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Basket / Serie B Nazionale

Fabo Herons, coach Barsotti: «Fa male, come se si fosse spenta la luce»

Il tecnico di Montecatini analizza la sconfitta in finale contro Mestre: «Sul +9 abbiamo perso l’inerzia»

È un Federico Barsotti provato, ma lucido, quello che si presenta davanti ai microfoni dopo la sconfitta nella finale promozione contro la Gemini Mestre. Un epilogo amarissimo per la Fabo Herons Montecatini, che per il secondo anno consecutivo vede sfumare il sogno della Serie A2 a un passo dal traguardo: «Sarebbe irreale dire che non fa male, che non siamo delusi. Con molti ragazzi ho condiviso due anni, due stagioni in cui siamo stati vicinissimi a ottenere questo risultato. E anche stavolta ci siamo andati davvero vicini».

Il coach non cerca alibi, ma individua con precisione il momento chiave del match: «Abbiamo gestito male quel possesso sul +9, e da lì è come se avessimo ridato coraggio a Mestre, che in quel momento sembrava un po’ fuori giri. Improvvisamente, però, lo abbiamo perso anche noi: abbiamo sbagliato tutto, attaccato da fermi, smesso di giocare insieme. È stato come se si fosse spenta la luce».

Barsotti allarga poi lo sguardo all’intera stagione, segnata da infortuni e fatiche che, forse, hanno presentato il conto proprio sul più bello: «Se devo trovare una spiegazione – anche se non so nemmeno quanto ci credo – forse è legata alle vicissitudini vissute in stagione. Tanti infortuni, tanti giocatori che negli ultimi minuti non avevano più niente da grattare nel fondo del barile, a livello di energie. Benites, Chiera, Natali: tutti hanno avuto lunghi stop. E poi gli episodi… i falli di Arrigoni sono stati pesantissimi per noi».

I ricordi della scorsa stagione tornano prepotenti, alimentati da un destino che sembra essersi ripetuto con una precisione quasi beffarda: «Quel canestro di Mazzucchelli con le mani di Sgobba in faccia mi ha ricordato troppo quello di Burini dell’anno scorso, praticamente identico. Sempre a un minuto e venti dalla fine. Lì ho rivisto i fantasmi, ho pensato che forse non ce l’avremmo fatta». Il tecnico ci tiene però a sottolineare il valore dell’avversario e l’impegno profuso dai suoi: «Abbiamo dato l’anima in una stagione estenuante. Mestre è una squadra fortissima, ben allenata, e si merita la vittoria. Se avessimo vinto noi, sarebbe stato lo stesso: ce la saremmo meritata. Ma alla fine ne vince una sola».

L’amarezza si mescola alla consapevolezza, quella di aver fatto tutto il possibile: «Abbiamo finito le energie. Negli ultimi minuti non abbiamo più fatto girare la palla, che invece ci era riuscito benissimo nei primi minuti del quarto quarto. Ci è mancata un po’ di corsa, non siamo stati lucidi nel correre. E quando arrivi ai supplementari, ti vengono in mente mille episodi che potevano andare diversamente». La conclusione è amara, ma non rassegnata: «Nel momento decisivo avremmo dovuto trovare due attacchi migliori, più corali, cercare il ferro, il fallo. Invece non ci siamo riusciti. Però a volte basta un episodio per cambiare l’inerzia. E stavolta, forse, doveva andare così».

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