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Palas Story

Dalle Olimpiadi 2006 al basket, la storia del PalaVela di Torino

L'interno del PalaVela

Pistoia sarà di scena a Torino, questa volta non al PalaRuffini ma al PalaVela, impianto che nel 2006 ha ospitato le Olimpiadi invernali

L’arrivo di Larry Brown e il trasferimento sotto i cinque cerchi del PalaVela: dovevano essere questi due i colpi a effetto della terza stagione in A1 della Fiat Torino, benché il primo sia stato studiato e cercato con un’abile mossa tra sport e marketing e il secondo si sia reso necessario per l’adeguamento alle direttive sulla capienza dei palazzetti della Fip.

Ma comunque presentato, come succede in questi casi, in pompa magna cercando di tamponare il distacco da quella che è stata da sempre la casa del basket torinese (il più centrale PalaRuffini) con la patinatura di un impianto più nuovo, più funzionale e legato a uno degli eventi sportivi più importanti degli ultimi anni come le Olimpiadi invernali di Torino 2006. Un impianto naturalmente più grande e tutto da riempire visto che dai 3900 posti del PalaRuffini si è passati ai potenziali 6300 del PalaVela, anche se in questa stagione di “prova” il limite per le gare della squadra gialloblù è fissato a 4600.

Costruito nel 1961 come impianto polivalente per celebrare il centenario dell’unità d’Italia, fu rimesso a nuovo grazie al progetto della grande designer milanese Gae Aulenti per ospitare re e regine degli sport del ghiaccio per Torino 2006. Sulla pista del PalaVela la faccia simpatica e sorridente di Enrico Fabris diventò famosa agli sportivi italiani per i due ori nel pattinaggio di velocità , qui iniziò la carriera incredibile di Arianna Fontana nello short track (bronzo in staffetta nemmeno sedicenne) mentre la Carolina Nazionale vestita da Roberto Cavalli inciampò sull’emozione della super favorita nell’Olimpiade di casa in cui faceva la portabandiera. Insomma un perfetto impianto “glaciale”, elegante e altero, che la Fiat Torino è chiamata a scaldare col sacro fuoco della rinata passione per il basket in una città che ha ritrovato l’ A1 nel 2015.

Nonostante i deludenti risultati in un campionato iniziato con mille ambizioni e il disastro europeo con l’eliminazione dall’EuroCup senza nemmeno una vittoria, il seguito della Fiat è buono in una città focalizzata sul dualismo Torino-Juventus che si vive anche nella curva baskettara dove le sciarpe granata sotto a quelle giallobù sono di più (o più evidenti) di quelle bianconere. Anche se i supporter della Vecchia Signora si “consolano” con lo sponsor di famiglia che troneggia sulle maglie di Poeta e soci da due anni.
Anche il biancorosso del gemellaggio con i tifosi pistoiesi si vede bene ed è una bella realtà riscoperta negli anni recenti, dopo l’amicizia nata tra gli anni ’80 e ’90. Un legame che ha portato nel 2015 i tifosi di Torino a sostenere l’allora Officina Fattori di Della Rosa e Severini fino alla finale (persa) per lo scudetto Under 19 che si assegnava al PalaRuffini e l’anno scorso i biancorossi a dar man forte ai gialloblù al Mandela Forum dove la Fiat ha vinto un’incredibile Coppa Italia. Gemma in un’altra stagione piena di alti e bassi com’è finora quella in corso con un via vai di giocatori e l’inizio delle trattative per la cessione della società avviata in questi giorni dal vulcanico notaio Forni.

E se i grattacapi sotto la Mole del basket sono tanti, nella Torino sede dell’ultima Olimpiade italiana anche se sfilatasi dalla nuova corsa per riportare i giochi invernali in Italia, non c’è quello degli impianti.

Il PalaVela sta infatti tra il PalaRuffini e il Pala Alpitour, dove nel 2016 la Nazionale di Pianigiani ha fallito la qualificazione alle Olimpiadi di Rio nella finale preolimpica contro la Croazia. Tre impianti, uno più grande dell’altro, tutti immersi nei parchi verdi di una vasta area metropolitana come quella che dall’autostrada porta al centro della prima capitale d’Italia. Un’area urbana sviluppatasi intorno agli stabilimenti Fiat di Mirafiori, che si perde tra i quartieri popolari costruiti per gli immigrati italiani che cercavano l’America a Torino, e che luccica intorno ai moderni palazzi di FCA e al polo espositivo del Lingotto. PalaVela e Pala Alpitour sono gestiti dalla società Parco Olimpico, che ha azionisti pubblici e privati. Tra questi anche Live Nation, società leader nel settore concerti e grandi eventi partner dal 2017 di Bluesin per l’organizzazione del Festival Pistoia Blues.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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