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Due vittorie su otto come l’anno scorso: spread invariato per l’Oriora Pistoia Basket
Con la sosta del campionato, è tempo di primi bilanci: molto bene Brindisi e Pesaro, mentre vanno peggio rispetto a dodici mesi fa corazzate come Torino, Trento, Brescia e Sassari. Stesso bottino per Pistoia Basket e Reggio Emilia, contro la quale però la truppa di Ramagli ha già vinto
Spread cestistico invariato per l’Oriora Pistoia Basket che arriva alla prima sosta azzurra della stagione con gli stessi 4 punti dell’anno scorso. Grazie alla “presa” della bombonera di Sassari (PalaSerradimigni) e del salotto del basket reggiano (PalaBigi), il differenziale tra l’ultimo campionato del Diablo e il primo di Alessandro Ramagli è nullo. E, cosa molto più importante, con due blitz storici l’Oriora ha agganciato l’ultimo vagone della classifica da cui si era sideralmente staccata dopo sei gare.
La sosta arriva puntuale per ricaricare le energie, recuperare gli acciaccati (che quest’anno come l’anno scorso non sono mancati ad ostacolare una squadra costruita con tanti rischi) e inserire Gladness. Ma anche per riflettere sulla reale portata della metamorfosi della squadra di Ramagli. Pistoia, con le ultime due vittorie, è finalmente entrata anche con un po’ di prepotenza in un campionato in cui sembrava essere (ed essersi) condannata ad un ruolo di comparsa.
La squadra ha finalmente preso la picozza e l’imbragatura per scalare la montagna, che tale rimane. Perché se in due settimane molto è cambiato, almeno si spera, in casa Oriora, a non cambiare è la salita si ha davanti. In un campionato che, dopo otto giornate, vede con lo spread positivo tutte le squadre che sulla carta dovevano essere le sue avversarie nella corsa salvezza.
Il salto più grosso è quello di Brindisi (6 punti in più) trascinata dall’eterno Banks, poi Pesaro (+4 che corre sull’asse McCree-Blackmon, arrivati via Milano) a 8 punti insieme a Trieste a giocarsi in questo momento i playoff e l’accesso alle Final Eight di Coppa Italia. Tutte squadre che con il Pistoia Basket hanno già vinto.
E’ vero che i pronostici iniziali spesso sono smentiti dal campo (e Pistoia nel suo passato su questo ci ha costruito i suoi campionati miracolosi) ma ad ora, è impossibile non avere un brivido nel vedere la lotta salvezza con squadroni blasonati (e più ricchi) del Pistoia Basket. Da Torino (-8 punti rispetto all’anno scorso) a Trento (-2, ma anche dodici mesi fa aveva avuto una partenza diesel), con Brescia (-10) e Sassari (-2) poco più su.
Il tutto in una classifica fluida senza balzelli, mentre l’anno scorso le prime 5 erano staccate dal resto.
Unica a rimanere in trincea con Pistoia è Reggio Emilia, ormai lontana dai tempi d’oro, che ha gli stessi 4 punti dell’anno scorso. Per questo il blitz del PalaBigi, primo scontro salvezza vinto dall’Oriora su quelli finora disputati, vale doppio.
Un blitz nel segno del tiro da tre (71,4% dall’arco a Reggio, record assoluto in serie A) e della panchina, belle scoperte chiamate alla conferma dopo la sosta di una squadra che nelle prime giornate proprio lì era mancata. Alessandro Ramagli sa che la strada è lunga, lo ha detto nella sala stampa reggiana ritrovando quello slang da Ovosodo che sa di grande distensione dopo settimane tirate. Sa che per salvare la pelle, bisogna continuare a lottare. In un campionato tutto da giocare, sperando che il gioco in campo rimanga l’unico giudice per i verdetti finali. In un contesto di regole che valgono per tutti.
Altrimenti il “tiro al bersaglio” che si vuole evitare su qualche realtà, sarà sull’intero campionato, sull’intero movimento che da anni cerca il rilancio e da anni vede la propria credibilità (oltre che la qualità) vacillare.