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Basket / Serie B Nazionale

Herons in finale, è già vigilia di gara-1. Dell’Uomo: «Grandissimo orgoglio»

La bandiera della Fabo a poche ore da gara-1: «Grande senso di compattezza e una consapevolezza diversa rispetto allo scorso anno»

Di battaglie campali e di momenti sofferti ce ne sono stati veramente tanti durante questi otto lunghi mesi di competizione. Eppure, nonostante ciò, la Fabo Herons Montecatini è ancora in piedi ed è di nuovo qui, alla vigilia di una finale che mette in palio la possibilità per i termali di toccare il punto più alto degli ultimi 17 anni della pallacanestro a tinte rosso-blu. Sulla via verso il paradiso con la A maiuscola c’è la Talos Ruvo di Puglia, la seconda classificata del girone sud e che è avanti 2-0 negli scontri diretti stagionali contro gli uomini di coach Federico Barsotti.

PERCORSO VINCENTE

Sarà una serie dal sapore particolare per Daniele Dell’Uomo, uno dei due ex tra le squadre contendenti (l’altro è tra le file pugliesi ed è Lorenzetti) che ha vestito la canotta della Crifo Wines nella sola stagione 2019/20 e che è oltretutto è ‘l’ultimo sopravvissuto’ (come lui stesso si è definito) della squadra che giocò la primissima stagione della vita degli Herons in C Regionale. Difficile trovare quindi un cestista nel roster di questa Fabo che possa essere più fiero di lui delle gloriose avventure di questi anni, lui che più di tutti è una vera e propria bandiera del club: «Questo fatto mi riempie di grandissimo orgoglio. Non pensavo che sarei arrivato a competere a certi livelli visto quello che era stato il mio percorso personale. Invece da quando mi sono trovato d’accordo per venire qui a Montecatini è come un sogno che non smette di continuare: la promozione subito dalla Serie C, un anno al debutto in Serie B da 15 vittorie consecutive, la Coppa ed il raggiungimento di due finali di fila. Sono tutti traguardi che mi riempiono sinceramente d’orgoglio e non nascondo che mi piacerebbe regalare alla squadra ed alla società questa storica gioia della promozione; poi chissà, magari potrei anche togliermi lo sfizio di provare a vedere come si sta lassù al piano di sopra».

Certamente è motivo d’orgoglio anche il modo con cui la Fabo è arrivata a questo capitolo conclusivo della Serie B Nazionale. Prima il capolavoro nell’equilibrato quarto di finale con Omegna e poi il superamento di ogni pronostico andando a sbattere fuori la vincitrice del girone nord, Treviglio. Il guaio però è che Dell’Uomo e compagni hanno dovuto affrontare e vincere due gare-5 in poco tempo, mentre Ruvo avrà più carica essendosi rilassata qualche giorno in più dopo il cappotto rifilato alla Pielle Livorno. Quanto può incidere quest’aspetto sulle chances di promozione? «Quando si vince, per noi agonisti è come se la stanchezza scivolasse via. E’ ovvio però che aldilà dell’entusiasmo, ci siano un po’ di scorie fisiche di troppo, anche perché gara-1 della finale sarà la numero 50 della nostra stagione. Già non è facile tenere lo stesso passo dopo un anno talmente lungo, oltretutto poi abbiamo avuto un cammino pieno di acciacchi e compagni spesso assenti anche per lungo tempo. Tutte le pause avute in qua e là dai ragazzi ci hanno costretto a dover sempre rincorrere in campionato e in più questi playoff sono stati davvero stressanti con due gare-5 da affrontare. Direi quindi che, a livello di energia mentale, abbiamo un entusiasmo così alto che ci sentiamo assolutamente freschi e pronti; dal punto di vista fisico invece non si può dire lo stesso. Questi 2/3 giorni di recupero si stanno comunque rivelando fondamentali per arrivare a pieno delle nostre forze fisiche e mentali».

