Zizzi's Corner
Pistoiese, una manita destinata a lasciare strascichi pesanti
La cinquina rifilata agli arancioni dalla Carrarese è un duro colpo da digerire. E gli effetti nefasti potrebbero non limitarsi alla sola eliminazione dai playoff di Serie C
11 maggio 2018: una delle pagina più buie e avvilenti dello sport arancione. Una manita che fa male e tanto, quella subita dalla Pistoiese al cospetto di una Carrarese che, nella serata dello stadio dei Marmi, è apparsa di almeno due categorie superiore ad Hamlili e compagni.
Non è valso avere come porta fortuna il fatto di giocare di venerdi ed ancora in diretta tv, come nell’unica e precedente vittoria esterna ad Arezzo, per sfatare un pronostico che dava la squadra di Indiani nettamente sfavorita. Praticamente non c’è stata mai gara, o almeno è durata troppo poco per sperare in qualcosa di diverso da quello che poi si è materializzato.
E la mortificazione, la rabbia, viene raddoppiata se pensiamo che in questa occasione i tifosi arancioni, come non accadeva da tanto tempo, si erano mossi in tanti, fiduciosi di poter sovvertire un pronostico che vedeva gli amati colori nettamente sfavoriti. Loro la partita l’hanno vinta ugualmente perchè hanno dimostrato quale sia il significato vero di “attaccamento alla maglia”. Una dimostrazione di affetto che stride profondamente su ciò che la gran parte degli atleti con addosso l’arancione, non hanno affatto onorato.
In pochissimi si sono salvati da un naufragio e dall’entità pesante di un risultato che ha fatto tornare indietro la mente a tre stagioni fa, campionato di Lega Pro 2014/2015 con Cristiano Lucarelli in panchina, quando gli arancioni andarono incontro a due clamorosi rovesci interni contro la Spal (1-5) e Reggiana (0-4), oltre ad un 3 a 6 ad Ascoli.
LE COLPE DI INDIANI Certo, oltre agli atleti una gran fetta di responsabilità spetta a lui, Paolo Indiani, che per l’ennesima volta si è presentato, in una gara nel quale l’unico risultato possibile per andare avanti era la vittoria, con il solo Franco Ferrari di punta; un atteggiamento che ha favorito l’interpretazione, diametralmente all’opposto degli uomini di Silvio Baldini, apparsi freschi fisicamente e superiori tecnicamente.
L’infortunio occorso a Zullo dopo neppure 60 secondi, può aver sconvolto gli interpreti dell’intera retroguardia arancione, ma così come a Grosseto contro il Gavorrano, è mancata (in tutti!) quella cattiveria agonistica necessaria per superare gli avversari. A farla da padrona anche una tangibile stanchezza che ha segnato le prestazioni di coloro che sino ad oggi erano stati gli emblemi del campionato.
Al termine poi, come se non bastasse il clamoroso rovescio, si sono susseguite polemiche che hanno investito i giocatori, rei di rispondere ai tifosi con applausi interpretati da alcuni come ironici e gesti non proprio da fair play, oltre alle dichiarazioni di un inc….issimo presidente Ferrari, il quale si è lasciato andare ad una emblematica frase che racchiude in se tutta la rabbia e la delusione provata:”Le partite si vincono attaccando e non difendendo. Abbiamo fatto quello che voleva la Carrarese”.
Un modo chiaro ed esplicito di lanciare un j’accuse all’allenatore di Certaldo che a questo punto, nonostante un altro anno (previsto da contratto n.d.r.) sulla panchina arancione, vede molte nubi addensarsi sulla propria permanenza a Pistoia. Certamente ne sapremo di più nei giorni a venire, considerato che da ora in poi all’interno della società, si lavorerà per il prossimo campionato, cercando ogni sforzo possibile per fare un ulteriore step mirato a migliorare il roster della squadra e per tornare ad essere tra i protagonisti della terza serie professionistica.
Lo chiedono quei 400 tifosi che erano a Carrara, oltre a coloro che settimanalmente si sono sciroppati chilometri su chilometri per tutto l’anno, allo scopo di essere vicino alla loro beneamata, lo chiedono anche tutti quelli che hanno ancora a cuore le sorti della squadra arancione.