Cultura e Sport: Fondazione Banca Alta Toscana premia Martini e Bracali

Mattia Martini, dirigente aglianese arrivato ai massimi livello nel calcio femminile e Luca Bracali, uno dei più apprezzati documentaristi italiani, vincono il premio della Fondazione Banca Alta Toscana

Mattia Martini ha iniziato ad affacciarsi, tra studio e lavoro, nel mondo del calcio femminile partendo da Agliana ed arrivando a vincere una Liga con l’Atletico Madrid Femenino. Luca Bracali cresciuto col mito di Ayrton Senna fotografava moto e auto, prima di diventare uno dei documentaristi più apprezzati, raccontando lo spettacolo della natura con i suoi obiettivi.

Due ambasciatori di Pistoia nel mondo a cui è andata la terza edizione del premio “Cultura e Sport” promosso dalla Fondazione Banca Alta Toscana che quest’anno ha davvero avuto un profilo internazionale. Uno seguendo un pallone, battendosi per abbattere i muri del pregiudizio che rimangono nel calcio rosa; l’altro alimentando la sua attrazione per gli animali e la natura con una macchina fotografica, una videocamera o manovrando un drone: Martini e Bracali sono persone diverse, di generazioni diverse, entrambi cittadini del mondo, affamati di passione per quello che fanno.

Lo si è capito bene nell’intensa serata di premiazione svoltasi nell’Auditorium “Fabbri” a Vignole in cui si sono letteralmente “dati in pasto” ai presenti, rivelando aneddoti, rispondendo alle domande e alle curiosità che due storie così potenti alimentano.

Era il 2013 e l’allora studente dell’Itc “Aldo Capitini” di Agliana fu selezionato per il campus “Futuro Presente” promosso proprio dalla Fondazione bancaria della piana, uno dei pochissimi partecipanti alla settimana di approfondimento scientifico non frequentanti un liceo. Questa la prima delle molte sfide vinte da Martini, 24 anni, e già due titoli nazionali in due paesi diversi vinti da manager di quel movimento in ascesa che è il calcio rosa. Inizia da addetto stampa alla Real Aglianese, segue Sauro Fattori nell’esaltante rinascita della Fiorentina femminile (era Della Valle) e poi va a Verona e Brescia (dove conquista una Supercoppa Italiana), per approdare insieme all’amica anch’essa toscanaccia Elena Linari (baluardo della difesa azzurra) all’Atletico Madrid. La vittoria della Liga, in un paese dove calcio maschile e femminile vanno a braccetto, arriva dopo una stagione in cui la squadra fa letteralmente esplodere quel tempio del calcio che è il Wanda Metropolitan di Madrid. Quasi 61 persone assistono al big match contro il Barcellona, migliaia aspettano le ragazze dell’Atletico di ritorno dai Paesi Baschi la sera dello scudetto. “Il calcio è sempre calcio- dice Martini- in Spagna sono 20 anni che investono nel calcio femminile ed è molto seguito. In Italia finalmente grazie a grandi club come Fiorentina, Juventus, Inter, Roma e Milan si sta muovendo qualcosa”. Laureato in Lettere e Filosofia, due libri all’attivo, un’attività di scuoting riconosciuta: cosa farà Martini da grande? “Voglio rimanere nel calcio” dice il giovane manager aglianese, pronto ad iniziare presto una nuova avventura dopo la fine del rapporto lavorativo con l’Atletico. Italia o Inghilterra, le possibili mete.

In giro per il mondo, ritroverà sicuramente Luca Bracali, che con i suoi documentari e reportage (tra gli altri per Rai e National Geographic), ha documentato 145 paesi. Con quell’arte affabulatoria da giullare dei colori, commenta le meraviglie del mondo conservate nel suo intermibanile archivio e proiettate durante la sua premiazione. Le aurore boerali, il fascino misterioso dell’Uzbekistan, gli sconfinati deserti della Monument Valley, i fondali oceanici e le scorribande nella savana a tu per tu con ogni specie animale. La potenza dell’eruzione dell’Etna e lo scioglimento dei ghiacciai al Polo Nord che spingono gli orsi bianchi a scendere verso sud. Immagini che incantano, con quella bellezza che quasi non sembra reale, catturata con l’occhio esperto e un po’ incosciente di chi non ha paura di tuffarcisi. Immagini che interrogano sulla fragilità di tanta bellezza e sull’impatto che l’uomo ha su questo spettacolo. 
Dal 2017 Bracali è infatti ambasciatore dell’associazione “Save the Planet” e a lui è stato pure intitolato un asteroide. “Lotto per l’ambiente da molto prima di Greta- scherza Bracali, 55 anni e l’aria del ragazzino che non sa resistere al fascino della natura- ma lei è stata molto più brava vista la mobilitazione che ha creato”.