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Basket / Serie B Nazionale

Herons Montecatini, il focus sul roster 2025/26

La squadra allestita può spezzare la “maledizione A2”, ma avrà bisogno di nuovi equilibri. Sarà l’anno degli Herons?

Quando si arriva a parlare degli Herons che saranno, versione 2025/26, risulta ostico poter rifarsi a diversi punti di vista. Una dichiarazione d’intenti fin troppo cristallina, giunta da Montecatini al resto d’Italia: l’A2 stavolta non deve e non può sfuggire. Un segnale lanciato a tutta la Serie B Nazionale, in attesa di tradurre sul campo questa voglia matta. Il club del patron Luchi si è rimesso in strada dopo il terribile epilogo della scorsa annata nello spareggio con Mestre, che si è quindi aggiunto al non meno triste finale contro Avellino della stagione precedente. Tante, troppe delusioni per una piazza che da tempo si sente pronta a tornare su palcoscenici più consoni alla propria storia.

La società ha preso immediatamente decisioni importanti: in primis la scelta non banale di proseguire con coach Federico Barsotti, dimostrando di nutrire ancora la massima fiducia nel proprio condottiero di sempre. Spostandosi al campo, è arrivata la separazione, tra gli altri, con i due leader tecnici ed emotivi delle ultime stagioni: Marco Arrigoni e Adrian Chiera. Due pedine dal peso specifico considerevole in uscita, questa la prima mossa del mercato estivo a cui poi si sono susseguiti annunci davvero impressionanti.

IL ROSTER

Gli Herons hanno comunque salvaguardato la propria identità di squadra e mantenuto un importante zoccolo duro di giocatori con le conferme di capitan Nicola Natali, Daniele Dell’Uomo, Giorgio Sgobba, Alberto Benites e Nicola Mastrangelo. Per quest’ultimo, dopo la sfortunatissima stagione appena passata, una bella occasione per mostrare tutte le sue qualità coi colori della Fabo. Ma in generale stiamo parlando di un gruppo ormai storico il cui contributo tecnico e in termini di leadership non verrà mai a mancare. La cosa più impressionante, tuttavia è che nessuno di loro potrebbe trovare posto nell’ideale starting five.

Questo perché in pochi potevano essere pronti agli innesti di quest’estate. In ordine cronologico di firma Antonello Ricci (l’anno scorso a Caserta), Yannick Giombini (proveniente dalla Juvi Cremona in A2), Filippo Rossi (capitano a Vigevano) e Riccardo Chinellato (da Avellino, con cui sfilò la promozione proprio alla Fabo). Già così rimanevano pochi dubbi sulle velleità degli Aironi, ma il club ha voluto addirittura fare il regalo definitivo ai propri tifosi portando a Montecatini l’MVP della scorsa stagione di B Nazionale: il lituano Lukas Aukstilkanis. Chi ha avuto il piacere e il privilegio di vederlo all’opera in maglia Roseto sa benissimo che i meri numeri non bastano a spiegare la decisività del classe 1995.

Una squadra dunque pronta per l’uso e per aggredire il campionato ormai alle porte, cui poi sono state aggiunte due ulteriori pedine: il play Simone Bertini e il pivot Youssouf Kamate (entrambi del 2006). Su quest’ultimo sarà molto interessante vederne da subito l’utilizzo, trattandosi di un prospetto tutto da scoprire e da ammirare per le sue doti fisiche e atletiche. Considerando, ovviamente, l’oggettiva qualità del roster termale, con l’ampio ventaglio di armi da utilizzare per scardinare le difese avversarie. E proprio per questo risulta fin troppo facile individuare i punti di forza degli Herons.

HERONS, QUALITÀ E RIVALSA

La prima cosa che oggi salta di più all’occhio è che la compagine montecatinese ha allestito un roster nettamente più profondo delle scorse annate, con addirittura diverse scelte in almeno due spot e con svariate possibilità di far scalare di ruolo. Soddisfatti dunque anche i requisiti dell’adattabilità tattica, sempre più necessari nel basket moderno, e della copertura dei ruoli. Aspetti non banali in un campionato dove ci sarà bisogno del contributo di tutti e in cui ogni giocatore potrà fisiologicamente vivere dei passaggi a vuoto. Il tutto senza contare che gli Herons oggi dispongono del miglior match winner dell’intera categoria. Un go-to-guy come Aukstikalnis, in un roster già super competitivo, rappresenta un valore aggiunto che, sulla carta, già pone una linea tra la Fabo e le sue concorrenti per la promozione.

