Podismo
Franco De Caria ha completato la Nove Colli: «La dedico a Luca Baccini e Massimo Tuci»

«Corro sempre per entrambi, cercando di onorarli ogni volta. Un grande grazie a tutta la mia squadra», il racconto dell’ultramaratoneta pistoiese
Franco De Caria ci è riuscito ancora una volta. L’ultramaratoneta pistoiese ha saldato in toto quel conto in sospeso rimasto dalla scorsa edizione della Nove Colli Running, completando in 29 ore e 48 minuti la durissima gara da 202,4 km con arrivo e partenza a Cesenatico. Un percorso da oltre 3800 metri di dislivello tra le colline emiliano-romagnole già conquistato nel 2017 e – dopo il ritiro forzato dello scorso anno – nuovamente terminato nell’edizione 2025.
«RINGRAZIO LA MIA SQUADRA»
Una enorme soddisfazione per De Caria, unico portacolori cittadino alla manifestazione internazionale alla quale vi erano iscritti ben 91 maratoneti provenienti da tutto il mondo. «Una gara di sopravvivenza», l’aveva definita prima d’ affrontarla. E così, in effetti, lo è stata anche questa volta. Una gara di gambe sì ma soprattutto di nervi. Dal mezzogiorno di fuoco di sabato 10 maggio – orario della partenza – alle 18 della domenica 11, passando per l’oscurità della notte. Un viaggio lungo, tortuoso e faticoso, nel quale Franco ha spremuto tutte le sue energie dando sfogo alle sue fortissime motivazioni.
«Il mio obiettivo era arrivare in fondo, a prescindere dal tempo – ci ha raccontato De Caria -. Non corro mai “con l’orologio” non è come mi piace affrontare queste gare. È stata davvero dura e lo testimonia il fatto che su 91 partecipanti solo 47 sono riusciti ad arrivare in fondo. È un percorso molto difficile ma quest’anno avevo motivazioni particolarmente elevate, persino più del solito. Quest’anno mi ero impuntato sulla Nove Colli e sono felice di avercela fatta».
«Per fortuna non è stato caldo come l’anno scorso alla partenza mentre la notte è stata più fredda – ha proseguito l’ultramaratoneta pistoiese -. Ammetto di aver patito fino all’ultimo, spesso sono arrivato al checkpoint al limite del tempo. Quando magari avevo più margine mi rilassavo e poi dovevo accelerare per recuperare. In questo elastico fondamentale importanza l’ha avuta la mia squadra. Ci tengo a ringraziarli tutti di cuore, uno per uno: Annalisa Mazzoni, Marzio Doni, Maurizio Giannini, Gianluca Capo, Vincenzo Panariello, Paolo Gaggini, Luca Minelli. Mi hanno indirizzato e sostenuto. Sono stati eccellenti, anzi perfetti. Un super lavoro di squadra».

LA SPINTA DALL’ALTO
Enorme il sostegno della squadra, incalcolabile la spinta giunta anche da chi purtroppo non c’è più. Una forza nascosta ma potentissima, in grado di spingere De Caria fino al traguardo e non solo. Amici indimenticati, da portare per sempre nel cuore, ogni volta che si allaccia le scarpe così come nella vita di tutti i gironi.
«Ho fatto questa gara per la prima volta grazie al mio amico Luca Baccini. È lui che mi ha spinto a provare le ultramaratone -. ha raccontato con emozione De Caria -. Tre anni fa è venuto a mancare e da allora io corro per lui. Lo porto sempre con me, indossando la maglia con su scritto “Baccio 52“. Non solo, quest’anno ho potuto scegliere il numero di pettorale e la scelta è stata semplice».
«Ho preso l’8 – ha proseguito -. Baccio ha completato sette volte la Nove Colli e questa sarebbe stata la sua ottava. Volevo arrivasse in fondo ancora una volta, insieme a me. L’8 è anche il giorno in cui è scomparso nonché il giorno in cui è nata mia figlia. Un numero speciale dai tanti significati che ha segnato anche questa gara. Non poteva non andare bene. Ormai io corro sempre per lui, lo porto con me ogni volta. Quest’anno poi è venuto a mancare anche un altro caro amico come Massimo Tuci. Da allora posso dire di correre per entrambi, cercando di onorarli ogni volta».
Tesserato sia con la Polisportiva Hitachi – della quale Massimo Tuci è stato presidente – per la UISP che con con la Podistica Aglianese – della quale era invece presidente Luca Baccini – per la Fidal, De Caria era, ed è tuttora, legatissimo ad entrambi. Due luci a guidarlo anche nella lunga notte della Nove Colli, dalla quale ancora Franco deve riprendersi del tutto.
«Sono già tornato a correre e di gambe sto piuttosto bene – ha ammesso -. Il problema principale è a livello mentale. Sono ancora abbastanza scombussolato, devo ancora riprendermi. Non ho avuto molto tempo di riposarmi perché sono rientrato subito a lavoro. Sapevo sarebbe stata dura nei giorni successivi, parliamo comunque di quasi 30 ore di gara senza dormire. Devo recuperare a livello di nervi, cercherò di essere pronto per il Passatore di sabato prossimo, altri 100 lunghi chilometri». Che dopo gli oltre 200 appena corsi, si potranno affrontare con maggiore leggerezza. «Me la prenderò tranquillamente. Sarà la mia terza volta e come sempre tenterò di arrivare in fondo. Dopo quanto ottenuto alla Nove Colli, questa per me sarà come una festa». Da correre, ancora una volta, con gli amici di una vita al suo fianco e dentro al suo cuore.
