Basket / Serie B Nazionale
Herons-La T Gema, i coach non le mandano a dire
A 10 giorni dalla stracittadina termale sia Meo Sacchetti che Marco Andreazza hanno mandato messaggi chiari alle loro squadre
Pur con risultati opposti, il weekend di gare di Herons e La T Gema Montecatini ha avuto un finale molto simile nei rispettivi post-partita. Sia coach Meo Sacchetti che Marco Andreazza hanno commentato in modo durissimo la prestazione dei propri giocatori, lasciandosi andare anche a dichiarazioni che sanno in un certo senso di ultimatum per alcuni elementi. Il tutto, tra l’altro, a dieci giorni dalla stracittadina (17 dicembre ore 20:30 al PalaTagliate) di Luccache sarà, alla luce dei rispettivi momenti delle due squadre, ancora di più un crocevia stagionale.
ANDREAZZA: «UNA PARTITA POVERA»
La T Gema non è mai stata in grado, nell’anticipo di sabato, di riaprire la gara al Pala Cipir di Gravellona Toce contro la Paffoni Omegna. I padroni di casa hanno infatti messo immediatamente un bel parziale e hanno successivamente amministrato il vantaggio. Per i rossoblù è arrivata dunque la terza sconfitta consecutiva in campionato e probabilmente la peggior prestazione di squadra dell’intera annata.
«C’è poco da commentare – ha così commentato coach Andreazza – La Paffoni è sempre stata sopra e la sensazione è che andassero il doppio di noi. Sappiamo di venire da un momento di grande difficoltà fisica: non è un alibi, ma è chiaro che ci sono poche partite che puoi vincere con le scarpe slacciate o un roster ridotto. Adesso dobbiamo metabolizzare questo terzo ko di fila, che è frutto di tante piccole cose che succedono in settimana e si ripercuotono sulla partita. Parlo di malanni, infortuni e influenze: cose che capitano sempre durante un campionato. Le ultime tre sconfitte sono coincise con partenze a rallentatore, per usare un eufemismo. Rimescolando i quintetti, abbiamo trovato le cinque persone che hanno deciso di mettere un po’ di sudore, di cazzimma in campo, ma non è bastato. Ma la verità è che è stata una partita povera e che Omegna non deve aver faticato molto per vincerla. La prossima con Agrigento? Prima di pensarla dobbiamo allenarla, ritornando ad avere continuità in allenamento. Sappiamo che il campionato di B è una maratona dove devi anche saper soffrire, però certi tarli non sono nel DNA delle mie squadre. Bisogna quindi cercare di capire bene dove i problemi sono dettati da malanni o infortuni e dove invece c’è qualcosa da estirpare subito».
SACCHETTI : «NON SI PUÒ GIOIRE PER UNA VITTORIA COSÌ»
Ritorna alla vittoria la Fabo Herons Montecatini, con tanto anche di primo successo della gestione Meo Sacchetti, ma non parte nessuna festa al termine dei 40′. Con un +16 da amministrare al rientro dall’intervallo lungo, i termali sono invece stati recuperati dalla Siaz Piazza Armerina, che nei secondi finali ha avuto anche tra le mani la palla della vittoria. Ecco dunque che ai microfoni si è presentato un coach Sacchetti visibilmente e dichiaratamente arrabbiato.
«Una prestazione abbastanza insufficiente, anche nel primo tempo – questo l’esordio di coach Sacchetti – Nel secondo tempo abbiamo iniziato in una maniera che non posso definire: mi verrebbero solo brutte parole. Non si può tornare dagli spogliatoi, in vantaggio e con l’obbligo di giocare con intensità, concedendo subito due tiri da tre aperti. Poi ce la siamo trascinata, rischiando anche di perderla: loro mettono l’ultimo tiro, noi andiamo a casa e basta. C’è qualcosa di tecnico da mettere a posto, ma soprattutto nella testa di qualcuno. Se qualcuno capisce benissimo, altrimenti si siede in panchina e si guarda la partita da lì. Non si può essere questi e non si può essere contenti: so che era da tempo che non si vinceva una gara, ma non si può gioire di una vittoria così. Qual è il problema? Certe volte ci sentiamo più forti di quello che siamo, dimenticandoci di essere umili e lavoratori. Lo vedo anche dalle facce, quando ad esempio vengono cambiati e non capiscono perché. L’atteggiamento deve essere quello di chi entra in campo solo per tre minuti ma sputa sangue. Se a qualcuno non va bene, può andare da un’altra parte».