Aspetto non meno importante le riconferme di diversi uomini-franchigia, da Natali e Dell’Uomo che incarnano la termalità a 360 gradi a Benites e Sgobba che rischiano di essere sesto e settimo uomo di lusso. Non si costruirà dunque dal niente, con coach Barsotti che avrà il dovere di riplasmare quella macchina da campionato che è sempre riuscita ad arrivare fino in fondo. E per fare ciò quest’anno si è puntato su profili che conoscono benissimo l’ebrezza di chiudere la stagione festeggiando: Rossi (a Vigevano con Benites), Ricci (con la Libertas), Aukstikalnis (con Roseto) e Chinellato (ad Avellino) sono tutti recenti vincitori della B Nazionale e porteranno a Montecatini questi curricula da promozione.

Ma a fare la differenza, oltre ai succitati elementi tecnici e non, sarà senza dubbio la voglia di rivalsa di tutta una piazza e di una società che, negli ultimi due anni, hanno visto infrangersi i loro sogni a meno di un passo dal traguardo. E per il modo in cui si è operato durante l’estate (con tanto anche di voci di fusione con l’altra realtà termale che sono state subito messe a tacere) l’idea sembra quella di una vera e propria revenge season. Una rabbia sana, sportiva che potrà essere l’arma in più per riprendersi tutto e con gli interessi. Anche perché, se non ora, quando?

LE POCHE INCOGNITE

Difficile, detto ciò, riuscire a trovare veri e propri punti deboli all’interno di questa Fabo. Stiamo sempre parlando di basket d’estate, precedente addirittura alla data del raduno, e quindi ogni discorso prettamente di campo è rimandato al momento più opportuno. Sempre che se ne possa intessere uno. Per adesso le impressioni sono più da ricercare in fattori estranei alla composizione della squadra. In primis perché, almeno all’inizio, si dovrà ancora fare a meno dell’“effetto PalaTerme”. Aspetto che già l’anno scorso ha inciso, così come la formula del campionato: una stagione lunga e fisicamente dispendiosa. Anche quest’anno, con una squadra dall’età media decisamente alta (27,5), sarà ancora fondamentale la gestione delle energie. E anche un pizzico di fortuna in più, alla voce infortuni.

Nel frattempo gli addetti ai lavori sembrano universalmente indirizzati nel riconoscere agli Herons il ruolo di favorita numero uno alla promozione. Come spesso accade in pre-season e anche successivamente, ciò comporta più un onere che un onore. La “Banda Barsotti” dunque dovrà sostenerne il peso: essere la squadra da battere significherà essere affrontata da qualunque avversaria al massimo delle sue possibilità. E per dimostrare sul campo questa superiorità, questo è l’unico vero aspetto interno al roster, sarà fondamentale creare nuovi e giusti equilibri. Come abbiamo detto, la Fabo disporrà di almeno 8 giocatori titolari, con una rotazione che potrebbe benissimo estendersi ad 11 elementi (dipende da quanto sarà giudicato da subito pronto Kamate).

Serviranno un’amalgama, delle gerarchie e dei compiti individuali ben precisi. Con lo scopo, anche, di preservare quelle caratteristiche che hanno reso gli Herons quella squadra così difficile da affrontare. Ritrovare quello spirito e con qualità maggiore a disposizione indirizzerebbe ancora di più in positivo la missione promozione. Missione, appunto, e si spera non un’ossessione. Perché questa Fabo dovrà guardarsi anche dall’effetto più negativo che questa stagione può nascondere: ritrovarsi a pensare quotidianamente all’obiettivo e, subconsciamente, alla possibilità di non raggiungerlo e alle conseguenze di ciò. Guardare a dritto, partita dopo partita, con consapevolezza e serenità sarà l’unico modus vivendi che potrà alla fine pagare.

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