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Basket / Serie A2

Estra Pistoia, contro Ruvo la “sporca ultima meta” è ancora del gruppo

35 minuti di smarrimento riscattati con un finale di grandissimo orgoglio. L’Estra ritrova vittoria e fiducia, ma dovrà trarne una lezione

La gara del PalaFlorio è stata uno dei rarissimi casi in cui si è costretti, per così dire, a finire la gomma. Riscrivere il titolo, ridefinire i voti nelle pagelle, cambiare diverse considerazioni. Un’anomalia, quasi un paradosso dovuto ad una partita apparentemente indirizzata che ha poi regalato un finale pressoché inaspettato. E il paradosso prosegue anche a giochi terminati, quando in sala stampa il coach perdente esalta la prestazione dei suoi giocatori mentre quello vincente pone l’accento sulle colpe della propria squadra. Insomma, Ruvo di Puglia-Pistoia è stata tutto e il contrario di tutto. Un momentaneo sovvertimento dei principi base della pallacanestro, dove di solito a festeggiare è il team che ha mostrato maggior continuità lungo l’arco della gara.

Meriti dell’Estra nell’averci creduto e naturalmente anche demeriti della Crifo Wines per essersi sciolta al primo vero ruggito degli avversari. Una prova di forza ma anche di ferrea volontà da parte dei biancorossi, capaci di riscattare 35′ tra il pessimo e il mediocre in difesa, in cui hanno dato slancio ad una pur non estemporanea Ruvo che, oltre al talento balistico di Moody, ha saputo trovare diverse alternative, specialmente sotto canestro. Anche perché era prevedibile che gli uomini di coach Rajola sarebbero scesi in campo con l’animus pugnandi pur di sbloccarsi in classifica (unici ancora a zero punti nel campionato di A2).

QUELLA SPORCA ULTIMA META

L’inizio e la prosecuzione del match di Bari ha mostrato una Pistoia molto simile a quella vista nel secondo tempo contro la Libertas Livorno. Al netto della differenza di avversaria e di un passivo che è arrivato al massimo al -14, Saccaggi e compagni sono sembrati ancora una volta in balia dell’energia e della maggiore convinzione degli avversari, facendosi spesso beffare in diverse situazioni dove la differenza la faceva la solidità. Tolti quindi i tiri di talento di Moody, insomma, il resto è stato tutto estremamente rivedibile. Dall’altra parte del campo, invece, un pur nervoso e gravato di falli Jazz Johnson ha tenuto a galla i suoi con la leadership che ci si è sempre aspettati da lui.

E non è un caso che la rimonta sia stata resa possibile proprio dai due giocatori dell’Estra che sono passati dall’essere i flop al diventare gli eroi di giornata. Capitan Lorenzo Saccaggi ha fatto un importante lavoro a tutto campo, dopo aver subito anch’egli per diversi minuti il talento della guardia USA di Ruvo, tirando fuori dal cilindro pure due triple spezza-incantesimo. Ma il vero switch è stato quello di Simone Zanotti, senza se e senza ma. Dopo una gara di canestri sbagliati (alcuni davvero banali), errori grossolani sul pick ‘n roll e qualche blocco irregolare di troppo, il lungo ex Pesaro ha trovato dentro di sé la forza mentale per tentare un’ultima volta di impattare sulla gara.

E senza dimenticare che la rimonta è stata completata proprio dopo l’uscita per falli di Johnson. La cosiddetta “sporca ultima meta” per la vittoria è stata dunque realizzata dal gruppo. Come nel grandissimo cult diretto da Robert Aldrich, il riscatto è arrivato nonostante i giochi sembrassero ormai scritti. E non è servito un Burt Reynolds, ma una squadra che tornasse a giocare il basket che coach Della Rosa ha sempre professato e che si ricordasse del proprio valore. Il tutto in cinque minuti, come in quei finali che si vedono solo nei film. Anche di questo si è dimostrata capace l’orgogliosa Estra Pistoia dinanzi ad un bel numero di tifosi biancorossi che l’hanno seguita fino al “tacco dello Stivale”.

VITTORIE CHE INSEGNANO

Spesso e volentieri si dice che le sconfitte insegnano e le vittorie danno fiducia. Nel caso della gara del PalaFlorio, però, è chiaro che la truppa biancorossa dovrà anche riflettere su ciò che non è andato per larghi tratti. Ed è altrettanto vero che si trattava della terza partita nel giro di una settimana, ossia della prima vera sperimentazione del fitto calendario della Serie A2. Coach Della Rosa si è ritrovato a gestire diverse situazioni, tra un Alessandrini stavolta meno utilizzato e un Knight ancora alle prese con qualche acciacco. Di fatto, però, le rotazioni sono state ridotte a sette elementi, con proprio l’ex Newcastle e Saccaggi ancora tra i più spremuti. Segno che, nello scacchiere, si può provare ad alternare i pezzi fino ad un certo punto.

Tutto questo per dire cosa? Che è chiaramente impossibile pretendere che non ci siano dei punti fermi e che la fiducia riposta dall’allenatore biancorosso nei confronti dei suoi ragazzi è forse ciò che più li ha spinti nelle due vittorie in trasferta, quest’ultima in particolare. Ma il rovescio della medaglia è proprio una squadra che, a maggior ragione, non può avere sempre le risorse per giocare di rincorsa. E quindi bisognerà senza dubbio insistere su una maggiore continuità lungo i 40′ dal punto di vista difensivo e della lotta a rimbalzo, altro elemento tecnico che Pistoia ha sempre migliorato in corso di gara. Anche perché già dalla prossima trasferta, contro una Rieti che è tra le squadre più in fiducia in questo momento, un copione simile a quello di Bari risulterebbe fatale.

Parlando di risorse limitate, si arriva dunque a quello che inizia ad essere l’elefante nella stanza biancorossa. Un giocatore esperto come Luca Campogrande va recuperato mentalmente nel minor tempo possibile. Anche perché il dimezzarsi del suo minutaggio rispetto alle ultime due uscite non è certamente qualcosa che passa inosservato. “Si spera” che, dietro questo scarso utilizzo, ci sia anche qualche problema fisico, ma è chiaro che la guardia-ala romana non sta passando un bell’inizio di stagione. E a differenza dei suoi compagni è reduce da un’annata in cui già aveva visto pochissimo il campo. Giocare poco, è sicuro, non lo aiuterà a tornare ad esprimersi al meglio. Ad oggi, dal suo allenatore sono arrivati solo attestati di stima e riconoscimenti per il lavoro che svolge durante la settimana, con la volontà dichiarata di non farne un caso. Ma sarà senza dubbio opportuno trovare una quadra, affinché lui possa aiutare maggiormente i suoi compagni e viceversa.

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