Basket / Serie A2
“Tre giorni a canestro con Andrea Trinchieri”: una lezione di sport e di vita

Il clinic organizzato dal Pistoia Basket ha permesso di toccare numerosi argomenti coinvolgendo tesserati, settore giovanile e partner
Sport, cultura, vita. La presenza di coach Andrea Trinchieri in città per il primo appuntamento in città di “Tre giorni a canestro con…” organizzato dal Pistoia Basket ha permesso una riflessione profonda a 360° gradi a tutti i partecipanti. Il vincente ed esperto allenatore è stato il primo protagonista del clinic nato sotto l’impulso del DT biancorosso Alberto Martelossi, al quale hanno preso parte da vicino anche il Direttore Generale Andrea Di Nino, e lo Special Project Manager ed il Legale rappresentante della Giorgio Tesi Group, Giacomo Galanda.
Una tre giorni ricca di eventi a cui hanno partecipato in primis i tesserati della società, dalle giovanili alla prima squadra passando per la dirigenza, e non solo, visto il question-time con oltre 50 allenatori provenienti da tutta la Toscana. In un secondo momento poi, nella serata di mercoledì 15 ottobre, ha partecipato al B2B organizzato dalla società al Naturart Village, presentando uno speech sul tema “L’arte di evolversi: navigare il cambiamento sul campo e in azienda”.
LE PAROLE DI TRINCHIERI
Sfruttando la sua esperienza da allenatore in una società, Trinchieri ormai da tempo partecipa ad eventi di questo tipo, con presentazioni all’interno di aziende. Dalla leadership alla risoluzione degli errori, passando al lavoro di squadra e le strategie più adatte per avere successo. Un percorso in parallelo che accomuna tanto un coach in una società quanto una manager in un’azienda.
«Ritengo sia fondamentale assumersi la responsabilità dei propri errori – ha affermato Trinchieri durante il suo lungo discorso nella Sala Convegni dello splendido ambiente di via Toscana –. Il “segreto” è cercare le motivazioni non la colpa. Non dobbiamo avere paura di ammettere l’errore. Anzi, quando occupate una posizione di rilievo, l’ammissione dell’errore trasmette un messaggio potentissimo. Da lì parte l’analisi sul perché quel qualcosa è accaduto e come correggerlo. Ricordandoci sempre che vi sono diversi tipi di errori, come a scuola li indicavano con la matita blu e quella rossa».
«Nessuno, nemmeno il capo o il coach, è più importante della squadra – ha proseguito l’ex tecnico dello Zalgiris –. È fondamentale prendersi cura delle persone. Tanto in un’azienda quanto nello spogliatoio di una squadra di basket. C’è bisogno di empatia, ascolto e rispetto. Fondamentale diventa anche l’adattabilità alle diverse situazioni».

A margine dell’evento, coach Trinchieri si è anche offerto alla stampa, toccando anche il tema del Pistoia Basket, in particolare con riguardo alla scorsa annata sportiva. «Imbarazzo – la prima parola pronunciata dall’allenatore ricordando la stagione passata -. Pistoia è una città di pallacanestro e la prima sensazione che ho provato, specialmente immedesimandomi nei tifosi, è stata di completo imbarazzo. Al presidente David ho chiesto il perché della sua scelta e mi ha spiegato come senta il dovere di rimediare a ciò che è stato fatto per il rispetto dovuto alla città e alla storia del club».
«Sono stati tre giorni intensi ma molto piacevoli – ha affermato Trinchieri a margine della serata -. Si tratta di un tipo di evento molto comune all’estero e invece meno conosciuto in Italia ma che regala sempre spunti interessanti. In questi giorni in cui ho avuto modo di parlare con giocatori, allenatori e dirigenti. Se la mia storia personale può essere d’aiuto al Pistoia Basket sono assolutamente felice di condividerla».
