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Basket / Serie A2

Estra Pistoia, il ko con Mestre apre la stagione dei processi

Non si può fingere di non vedere quattro sconfitte di fila, ma neanche sorprendersi e pretendere le teste di coach e giocatori dell’Estra

Il post-partita di Estra Pistoia-Gemini Mestre è sembrato un viaggio all’indietro nel tempo: fischi del pubblico dopo l’ennesima sconfitta e in sala stampa un coach in difficoltà nello spiegare il momento dei suoi giocatori. Non certo quello che la piazza toscana auspicava solo qualche mese fa, indubbiamente l’opposto di quelli che erano gli obiettivi del club all’inizio della nuova stagione. L’annata serena diventata un mantra in quel di via Fermi si è sgretolata al termine della decima giornata, dopo il quarto ko di fila dei biancorossi e con allenatore e giocatori finiti sul banco degli imputati.

Contro la neopromossa Gemini si è in effetti ripetuto il solito copione visto nelle ultime gare, o quasi. Questo perché Pistoia ha avuto diverse possibilità, nel primo tempo, di creare un margine rassicurante in vista della ripresa, ma è stata puntualmente ripresa dalla vivace Mestre, trascinata allora dal solo Curry, su cui non è stata adoperata la minima contromisura. I due buzzer beater che hanno chiuso primo e secondo quarto, per quanto frutto del talento uscito dalla VCU, non sono però esenti da demeriti della difesa biancorossa. Dopo l’intervallo lungo, la già nota vena realizzativa della truppa di coach Ferrari, che prima della sfida alla Lumosquare viaggiava ad oltre 80 punti di media, ha fatto il resto.

In quel frangente l’Estra ha iniziato a perdere la gara su entrambi i lati del campo, non trovando mai nuove soluzioni. In attacco solo Gallo è riuscito ad essere una risorsa verso la fine del terzo quarto, ma in generale i biancorossi di casa non hanno mai provato a costruire collettivamente una reazione. Nella metà campo difensiva, duole dirlo, la prestazione non è mai stata all’altezza: il crollo nel finale è stato solo la punta dell’iceberg in una domenica in cui i vari Alipiev, Bonacini e co. hanno potuto esaltarsi col passare dei minuti. E in ogni caso nel primo tempo i lagunari avevano messo insieme la bellezza di 43 punti (nella ripresa 46), di cui 18 tutti a produzione Curry.

Dunque questo quarto ko consecutivo deve preoccupare? Visti i tempi stretti che il campionato di A2 mette davanti per correggersi in palestra, senza dubbio. Il trittico di gare che si inaugurava proprio con Mestre doveva portare ad un definitivo salto di qualità per la truppa di coach Tommaso Della Rosa e invece, a giudicare da questo primo atto, siamo davanti ad un’involuzione sia tecnica che morale dell’Estra Pistoia. Tecnica perché le qualità dei singoli sono evidentemente in flessione, morale perché la capacità di reagire ai momenti di difficoltà sembra essersi completamente persa. In dieci giornate finora disputate, solo in tre occasioni si è riusciti a subire meno di 80 punti e, nelle ultime due, non si è stati in grado di raggiungere tale quota.

L’atteggiamento remissivo, uno spirito di squadra che tende a sciogliersi al primo parziale subito, i due USA in palese difficoltà dopo aver tirato spesso e volentieri la carretta. Sono tutti elementi che non possono passare in secondo piano e che pongono fisiologicamente allenatore e squadra sotto la lente di ingrandimento. Questo per dire che i fischi, intesi come reazione alla prestazione in sé, non sono poi così ingenerosi. C’è da comprendere anche che i fantasmi della scorsa stagione, nonostante lo sforzo di confinarli ad un passato eccessivamente lontano, condizionano ancora oggi l’umore della piazza. Fatto sta che il risultato è lo stesso: Tommaso Della Rosa sembra il Markovski di turno, mentre l’intero roster biancorosso e la sua costruzione sono messi in discussione.

Il punto è che, su quest’ultimo aspetto e non solo, le incognite erano note sin dall’inizio: un coach giovane e debuttante messo a capo di una squadra costruita sul senso di appartenenza e la voglia di riscatto. Tra chi era reduce da un pesante infortunio (Johnson, Gallo), chi da stagioni in cui aveva giocato poco o nulla (Campogrande, Magro, Alessandrini) e chi da diverse annate in cui non era stato più protagonista in A2 (Zanotti). E aggiungiamoci pure un organigramma societario completamente rinnovato che ha provato anzitutto, pur non conoscendola a fondo, a ricucire il rapporto con la piazza (sì, anche attraverso le scelte nel comparto tecnico-sportivo). Il tutto ricordando ovviamente le risorse non illimitate, volendo usare un eufemismo, messe a disposizione per la stagione 2025/26.

Per come è strutturato oggi il campionato di A2, anche squadre sulla carta più solide possono incorrere in una striscia negativa (si vedano Scafati e Forlì). Le criticità sono evidenti ma nel basket i processi sommari, con tanto di capri espiatori selezionati a sorte, non hanno mai portato ad una vera risoluzione del problema. E non è così lontana nel tempo la migliore prestazione stagionale dei biancorossi, quella giunta a Rieti prima dei famosi e tristi fatti. Ragione vuole che prima del tempo dei tagli avvenga quello delle riflessioni e della ricerca di possibili soluzioni. Anche perché il calendario mette dinanzi un doppio impegno (Urania Milano in trasferta mercoledì, Roseto in casa domenica) che non può essere affrontato con troppi elementi sulla graticola. Certo, è chiaro che uscire da questo trittico con un bilancio in negativo darà giocoforza il La a considerazioni e (forse) decisioni più perentorie.

Anche perché a preoccupare è pure il bilancio casalingo, con la Lumosquare che ha perso da diverso tempo lo status di fortino per i biancorossi. Dall’inizio della scorsa stagione, infatti, sono solo quattro i successi interni dell’Estra (Napoli, Reggio Emilia e Varese nel campionato di Serie A e Bergamo nel debutto in casa di quest’annata in A2). Un altro argomento che non può più essere evitato. La squadra deve tornare a trovare la giusta carica dall’ambiente e quest’ultimo deve comprendere che i tempi delle vacche grasse (semmai ci siano mai stati a Pistoia) sono finiti. Scrivemmo a suo tempo che questa ripartenza dall’A2 sarebbe stato il termometro del vero coinvolgimento della piazza. Dispiace constatare che, così come la squadra, anche chi dovrebbe sostenerla continua a cadere nei soliti errori intesi come meccanismi provinciali, tra chi partecipa senza alcun costrutto e chi semplicemente resta a casa in attesa di tempi migliori.

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