Basket / Serie B Nazionale
Il derby secondo Paccariè: «Fabo ha completezza tecnica, La T Gema collettivo maturo»
Il parere ai nostri microfoni dell’ex allenatore della Luiss Roma sulla stracittadina termale: «Piano con critiche e drammi»
Questa volta appare più difficile del previsto. Ci sono state edizioni della stracittadina cestistica di Montecatini in cui le gerarchie e le aspettative erano estremamente chiare e definite; invece per quanto riguarda l’imminente derby di mercoledì 17 dicembre ogni previsione appare nebulosa ed indecifrabile. Il fatto è che, se si analizza l’andamento di entrambi i club termali, sono più le incertezze che le certezze sotto i profili del gioco e della motivazione. Solo l’aspetto tecnico non è in discussione: il valore delle rose è elevato ma è anche per questo e per una classifica sotto le attese in tutte e due le casistiche che è difficile capire quello che accadrà.
La Fabo Herons, dopo la straordinaria affermazione in Supercoppa, è parsa troppo spesso l’ombra di sé stessa e non ha mai trovato la giusta amalgama. La T Tecnica Gema è andata avanti ad alti e bassi, serie consecutive di vittorie e sconfitte che lasciano immaginare una lunga strada verso il massimo potenziale. Di fronte a questo marasma di scenari, solo una firma d’autore può aiutarci a capire qualcosa.
«NON C’È UNA FAVORITA»
In realtà anche per Andrea Paccariè, uno degli allenatori più stimati ed autorevoli della Serie B Nazionale, si potranno avere idee chiare solo dopo la palla a due. Di fronte ad una partita così sentita, il culmine di una rivalità esplosa fragorosamente in questi anni, non si può far altro che aspettare e godersi la battaglia: «Chiaramente non può esserci una favorita – debutta l’ex timoniere della Luiss Roma – il fatto che questo sia un derby di per sé la fa sfuggire alla logica dei pronostici, anche la situazione in classifica non può dare un qualche impulso in questo senso. È vero poi che le due squadre sono ancora abbastanza vicine in graduatoria, inoltre si equivalgono dal punto di vista della forza tecnica. Faccio anche un’altra valutazione: il derby di Montecatini è il derby di Montecatini. Nell’immaginario collettivo di chi tifa o chi segue vale come un campionato a sé stante, va aldilà di ogni livello e di ogni modalità di gioco proposta. Per tutti questi motivi non vedo come possa esistere un pronostico; ciò che auspico semplicemente è poter assistere ad una gara piacevole, corretta e ben interpretata da tutti».
Scandagliando più nel dettaglio la situazione delle due squadre, Paccariè non vede criticità enormi. Nel caso dei padroni di casa, una Fabo finita nella parte destra del girone A, l’esperto tecnico non ha timore di ammettere la propria fiducia nelle qualità degli Aironi e nella loro capacità di risollevarsi: «La situazione Herons è assolutamente in linea con le indicazioni che si sono viste nel corso della stagione. Probabilmente il fatto di dover trovare equilibri diversi con questo gruppo, più qualche partita che è girata male tra sconfitte in volata e altro, ha influito sull’inerzia emotiva. La squadra è indubbiamente forte, trascinata da un Chinellato con percentuali e presenza da star quale si pensava fosse e quale effettivamente è. Si sta confermando un giocatore straordinario, è l’uomo in più che dà un contributo fondamentale in tutte le posizioni del campo. In questi Herons ci sono però almeno cinque giocatori che viaggiano intorno ai dieci punti a partita, elementi che sanno gestire le varie situazioni di gioco. La squadra sta cercando di abituarsi ai nuovi equilibri ma è indubbio che abbia al suo interno un volume di completezza tecnica notevole e vincente».
Poco sopra in graduatoria si trova La T Gema, appena tornata al successo poche ore fa contro Agrigento (al contrario dei cugini, sconfitti a Vigevano). La crescita dei rossoblù in questo girone d’andata è indiscutibile; forse è stata troppo lenta e frenata da qualche carenza nel roster?