HERONS, TRA STANCHEZZA E CONSAPEVOLEZZA

Tra l’altro, come accennato da Dell’Uomo, anche il fattore infortuni non sorride alla causa termale, infatti sono confermati i forfait di Trapani e Mastrangelo. C’è però un vantaggio rispetto ai rivali, ovvero quello di aver già giocato una finale per l’A2 e proprio quella cocente delusione permette a Montecatini di sapere come ci si approccia all’appuntamento col destino: «Il gruppo è rimasto grossomodo lo stesso – sostiene il numero 18 – c’è una consapevolezza diversa rispetto all’anno scorso, anche dopo la semifinale vinta contro Treviglio ci sono stati festeggiamenti più pacati. Adesso sappiamo con certezza che una finale non è un punto d’arrivo ma l’inizio di una nuova battaglia. Le sensazioni sono certamente buone ma diverse: non dico che ci sia il timore che risucceda la stessa cosa, però una serie finale non è mai chiusa e lo abbiamo imparato a nostre spese un anno fa e quindi sappiamo che sarà fondamentale essere più cinici dell’avversario».

Proprio per il discorso fatto in precedenza dei troppi impegni e delle poche energie rimaste, Dell’Uomo si augura scherzando di non voler affrontare un’altra ‘bella’. Va detto però che gli Aironi sono ormai diventati grandi specialisti delle partite da dentro o fuori ed in molti si chiedono da dove esca fuori questo talento di squadra: «Gara-5 diventa un altro sport – sentenzia l’ala rosso-blu – credo che in un contesto del genere conti moltissimo l’esperienza e di giocatori esperti ce ne sono una marea in questo campionato. Prendo per esempio proprio Treviglio, che è una squadra piuttosto giovane ma, anche se avrà modo di crescere ed imparare nel futuro, ha fatto vedere di non essere brava come noi nel gestire i momenti clou. Oltre all’esperienza ed alla consapevolezza credo che tra di noi ci sia anche una grande compattezza di gruppo, un senso di unione. Tutti abbiamo giocato nel nome di uno scopo e siamo andati oltre l’errore del singolo cercando di aiutarci il più possibile. Senza voler essere troppo presuntuoso dico che abbiamo fatto gare-5 da manuale».

TESTA A RUVO

Daniele Dell’Uomo ha parole dolci per la società avversaria, che un tempo era la sua e che nella scorsa stagione fu eliminata in semifinale proprio dalla Fabo (sempre in gara-5): «E’ stata un’esperienza positiva ma che purtroppo si è conclusa presto, dato che quella fu la stagione del covid e il campionato si interruppe a metà. Stavamo facendo bene ed eravamo quarti a febbraio dopo molte vittorie, purtroppo però non giocavamo a Ruvo perché il palazzetto che viene utilizzato oggi era inagibile. Già a quei tempi c’era un bel seguito; anche quando siamo tornati un anno fa per i playoff o durante la stagione attuale ho potuto risalutare molti amici. Forse da uomo del Sud sono un po’ di parte ma di quell’esperienza e di quell’atmosfera ho un bel ricordo».

Poche parole invece su quello che servirà per avere la meglio all’interno dei cinque scontri di un avversario che ha tutte le caratteristiche (qualità, mentalità, fisicità) che servono per aggiudicarsi il titolo di campioni della Serie B Nazionale. C’è solo una cosa da fare, come lascia intendere Dell’Uomo, ed è dare il massimo: «Dovremo sfruttare al meglio il lavoro che svolgiamo tutti i giorni. Il nostro staff è all’opera come sempre e sta studiando insieme a noi tutti i modi per dare loro fastidio il più possibile. E’ ovvio poi che giocatori come Jackson sono sempre difficili da contenere, in questi casi bisogna un po’ affidarsi alla fortuna. Abbiamo però grande fiducia nel nostro sistema difensivo, cercheremo di crescere e di capire nel corso della serie come attaccare i loro punti deboli. Non sarà facile, visto che contro avremo ben 11 bocche da fuoco da frenare, però non dobbiamo arrenderci solo sulla base di questo dato». La missione finale inizia domani in terra nemica e gli Herons avranno di nuovo il compito di ribaltare un pronostico che li vede sfavoriti (ma non di troppo). Non resta che incrociare le dita e sperare di poter assistere ad un’altra serie spettacolare.

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