Calcio / Prima Categoria
Atletico salvo, Pacini: «Abbiamo dimostrato di meritare la categoria»

La gioia del tecnico arancioblu: «L’obbligo di vincere ci ha aiutato. Felice che la mia ultima partita all’Atletico sia andata così»
Il playout col Sagginale non imponeva alcun tipo di calcolo, ma lasciava anche poco spazio alle opzioni favorevoli. L’unico risultato a disposizione dell’Atletico Casini Spedalino era la vittoria nei 90′ o 120′, altrimenti sarebbe arrivata la retrocessione. E alla fine, seppur con diversi brividi, così è stato. Emiliano Pacini, subentrato a Giacomo Marchiseppe dopo la pesante sconfitta col Maliseti Seano, ha quindi portato a termine il proprio compito. L’allenatore ex Giovani Via Nova, intervenuto ai nostri microfoni, si è soffermato su vari temi, tra cui anche il suo futuro, a quanto pare già deciso.
LA PARTITA
«Come prima cosa ci tengo a dire che sono contentissimo di come i ragazzi hanno approcciato l’incontro. Abbiamo rischiato poco o nulla e la gara era in perfetto equilibrio. Se avessimo iniziato come contro la Gallianese tanto valeva prendere le chiavi della macchina e tornare subito a casa. Verso fine primo tempo ci hanno messo un po’ sotto perché si sono aggiustati tatticamente, ma siamo riusciti a tenere botta. Il gol di Susini è stato un po’ una doccia fredda, ma paradossalmente ci è servito. La nostra bravura, aiutata da un pizzico di fortuna, è stata quella di reagire subito e segnare l’1-1 dopo pochissimi minuti. Se lo svantaggio fosse durato ancora a lungo sarebbe stato un bel problema: avremmo dovuto scoprirci e un eventuale 2-0 ci avrebbe mandati KO. Loro, dopo il nostro pareggio, hanno avuto paura di perderla. A quanto mi hanno detto è successa la stessa cosa nell’altro playout tra Prato Social Club e CF. Se arrivi agli ultimi minuti col risultato in bilico e l’inerzia a favore può succedere di tutto. Stiamo parlando di squadre che hanno dei problemi, altrimenti non si giocherebbero la salvezza agli spareggi. Dopo il gol della rimonta sinceramente ho avuto la sensazione di avercela fatta. Loro attaccavano con foga, ma erano disordinati. Negli ultimi istanti di gara non ci hanno mai impensieriti e al fischio finale siamo esplosi di gioia».
UNA FORMA TUTT’ALTRO CHE SMAGLIANTE
La salvezza raggiunta al fotofinish cancella di fatto tutte le ultime brutte prestazioni fornite dell’Atletico Spedalino. Alla vigilia di questo incontro, però, il periodo negativo della squadra non lasciava certo spazio a pensieri incoraggianti: «La vittoria con l’Aglianese è stata l’unica nota lieta degli ultimi due mesi. Non solo avevamo perso cinque delle ultime sei di campionato, ma in molte di queste i gol subiti erano veramente tanti. Come ho preparato i ragazzi per la partita? Ho lavorato poco sulla tattica, concentrandomi piuttosto sulla testa e sul morale. Le difficoltà di questo incontro c’erano tanto per noi quanto per loro, e i ragazzi l’hanno capito. Il Sagginale aveva due risultati su tre a disposizione, ma questo non sempre è un vantaggio. A noi, per esempio, ha aiutato molto il fatto di dover solo pensare a vincere. Avessimo giocato in casa probabilmente saremmo incappati negli stessi errori dei nostri avversari. Con un’attenzione del genere anche nelle altre partite a quest’ora staremmo festeggiando una salvezza anticipata. Purtroppo, senza questa attenzione, la nostra squadra faticava a portare a casa il risultato. I tanti errori difensivi, sia individuali che di reparto, nascono proprio lì».
ASPETTATIVE SUPERATE… IN NEGATIVO
Dopo l’ottimo inizio di campionato l’Atletico ha fatto i conti delle autentiche montagne russe: tante, troppe sconfitte interne e risultati a dir poco sorprendenti fuori casa. Il tutto contornato da un cambio di allenatore a metà anno. La possibilità di fare i playout sembrava però alquanto remota: «Al mio arrivo c’erano delle difficoltà, ma la classifica era tranquilla. Inoltre le prime partite sono andate molto bene, sia in quanto a gioco che a risultati. A posteriori però mi viene da pensare che forse è stato l’impatto col nuovo allenatore a nascondere le fragilità di questa squadra, anche perché alla lunga sono venute fuori. Più ci si avvicina al traguardo e più i punti pesano. Perderne due di fila ad ottobre non è come perderle a marzo: se non sei solido mentalmente un filotto negativo può incrinare quanto di buono fatto fin lì. Inoltre, ma questo non dipende da noi, abbiamo pagato la risalita clamorosa di alcune squadre, due in particolare. Albacarraia e Maliseti Seano hanno fatto una seconda metà di stagione impronosticabile, una addirittura è finita quarta, mentre l’altra si è salvata all’ultima giornata. Non pensavo di dover ricorrere ai playout per difendere la Prima Categoria, ma per fortuna è andata bene».
I TITOLI DI CODA
Dopo un finale di campionato come questo è lecito prendersi del tempo per capire se andare avanti insieme e, eventualmente, con quali obiettivi. Mister Pacini ha però le idee chiare e l’ha già comunicato a squadra e dirigenza: «Appena finita la partita ho parlato subito col presidente e col direttore sportivo e gli ho comunicato che quella col Sagginale era stata la mia ultima gara alla guida dell’Atletico Casini Spedalino. La società è meravigliosa, e posso garantirti che di persone così nel mondo del calcio dilettantistico ne trovi poche. Purtroppo però non posso continuare per problemi logistici. Una Prima Categoria richiede tanto tempo e io, lavorando e vivendo molto lontano dal nostro quartier generale, non ce l’ho. Quando sono partito avevo tantissimo entusiasmo, ma col passare delle settimane mi sono reso conto che non potevo farcela ad andare avanti così, anche per rispetto dei ragazzi che alleno. L’unico motivo per cui lascio è questo, altrimenti sarei rimasto al 100%. Adesso mi riposo un po’ e poi valuterò se e dove ripartire. Non voglio avere la fretta che ho avuto lo scorso anno. Cercherò un club che mi permetta di conciliare calcio e lavoro, ma se non dovesse arrivare la chiamata giusta continuerò ad aspettare».
