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Basket / Serie A

Serie A Basket, alla scoperta del PalaBigi di Reggio Emilia

L'interno del PalaBigi di Reggio Emilia

Tutte le curiosità legate al PalaBigi, impianto dove il Pistoia Basket sarà di scena nell’ottava giornata di Serie A Basket 2018-19

Chiamarlo luogo del cuore vista la rivalità con i nemici- amici reggiani, dalla rivendicazione della paternità italiana di Kobe Bryant in giù, e soprattutto viste le scoppole che Pistoia ci ha rimediato nella sua storia recente, è sicuramente inappropriato. Ma è innegabile che ci sia un certo legame tra il Pistoia Basket, la sua gente e il palazzetto “Giulio Bigi” di Reggio Emilia, struttura centralissima che rimane e rimarrà il campo della Reggiana. I lavori della primavera 2017 (finanziati dal Comune) che hanno riammodernato decisamente l’impianto, hanno mandato in soffitta i progetti di una nuova struttura. Così insieme al mitico PalaDozza di Bologna, il PalaBigi di Reggio rimane l’unica altra struttura in centro città di tutta la serie A.

I perchè di un legame naturale risalgono al 7 ottobre 2007. Una domenica dal sapore ancora estivo in cui, proprio nell’impianto di via Guasco, il Pistoia Basket rientrava in serie A. Con l’entusiasmo del grande ritorno, con diversi pullman a risalire l’Appennino e tanti tifosi a stringersi (come spesso è successo in una delle trasferte più “vicine” del campionato) nello spicchio ristretto agli ospiti. Negli ultimi 11 anni vissuti “insieme appassionatamente” tra Legadue e serie A (Pistoia ha seguito Reggio Emilia in A1 ad un anno di distanza), la sfida tra i biancorossi a nord e sud dell’Appennino, non è mai stata banale. Sia sul lato sportivo (dalle due batoste formato 48 di Pistoia a Reggio nel 2011 e 2017, alla vittoria dopo una super rimonta firmata Hardy-Galanda nella primavera 2012) che passionale tra punzecchiature, sfottò, e una miriade di ex andati e venuti dalle due parti dell’Appennino. Dal Cincia Nazionale a Filloy, da Antonutti a Ramagli e Gaspardo che domani sfidano il loro passato.

Incastonato tra i palazzi del centro reggiano, esteriormente il PalaBigi fa vedere i suoi 50 anni compiuti proprio quest’anno anche se all’interno dopo i recenti lavori, il passato lascia spazio al futuro. Nato in quella generazione di impianti sportivi con gli spalti verticali sul campo di gioco, senza curve, dalla primavera 2017 la capienza è salita a 4530 posti. I 1000 posti in più rispetto a prima sono nelle due “ali” laterali poste dietro i canestri ma tutti gli spalti sono stati rifatti, resi più comodi dal posizionamento di seggioline tricolore su cui si staglia la scritta in nero Reggio Emilia.

Il vecchio PalaBigi si è rifatto il look ma, anche prima, nonostante tutto è sempre sembrato in linea con lo stile elegante della città emiliana. Non solo per la meticolosa organizzazione reggiana, le mille iniziative del club, l’area hospitality, l’ampia sala stampa attrezzata costruita sotto il campo da gioco. Quando il tempo lo permette infatti sono in tanti a scegliere la bicicletta per raggiungere il palazzetto, mentre le famiglie arrivano a piedi dopo un gelato in centro. Piazza Duomo (dove accanto alla Cattedrale c’è lo store della Reggiana sia calcio che basket) con le sue viuzze piene di locali dove degustare il lambrusco o il parmigiano è due passi. Così come il Teatro Valli nella sconfinata piazza col monumento ai fratelli Cervi uccisi dai nazifascisti. Così come il museo del Tricolore.

E il PalaBigi, accanto all’ostello della Ghiara, sembra proprio un appendice del salotto buono di Reggio. “Una piazza- come ha detto Ramagli– in cui è molto bello fare basket perchè la gente va al palazzetto a prescindere”. Una piazza modello fin dal settore giovanile, che sa di esserlo e a volte sembra fin troppo superba. Ma che, tra giocatori lanciati e risultati raggiunti, nella storia recente della pallacanestro italiana ha un ruolo centrale.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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