, il premio per gli under 25 sarebbe stato verosimilmente molto alto, corretto dunque ipotizzare almeno 37.500,00 € per la valorizzazione di Della Rosa, Severini, Di Pizzo e Bolpin, a cui aggiungere almeno una quarta piazza nella graduatoria degli Under 28, con l’incasso di altri 52.500,00 €. Fosse finita così il mancato incasso sarebbe stato di 90.00,00 €, che uniti ai 162.500,00 € per il passaggio al 6+6 portano il conto finale a 252.500,00 €, davvero una cifra pesante per le casse del Pistoia Basket. Ricordiamo, però, che il premio italiani (eccetto quello per gli under 25 valorizzati) non viene erogato in caso di retrocessione.

Alla luce di questi conteggi, indicativi, ma comunque realistici e molto vicini alla realtà, si può capire perché la società abbia ponderato e vagliato con cura la decisione. Di qui la scelta, prima rinnegata con forza e poi alla fine intrapresa quasi per disperazione e per necessità, di passare al 6+6. Del resto, con il mercato degli italiani fermo e senza nomi in grado far svoltare realisticamente la squadra, questa era l’unica strada percorribile per correggere in corsa le scelte sbagliate dell’estate e ridurre al minimo il rischio di perdere altro tempo senza ingranare la marcia giusta. Un salasso fatto per dimostrare a tutto e tutti che il Pistoia Basket vuole rimanere in Serie A, aggrappandosi alla soluzione più costosa per guarire dai suoi mali, con la speranza di aver gettato le basi per incominciare la rincorsa verso il paradiso.

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Originario di Montecatini, giornalista, dal 2005 scrive su Il Tirreno e dal 2014 anche per Pistoia Sport. Ama in maniera viscerale lo sport e le sue storie. Nel tempo libero cerca di imitare le gesta sportive dei campioni, con scarsi risultati. Tattico "ad honorem" della redazione.

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