«Sì, forse c’è ancora qualche tassello fuori posto – puntualizza Paccariè, attualmente senza impiego ma sul taccuino di molte pretendenti – credo che anche in questo caso sia solo una questione di ricerca degli equilibri. La T Gema ha due terminali offensivi come Strautmanis e Jackson, due individualità che vogliono e possono essere protagoniste. Nei momenti clou rappresentano un punto di riferimento da cui andare, questo deve comportare buona volontà da parte di tutti quanti nel remare dalla stessa parte della barca. Non è una cosa così semplice da ottenere quando hai tanti giocatori pieni di qualità tecnica ma per fortuna non ho visto nessuno tirarsi indietro in queste partite. Il numero di possessi o momenti in cui gestire spesso è limitato quando ci sono giocatori strabordanti, come Jackson, che hanno bisogno di tenere palla in mano. Per fare in modo che anche tutti gli altri elementi, che sono di livello importante, diano il loro contributo, La T Gema si sta affidando ad una capacità fondamentale per avere successo: maturare rapidamente come collettivo».
LA B NAZIONALE SECONDO PACCARIÈ
Sarà in ogni caso uno scontro diretto con vista lotta per playoff, mentre si direbbe che per la qualificazione in Coppa Italia sia troppo tardi. È vero anche che, come sostiene l’ex c.t. della nazionale maltese, con l’incredibile numero di pretendenti per la postseason che sta uscendo fuori da questa B Nazionale c’è tutto il tempo di recuperare ed essere recuperati anche dopo il derby: «I rapporti di forza sono piuttosto sbilanciati in favore del girone Nord, essendo strapieno di squadre di medio-alto livello; ogni settimana è quasi impossibile assistere a partite già chiuse fin dall’inizio. Se lo confronto con l’altro gruppo, nel quale invece si è sganciato un gruppetto in testa, il livello medio sembra inferiore al Sud. Nel Girone B ci sono 4/5 formazioni, dall’altro lato ne vedo competitive almeno 10/11; con una classifica così corta ed un calendario che comprende turni infrasettimanali e tante gare ravvicinate tutto si può ribaltare in un attimo».
«Legnano, Vigevano e Vicenza parrebbero in linea di massima le squadre più in forma in questo momento specifico del campionato, stanno andando molto bene. Sappiamo però che le due di Montecatini erano considerate al via tra le più papabili per fare un campionato di testa. Anche se non sono al vertice penso che, per il discorso della classifica corta ed in continua evoluzione, si debba andare piano con critiche e drammi. Ci si poteva aspettare di meglio, certo; però se prendo Montecatini sponda La T Gema alla fine c’è una sola vittoria di distanza dal secondo posto. San Vendemiano è passata in tre settimane da essere data per spacciata ad essere l’Armata Rossa degli anni 70’ vincendo sei partite di fila, mentre al contrario Treviglio sembrava imbattibile ad inizio stagione e adesso fuori dalle prime sei: è una Serie B imprevedibile e lo si vede tutte le domeniche».
«MONTECATINI VIVE PER IL BASKET»
Andrea Paccariè ha scritto pagine importanti nelle ultime stagioni di terza serie, portando quella Luiss Roma che ha guidato per oltre un decennio al traguardo più volte sfuggito alle termali: la Serie A2. Lasciato la panchina del prestigioso ateneo, che continua nel frattempo a sorprendere le grandi del basket italiano, Paccariè guarda avanti alla ricerca di nuove sfide: «Io oramai non ho più un ruolo nella sezione pallacanestro della Luiss, non mi occupo più di niente all’interno del sistema. Chiaramente però vedo che le cose stanno andando positivamente. Fondamentale è il fatto che la squadra abbia mantenuto l’ossatura dell’anno passato, è andato via solo Pugliatti, per il resto sono rimasti tutti con Fernandez e Sylla in più. Mi sembra ancora un gruppo attrezzato per fare bene. Io? Mi sento ancora in forma, sono disponibilissimo. Non ci sono preclusioni geografiche né limitazioni di qualsiasi sorta. Chiaramente cerco un progetto da condividere insieme, anche perché, che sia a tempo limitato o meno, credo che il lavoro dentro una società debba effettivamente interessare tutti i suoi componenti. Torno in panchina perché sì; lo voglio fare, perché è il mio lavoro ed è quello che mi piace fare, ma lo farò solo se dalla parte di chi offre ci sarà un livello di partecipazione emotiva alto».
E se un giorno la sua strada si incrociasse proprio con quella di Montecatini, qualsiasi delle due metà sia? Paccariè non ci pensa due volte a dare una risposta: «Assolutamente sì. Sarebbe una di quelle chiamate che inorgogliscono, è una di quei posti in cui un appassionato di questo sport vorrebbe stare e sarei ipocrita ad affermare il contrario. Sarebbe un’esperienza davvero bella da vivere, è una piazza che vive e che gode per il basket e per eventi come il derby».









