Impianti
Impianti sportivi dopo la tempesta: praticamente niente è cambiato
Oggi, 5 marzo 2018, sono tre anni da quella terribile notte che creò danni immani alla città di Pistoia: gli impianti sportivi sono sempre nello stesso stato mentre in Valdinievole si è investito molto di più
5 marzo 2015-5 marzo 2018. Tre anni esatti da quella notte e quella mattina che cambiarono, per sempre, lo “skyline” di Pistoia. Una tempesta “perfetta”, oserebbero dire gli sceneggiatori di Hollywood, un disastro dissero chiaramente i pistoiesi. Un vento mai visto in città spazzò via centinaia di alberi, in tutta la provincia di Pistoia, e luoghi simbolo di questa devastazione furono alcuni impianti sportivi cittadini.
I “palloni” aerostatici del Tennis Club Pistoia interamente divelti (con stima dei danni superiore ai 50.000 euro) che furono rimessi in sesto nel giro di poco; i mitici “alberoni” intorno al sussidiario “Turchi” che non esistevano più (e prima che torni l’ombra per vedere gli allenamenti della Pistoiese dovranno passare decenni), tutte le piante a verde del campo scuola, la copertura della tribuna centrale dello stadio “Melani” e quello che è diventato lo scheletro per eccellenza, il pallone del pattinaggio di via di Valdibrana.
Anche la Valdinievole pagò il suo conto salato ma, è sotto gli occhi di tutti, ha saputo rialzarsi prima e meglio. Il centro sportivo “Brizzi” del Margine Coperta, interamente devastato, è stato re-inaugurato nell’aprile del 2017 con l’allestimento di una nuova tribuna ed ulteriori migliorie a tutto l’impianto.
E Pistoia? Beh, quello che è accaduto è storia nota. E’ duello di perizie, di carte bollate, di assicurazioni che forse pagheranno, di verifiche strutturali da fare tre anni dopo che quel telone è stato spazzato via. C’è chi ci ha perso le elezioni perché non ha avuto, in due anni di tempo, nemmeno il buon gusto di chiamare una ditta a togliere quei brandelli di telone di copertura che stavano lì a far vedere l’incuria e la mancanza di rispetto per un impianto sportivo fondamentale per la città.
E, per ora, chi è venuto dopo oltre ad aver avuto quel buonsenso non è che sia potuto andare molto più avanti perché poi quando si è al timone di comando i problemi si vivono sempre in prima persona: si aspetta ancora il via libera per i lavori che sembravano imminenti ma che potrebbero protrarsi anche sul 2019 come stabilito nel piano degli investimenti. Con una disciplina, il pattinaggio, che oramai è costretta a vivere qua e la dove capita ed una città che, a distanza di 3 anni da quella notte e da quella mattina, porta ancora i segni di quella furia come fosse un bombardamento. Le bombe, in realtà, non ci sono mai state ma soltanto tanta lenta, lentissima, burocrazia e fondi che non ci sono.