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Basket / Serie A

Legabasket da zero a dieci: un terzo di campionato se ne va

In questa puntata di Reverse diamo un voto a tutti quegli aspetti che hanno caratterizzato, in positivo o in negativo, queste prime dieci giornate di Legabasket Serie A. Aspettando lo sprint natalizio

Dieci giornate, un terzo del campionato di Legabasket: presto-tardi per dare i primi giudizi? Noi ci abbiamo provato, sapendo che l’abbuffata delle feste con 5 turni in poco più di 15 giorni da cui ad esempio scaturirà lo scacchiere di partenza delle Final Eight di Coppa Italia, può cambiare tutto. Classifica edumore dal nord al sud dello stivale dei canestri. Intanto ecco le prime dieci giornate di serie A “da zero a dieci”.

VOTO 10 Milan l’è un gran Milan. Dieci vittorie consecutive, record assoluto nella storia delle scarpette rosse, che Simone Pianigiani II firma a nove anni dal decalogo iniziale di Siena (’09/’10). La resistenza all’assalto dei “mori” di Vincenzo Esposito dopo i 45′ di battaglia a Sassari è la conferma che oltre ai lustrini della maison Armani, c’è la sostanza di giocatori davvero importanti. Ma il tabù da sfatare per Milano rimane l’Europa.

VOTO 9 alla Next Gen Cup. L’abbiamo vista live a Pistoia, la primavera biancorossa l’ha nobilitata ma non è solo per questo che la Coppa Italia Under 18 è sembrata una boccata fresca nell’aria “rancida” (cit. Scariolo) del basket italiano. Ci sono cose da limare (i prestiti selvaggi in primis) ma è una bella vetrina per i giovani (e chi più dell’Italia dei canestri ne ha bisogno) che può essere da stimolo alle società.

VOTO 8 a Varese (e Ronnie Moore). Terzo posto in classifica conquistato con una volata di cinque vittorie filate tra cui la “presa” del Taliercio di Venezia. A Masnago si torna a sognare e a ben ragione perchè con la crisi delle presunte avversarie del tandem Milano-Venezia, l’Openjobmetis è invece una realtà di alto livello. Dall’esplosività del Diablo alla concretezza dell’Artiglio nazionale, l’ex capitano pistoiese Ronnie Moore rimane un ottimo direttore d’orchestra.

VOTO 7 a James Blackmon ed Erik McCree, asse play- pivot di una Vuelle Pesaro partita tra i soliti mille dubbi e meritatamente a metà classifica grazie anche ai due migliori realizzatori del campionato. 21,5 punti di media per il play “luna nera” anche di Pistoia alla prima, 20 per l’ala entrambi al debutto in Italia. Due americani decisivi come servono a chi si deve salvare. E se li paga Milano è tutto più facile.

VOTO 6 al trio Brindisi- Pesaro- Trieste, deputate rivali salvezza di Pistoia, dopo 10 giornate, tutte sopra l’ultimo posto con l’esperta squadra pugliese e la matricola triestina attualmente in zona Final 8. Nel loro cammino da aspiranti rivelazioni, hanno già battuto Pistoia che invece si trova in un affollato e paludoso ultimo posto con squadre con ben altra caratura e ben altri soldi da spendere.

VOTO 5 all’Oriora Pistoia Basket. Rispetto a qualche settimana fa quando sembrava un corpo estraneo al campionato, i passi avanti sono stati notevoli. Il lavoro di Ramagli che ha saputo scuotere la squadra (forse più del lungo tira e molla che ha portato al cambio di formula) è evidente. Ma l’equilibrio rimane precario e, come ha confermato il ko con la Virtus, il pacchetto Usa non traina la panchina operaia come dovrebbe. All’ uomo di scoglio, il compito di sciogliere il rebus.

VOTO 4 al Premio Italiani, diviso in 4. Ovvero Cremona, Brescia, Trento e Reggio Emilia, le “reduci” fedeli alla linea del 5+5. Formula abbandonata da Pesaro e Pistoia in corso d’opera, con tanti saluti all’eventuale premio in denaro. Premio corposo visto che la torta sarà divisa in quattro fette. Numero record ma anche negli scorsi anni (quando anche Pistoia ne aveva usufruito) spesso in lizza non c’erano nemmeno la metà dei club. E’ davvero così che si valorizza il “made in Italy”?

VOTO 3 alla Fiat Torino, prossima avversaria di Pistoia, altra squadra in crisi come lo era la Virtus Bologna rilanciata proprio al PalaCarrara. Grossi investimenti, grandi nomi (tra cui la leggenda Larry Brown) e pochi risultati: ultimo posto in campionato e zero vittorie in Europa. Il bilancio costi benefici è probabilmente il peggiore del campionato.

VOTO 2 al Rompicapo Coppe Europee. Chi ci capisce qualcosa è davvero bravo. Sarà la nostalgia per le due competizioni europee a cui si accedeva con i meriti del campo, sarà che nonostante le tante partecipazioni, l’Italia in questi anni non è stata poi così protagonista, ma l’obiettivo di aumentare livello e appassionati con mille coppe e coppette (3+ l’Eurolega) finora sembra lontano.

VOTO 1 a Ricky Ledo e i fuggitivi reggiani. C’era una volta la Reggiana felix, isola felice del basket italiano tra finali scudetto e la cantera modello. Un posto in cui (davvero) si respira grande organizzazione e sinergia. Poi i quattrini calano, gli americani scappano e i tifosi contestano (il “garbato” dopo Pistoia è considerato senza precedenti al PalaBigi). Benvenuti nella realtà.

VOTO 0 ad Avellino e Cantù. Non bastavano i guai della società brianzola, ora ecco che dopo settimane di incubazione, potrebbe esplodere un altro caso: quello di Avellino. Problemi societari, pagamenti non effettuati, rischio multe e penalizzazioni. Che possono stravolgere o comunque ripercuotersi sul campionato. Sicuramente lo fanno sulla sua credibilità.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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