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Ciclismo

Vincenzo Nibali terzo al mondo dopo l’impresa alla Milano-Sanremo

Con il successo nella Milano-Sanremo, lo Squalo Vincenzo Nibali si è consacrato definitivamente, qualora ce ne fosse stato bisogno, tra i grandissimi di questo sport. “Mi ricorderò per sempre di questo giorno, non ho mai sofferto”

La sbornia post vittoria è passata, ma tutti gli appassionati di ciclismo hanno ancora negli occhi l’impresa straordinaria di Vincenzo Nibali alla Milano-Sanremo. Una prova da incorniciare quella dello Squalo, scattato a 7 km dal traguardo sul Poggio e capace di mantenere 50 metri di vantaggio sul traguardo, chiudendo davanti a Caleb Ewan e Arnaud Demare.

Un successo inaspettato quanto pesante per Vincenzo Nibali, che aggiunge la Classicissima a un albo d’oro che comprende  Tour de France, due Giri d’Italia, Vuelta di Spagna e due Lombardia. La consacrazione definitiva tra i grandissimi del ciclismo, insomma, qualora che ne fosse stato bisogno. Alla faccia dei detrattori, che spesso si scordano di quando la sfortuna ha frenato lo Squalo (Come durante le olimpiadi del 2016, quando già sicuro di una medaglia olimpica si schiantò contro un marciapiede all’ultima discesa, oppure come al Mondiale di Firenze, quando scivolò sulle strisce pedonali bagnate al penultimo giro).

VINCENZO NIBALI TERZO AL MONDO

E adesso nella classifica Uci, dopo il trionfo nella Milano-Sanremo, Vincenzo Nibali è terzo, preceduto solo da Froome e Van Avermaet. Lo Squalo dello Stretto è a quota 3.220, alle spalle dell’inglese Chris Froome, che di punti ne ha 3.693,43, e del belga Greg Van Avermaet, a quota 3.614,57. L’Italia guida invece la classifica per nazioni con 15.165, davanti al Belgio con 14808,57 e alla Spagna con 11.949.

“Mi ricorderò per sempre di questo giorno. Uno spettacolo – ha dichiarato dopo la Milano-Sanremo Vincenzo Nibali – Forse è una delle mie vittorie più difficili di sempre, perché la Sanremo non è adatta alle mie caratteristiche. Stavolta lo posso dire, sul Poggio ho disegnato un capolavoro”. Impossibile dargli torto. E pensare che l’impresa è nata quasi per caso: “L’idea della squadra era quella di correre tutti per Colbrelli – ha ammesso – ma quando si è creata la situazione sono stato freddo nel prendere la decisione giusta al momento giusto. Il segreto? – ha concluso – Nonostante la pioggia e il freddo, non ho mai sofferto”. Noi da casa invece si. Ma ne è valsa decisamente la pena.

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Pistoiese dalla nascita e giornalista dalla maggiore età, lavora per Gazzetta, Tvl, Tirreno e ovviamente Pistoia Sport, masticando anche social e strategie digitali. Scrive in direzione ostinata e contraria, con sincera simpatia per chi parte dalle retrovie.

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