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Calcio / Serie C

Lo spunto tattico di Pistoiese-Pisa: il lavoro sporco di Surraco e la scelta di De Cenco

Il derby fra Pistoiese e Pisa rivisto con la nostra lavagna tattica: grande movimento, con e senza palla, di Surraco per aprire le scorribande di Hamlili e Minardi. De Cenco? Partita negativa ma la scelta di mister Indiani era giusta

Il risultato della partita contro il Pisa non è positivo, però in termini di prestazione sportiva la gara non è certamente da buttare per la Pistoiese. Fino al rigore che ha permesso agli ospiti di sbloccare il risultato la prova dei ragazzi di mister Indiani è stata solida, con gli arancioni che hanno saputo contenere gli avversari senza venire schiacciati e senza subire in maniera passiva il loro gioco. In fin dei conti la gara, terminata con il successo dei pisani, avrebbe potuto concludersi con qualsiasi risultato ed il rigore sbagliato da De Cenco pesa come un macigno. Sono due gli aspetti da mettere in evidenza sulla sfida, ve li proponiamo.

IL LAVORO DI SURRACO Il primo spunto riguarda sicuramente il lavoro svolto da Surraco in campo. Il giocatore, già fondamentale dal suo ingresso in campo nella rimonta con il Prato, anche con il Pisa ha avuto un peso importante nel gioco arancione. Surraco, in fase difensiva, è stato il primo interditore della manovra dei neroazzurri. Il trequartista arancione, schierato alle spalle di De Cenco, è stato fondamentale per obbligare il Pisa a lavorare sulle corsie esterne, iniziando l’azione di costruzione del gioco dai terzini e non dai centrali di centrocampo.

Il suo lavoro su Gucher è stato costante ed efficace, con il regista basso degli avversari che ha faticato molto a impostare a testa alta perché limitato dalla pressione di Surraco e quindi non libero di giocare palloni veloci da suggerire in profondità. Questo suo lavoro, oltre che condizionare il gioco del Pisa, costretto a far viaggiare la palla sulle corsie piuttosto che per vie centrali, ha impedito anche che i pericolosi attaccanti neroazzurri venissero innescati con passaggi filtranti, situazione che sarebbe stata problematica, soprattutto per le caratteristiche di Priola e Zullo. Al tempo spesso un buon lavoro di interdizione lo hanno fatto anche Minardi e sorpatuttto Hamlili, quest’ultimo in particolare attento e puntuale nel togliere giocate facili e tranquille a Di Quinzio quando era lui a provare a impostare il gioco.

RIPARTENZE CON INSERIMENTI Detto della prima fase difensiva degli arancioni, merita un focus anche la strategia con cui Indiani ha deciso di attaccare gli avversari. Lo schieramento con una prima punta, un altro attaccante alle sue spalle e il centrocampo folto, è stato fondamentale per non schiantarsi contro la difesa più solida e meno perforata del campionato. Pensare di sfidare nell’uno contro uno Lisuzzo e compagni rischiava di essere una fatica inutile e deleteria, così la Pistoiese ha pensato di provare ad allargare la retroguardia neroazzurra con i movimenti di De Cenco a spostarsi sulla corsia di destra, favorendo gli inserimenti a rimorchio soprattutto di Hamlili e Minardi. Ovviamente il tutto possibile con i palloni recuperati a centrocampo e soprattutto la capacità di Surraco di saltare l’uomo e guidare il contropiede. La sua posizione tra le linee nelle ripartenze arancione ha costretto diverse volte un difensore avversario a uscire dalla linea a quattro per chiudere, così la Pistoiese ha potuto impegnare la retroguardia avversaria e creare alcune pericolose occasioni per provare a far male ai rivali.

LE SCELTE DELL’ATTACCO Dalle due riflessioni sopra proposte si capisce come le scelte di mister Indiani siano state ponderate e soprattutto mirate al tipo di gioco che la Pistoiese ha poi proposto in campo.

In particolare le scelte in attacco dove, con il piano tattico proposto dall’allenatore in questa partita, per la squadra sarebbe stato impossibile sostenere la coppia d’attacco composta da Ferrari e Vrioni. Nessuno dei due infatti, per caratteristiche e peculiarità, avrebbe potuto garantire il lavoro svolto da Surraco nelle due fasi del gioco.

Qualche osservazione casomai si può muovere sulla scelta di De Cenco rispetto agli altri attaccanti orange. Al netto di probabili necessità di turnover, ricordiamo infatti che la Pistoiese è impegnata in un tour de force che la vedrà in campo quattro volte in dodici giorni, la scelta di schierare il giocatore di origini brasiliane probabilmente è stata dettata anche dalla necessità di avere un giocatore capace non solo di difendere il pallone e prendere falli, ma anche di allargarsi e di dare tempo ai compagni del centrocampo di inserirsi, prendendo così di infilata la difesa pisana.

Rispetto alle caratteristiche di Ferrari, più bravo magari a difendere il pallone e far salire la squadra, o a quelle di Vrioni, specialista nell’attaccare la profondità e bruciare sul passo e sul movimento i difensori, De Cenco si sposava di più al tipo di lavoro che il mister aveva scelto per provare a fare male al Pisa. Per un’ora la Pistoiese così schierata ha tenuto testa ad un Pisa non brillantissimo, in una partita viva e divertente, il vantaggio degli ospiti e l’andamento della gara hanno successivamente obbligato il mister a cambiare tutto per provare l’assalto finale, inserendo Ferrari prima e Vrioni poi, passando di fatto ad un assetto offensivo molto più pesante.

 

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Originario di Montecatini, giornalista, dal 2005 scrive su Il Tirreno e dal 2014 anche per Pistoia Sport. Ama in maniera viscerale lo sport e le sue storie. Nel tempo libero cerca di imitare le gesta sportive dei campioni, con scarsi risultati. Tattico "ad honorem" della redazione.

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