Basket / Serie A2
Estra nel tunnel: le pagelle della gara contro l’Urania
Americani corpi estranei e poche risorse per evitare la debacle. Si salvano le seconde linee dell’Estra Pistoia, pur se sovrautilizzate
FILIPPO GALLO 5: Nella già brutta prestazione di squadra contro Mestre era stato tra i pochi a mostrare qualcosa. A Desio invece crolla vertiginosamente e mostra pochissimi lampi. In entrambe le fasi fatica molto e con i due air ball del finale certifica le proprie difficoltà. Intorno tuttavia non ha certo le spalle coperte e non trova miglior assistenza.
FEDERICO STOCH 6: Commovente il suo impegno, in un’altra gara dove viene lasciato molto di più sul parquet. Taylor, specie quello di stasera, è il peggior cliente che ci si potrebbe ritrovare di fronte e ovviamente non può contenerlo. Ma la voglia di lottare non manca mai e i due tiri che manda a segno sono sintomo di una volontà ferrea. A differenza di diversi suoi compagni, si fa trovare pronto al massimo delle sue possibilità.
NICOLAS ALESSANDRINI 5: Involuto più tatticamente che tecnicamente, anche se oggi diventa una risorsa in attacco solamente quando i buoi iniziano a scappare. Che si tratti di Cavallero o Lupusor, non riesce mai a trovare delle vere contromisure e ancora una volta soffre a rimbalzo e non contribuisce a chiudere l’area. Di fatto, l’Urania è continua in attacco per 40′ e, oltre alle triple, è anche a causa di spazi che si aprono con troppa facilità.
NICOLÒ DELLOSTO 6: Inserito maggiormente nelle rotazioni trova il suo apice tra fine del primo quarto ed inizio del secondo, dove mette i punti che riportano per un attimo avanti l’Estra. Per quello che dovrebbe essere il suo utilizzo (e 15 minuti sono ben al di sopra) risponde presente, anche se poi non va più a segno e può solo provare a mettere il suo mattoncino in difesa.
LUCA CAMPOGRANDE s.v.: 40′ in panchina per scelta tecnica. Da papabile 3 titolare in estate ad elemento inutilizzabile, nonostante nel suo ruolo non brilli nessuno in quel di Desio.
SENECA KNIGHT 4: Qui l’involuzione è totale, con i limiti difensivi che si sono resi ancora più evidenti andando a contagiare quanto di importante potrebbe offrire nell’altra metà del campo. Gentile banchetta attorno alla sua marcatura e lui non riesce pressoché mai a replicare dall’altra parte. Niente in transizione, pressoché nulla costruendosi il tiro, con i compagni che poi non provano neanche a cercarlo per farlo risollevare. Non può essere questo: non è un giocatore che può guardare il finale di gara dalla panchina.
LORENZO SACCAGGI 5: Ha il merito, ancora una volta, di essere l’ultimo a mollare. Se però si escludessero i 7 punti che riportano l’Estra sotto la doppia cifra di svantaggio, la partita del capitano sarebbe da giudicare più severamente. Due palle perse in modo banale e identico in momenti che avrebbero potuto far riaffacciare Pistoia, nervosismo sempre più crescente e una leadership che non sembra smuovere il resto della truppa. Non è un momento semplice e dovrà trovare altre armi per scuotere una squadra che sembra in crisi d’identità.
DANIELE MAGRO 6: Torna dopo tantissimo tempo a superare i 20′ di utilizzo e un motivo in effetti c’è. Sotto le plance è l’unico a far valere i centimetri e la stazza,, risultando anche il più efficace a rimbalzo. Chiaro, con D’Almeida è destinato a soffrire in fatto di atletismo ma riesce anche, sovente, a portarlo a scuola inducendolo all’errore. Peccato che il suo miglior momento in stagione fin qui coincida anche con gli stenti di tutti i suoi compagni.
JAZZ JOHNSON 4,5: Ci mette tantissimo, troppo, ad accendersi e a connettersi con il gruppo. I suoi primi punti arrivano alla fine del primo quarto insieme agli ormai fin troppo frequenti problemi di falli. In effetti l’accoppiamento con Taylor non è l’ideale per lui e dopo un po’ ricade nel solito errore di volersela sbrogliare da solo. Nel terzo quarto ha qualche scintilla e si rivede provare a mettere in ritmo anche i compagni, ma è un fuoco di paglia che non porta a niente. O meglio, lo porta a chiudere la sua gara non producendo altro e a finire anzitempo per sopraggiunto limite di falli.
SIMONE ZANOTTI 5: Le poche volte in cui si gioca in pick n’ roll sembra di aver trovato una quadra, anche se oggi il suo utilizzo è ancora più limitato (pressoché pari al suo collega di reparto Magro). A rimbalzo incide poco e gli viene anche tolta la possibilità del tiro dalla lunga. Non sembra esaltarsi in questo sistema e, appunto, il tempo passato sul parquet ne è una prova tangibile. Un altro da recuperare per non dover affrontare un’annata da capogiro.
COACH TOMMASO DELLA ROSA 5: In quel di Desio si è consumato il più grande momento di difficoltà della sua gestione e, forse, un primo segnale di resa. Sì perché se decidi che Campogrande non può dare niente di utile e poi titolari come Knight e Zanotti vengono relegati in panchina, allora vuol dire che la fiducia nella squadra oggi è decisamente limitata. Contro l’Urania è stato compiuto un ulteriore passo indietro, con mai la parvenza di riuscire a inceppare i meccanismi dei meneghini, che hanno sempre trovato la via del canestro. La frustrazione è ormai chiara anche dallo schermo, così come la consapevolezza che domenica contro Roseto potrebbe essere il D-Day. Per lui o per qualche giocatore, questo lo si saprà solo vivendo.







