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Motori

Dromedari racconta l’ultima fatica nella LES: «Ho sudato fino all’ultimo»

Andrea Dromedari ripercorre le ultime gare di Portimao, chiuse col titolo. Sul futuro pesa il Covid: «Non escludo nulla, neanche il ritiro»

Andrea Dromedari a 55 anni sa ancora vincere. Per la Pistoia a quattro ruote è senza dubbio la notizia più bella di quest’anno funesto che in pochi riusciranno a dimenticare. Dromedari è tornato da poche ore da Algarve, in Portogallo, dove sul circuito di Portimao (lo stesso su cui Lewis Hamilton ha vinto il suo GP numero 92 superando la leggenda Schumacher) si è laureato campione della Ligier European Series. Un successo che Andrea ha raccolto tra mille peripezie, dovute sia alla situazione organizzativa che ai problemi tipici di un weekend di corsa, con quest’ultimi che pure in Portogallo non l’hanno lasciato in pace.

GLI SCHERZETTI DI HALLOWEEN

Dromedari infatti, dopo i mille guai di questa stagione culminati a Monza, ci ha raccontato tutta l’ansia che ha dovuto sopportare pure in quest’ultimo appuntamento. Una tensione esplosa già il venerdì: «Dopo pochi giri in qualifica si è rotto il cambio. Non ho fatto in tempo a provare per bene la pista che già ho dovuto cambiare tutti i piani». Un fuori programma che ha rischiato seriamente di cancellare la festa: «I miei bravissimi meccanici sono riusciti a sistemare la vettura solo venerdì sera. Non oso pensare a cosa sarebbe successo se fosse capitato in gara! Avrei senz’altro perso il campionato. Ho visto davvero i fantasmi di Halloween!».

Dromedari, nelle due gare di sabato, ha quindi pensato solo ad arrivare al traguardo, senza guardare troppo al rivale Kevin Balthazar. Nella classe prototipi, a causa della situazione pandemica, a Portimao erano presenti solo i due rivali in lotta per il titolo. Andrea, visto il vantaggio di 26 punti, poteva quindi permettersi tranquillamente di giungere dietro al belga in entrambe le manche. In questo scenario infatti Dromedari avrebbe perso solo 14 punti, mantenendo con la dovuta tranquillità la testa del campionato. Gli unici compiti da svolgere erano due: tenersi dietro le ben più lente GT e gestire i possibili problemi meccanici della sua vettura.

L’ANSIA DELLA VITTORIA

«Ho corso entrambe le gare pregando che non si rompesse nulla. Cambiavo a regime basso proprio per la paura che si ripresentasse l’inconveniente delle qualifiche. Inoltre, non avendo fatto tanti giri in prova, non ho potuto regolare l’assetto, perciò ho solo pensato ad arrivare in fondo. Ho spinto solo per un paio di passaggi per doppiare alcune GT ed in quella circostanza ho abbassato il mio tempo in prova di due secondi. Questo basta per far capire con quanto margine abbia corso». Dromedari, senza prendere il minimo rischio, ha dunque ottenuto il massimo risultato, portando a casa il successo in una categoria giovane ma di prestigio vista la storia della Ligier nelle corse.

Il successo comunque, a differenza di quanto annunciato ad inizio stagione, non ha ancora indirizzato il suo futuro. Dromedari infatti ci spiega: «Sulla Michelin Le Mans Cup e il rispettivo compenso per ora non ho ricevuto comunicazioni ufficiali. Con Nicolet e gli altri vertici dell’azienda abbiamo parlato solo di un’eventuale difesa del titolo nel 2021. Purtoppo il Covid-19 sta cambiando i programmi di tante case e organizzatori, perciò ormai non sono sicuro di nulla».

UN FUTURO DA (RI)SCRIVERE

L’incertezza, oltre che sui premi del presente, regna sovrana anche sulla prossima stagione: «Di proposte ne ho già ricevute diverse, ma bisogna vedere come s’evolverà il discorso sponsor. Purtroppo di questi tempi sarà un miracolo confermarli tutti. Mi prenderò qualche settimana per pensarci e poi scioglierò tutte le riserve. Se potessi scegliere cercherei di tornare nella P3, la categoria di prototipi superiore a quella in cui ho gareggiato nella LES. Però dovremo valutare diverse cose prima. Poi chissà, visti i tempi che dovrò superare col mio bar “Crudelia” potrei anche decidere di smettere… Anche se so già che fra una settimana o due questo pensiero finirà all’ultimo posto in griglia».

Effettivamente, ritirarsi in un periodo così si addirebbe poco ad un pilota senza età com’è Andrea. Le strade per il futuro comunque sono aumentate dopo l’ottima stagione, al netto di un periodo in cui nemmeno un navigato come lui riesce a fare previsioni. Per vedere la nebbia diradarsi dovremo dunque aspettare l’inverno: «Verso Natale o al massimo a gennaio dovrei decidere ufficialmente. Vi terrò aggiornati, state tranquilli!». Da appassionati incalliti speriamo proprio che questo titolo non sia l’ultimo di una carriera così prestigiosa e coriacea.

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Classe '93, laureato in scienze politiche, studi in comunicazione. Appassionato di sport fin dalla tenera età. Tra le discipline più seguite i motori, il ciclismo e ovviamente il calcio.

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