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Basket / Serie B Nazionale

Il ritorno di Luca Infante a La T Gema: «Società cresciuta anno dopo anno»

Il neo Ds è tornato a Montecatini da dirigente ed è già re del mercato: «Lavoriamo per essere pronti a compiere il grande salto in A2»

Ogni casa, per poter stare in piedi, ha bisogno di solide fondamenta e di ingegneri capaci. La T Tecnica Gema Montecatini non vuole costruire qualcosa di semplice, la propria mentalità sempre rivolta ad ottenere il massimo sta portando all’edificazione di un vero e proprio grattacielo che vuole arrivare in alto ben oltre le nuvole, fino a quel paradiso chiamato Serie A2. Per riuscirci servono pazienza, idee e uomini giusti e proprio in questo senso la dirigenza termale ha affidato il compito di modellare la nuova super-rosa a chi conosce bene l’ambiente La T Tecnica e che da giocatore ha contribuito a scrivere pagine importanti in canotta rosso-blu.

«SCELTO GIOCATORI CON MOTIVAZIONI»

Luca Infante è stato sostanzialmente il primo acquisto della stagione 2025/26. Tornato a Montecatini in veste di direttore sportivo, l’ex cestista, tra le altre, di Reggio Emilia, Brindisi, Biella e Piacenza (con pure una fugace apparizione in Nazionale) si è alternato insieme del general manager Guido Meini alla guida della macchina operativa che, anche quest’estate, si è distinta per la quantità e la qualità di operazioni di mercato. Anche per il prossimo campionato di Serie B Nazionale La T Gema si è garantita un posto in prima fila tra le pretendenti alla promozione, che è poi l’obiettivo mai nascosto dal duo Lulli – Moricci. Infante però sa bene che di strada da compiere prima di poter aggiudicarsi quel traguardo e la parabola della compagine termale nella scorsa annata ne è un esempio lampante.

«Penso che lo scorso anno – ricorda il neo-d.s. – la componente infortuni ha colpito nel momento chiave del campionato e non ha permesso a La T Gema di avere il quid in più che serviva per vincere. Quest’anno ripartiamo da Marco Andreazza, per me è uno dei top allenatori della B Nazionale e pure dell’A2. Con i suoi consigli abbiamo costruito una rosa seguendo una linea guida precisa, abbiamo ricercato giocatori con forti motivazioni e valori umani che vanno oltre il tasso tecnico. E’ stata una scelta che ci permetterà di avere un gruppo più solido e compatto, con il quale avremo più chances di vincere le partite che riteniamo difficili».

Coach Andreazza è solo il primo (forse il più significativo) dei fuochi d’artificio esplosi in questa sessione di mercato. Fratto, Bargnesi, Peroni, Strautmanis e, ultimo in ordine di tempo, Vedovato: una cinquina di top player conclamati per la Serie B che, sommati ai confermati D’Alessandro, Burini, Passoni, Acunzo e Bedin, proiettano La T Gema in cima a tutti i power ranking. Chi secondo Infante potrebbe impensierire maggiormente? Magari qualche vicino di casa? «Sicuramente gli Herons hanno fatto una squadra molto importante. Io però ne vedo tante altre che possono lottare: Roma, Caserta, Treviglio, Legnano, Omegna, Luiss Roma, Jesi . . .  e queste sono solo le prime che mi vengono in mente. Il campionato è veramente difficile, già seguendolo da dirigente on A2 negli ultimi anni ho potuto intuire quanto sia lungo e tosto».

DA GIOCATORE A DIRETTORE TERMALE

Nel 2023 Luca Infante ha appeso le scarpe al chiodo, vivendo la sua ultima stagione proprio tra le file dell’allora Gema Montecatini dopo un torneo rocambolesco che l’ex centro ricorda con affetto: «Lì raggiungemmo una grandissima permanenza in B Nazionale, non dimenticherò mai la serie di playout contro Pavia. Da quella stagione in poi la struttura di questa società è cresciuta anno dopo anno, dietro a tutto questo c’è senza dubbio la mano del presidente Alessandro Lulli assistito da Paolo Moricci e da Guido Meini. La volontà di questo gruppo dirigenziale è sempre stata improntata verso l’espansione della struttura organizzativa, in modo da essere pronti un giorno per compiere il grande salto in A2. Non tutte le società della B Nazionale sanno muoversi come ha fatto la Pallacanestro Montecatini, i passi da gigante compiuti in questi anni ne sono una prova».

L’idea di fermarsi e godersi la vita dopo una lunga carriera non ha sfiorato la mente di Infante, il quale ha voluto cimentarsi fin da subito con le scrivanie dirigenziali. Il nuovo direttore sportivo proviene dalle stagioni in seno a Treviglio e ad Orzinuovi, entrambe in Serie A2. Ora che è tornato in Valdinievole, spera di poter mettere in pratica i trucchi del mestiere appresi al piano di sopra: «Dalla mia esperienza posso dire che, quando un giocatore appena ritiratosi dalle competizioni vuole iniziare a svolgere questo mestiere, si trova in difficoltà non per mancanza di conoscenza tecnica ma nel sapere come fare le cose, nel gestire tutti gli aspetti organizzativi di una società. Un atleta entra ed esce dal campo, che sia allenamento o partita; un dirigente deve invece pensare al prima, al mentre e al dopo di partite ed allenamenti, e non basta nemmeno. Le esperienze che ho avuto mi hanno insegnato molto sotto questi punti di vista e spero di tradurre questi insegnamenti in modo utile ed efficace per Montecatini».

«MI HA AFFASCINATO IL PROGETTO»

«Il corteggiamento è durato per un po’ di mesi – spiega Infante raccontando le dinamiche che ne hanno consentito il ritorno in rosso-blu ed i suoi primi giorni in La T Gema – mi ha affascinato tanto il progetto del presidente. Alessandro è una persona che mi stima molto e che apprezzava le mie doti, caratteriali e non solo, fin dall’anno in cui giocai qui; mi ha colpito in particolare la sua voglia sua di andare avanti e di far crescere questa società. Non ho potuto far altro che accettare quest’incarico, con il quale mi rimetto subito in gioco. Sono estremamente carico per questa sfida, insieme a Guido Meini siamo al lavoro giorno e notte con entusiasmo e professionalità».

«Io e Guido ci diamo una mano appena possiamo per qualsiasi cosa. Siamo sempre in contatto: io lo aiuto quando lui non è presente, lui mi aiuta a conoscere ruoli e compiti che ancora non conosco. C’è grande amicizia tra di noi, anche perché ci conosciamo da troppo tempo tra gli anni in cui ci siamo sfidati contro e quello in cui eravamo insieme qui, lui come dirigente e io come giocatore. Anche con Alessandro e Paolo c’è un bel feeling, da fautori del progetto quali sono non stanno solo mettendo soldi ma anche entusiasmo e passione che trasmettono a tutta la nostra gente. Stanno anche ingrandendo il bacino degli sponsor, più forze riusciamo ad avvicinare e più saremo in grado di raggiungere il salto di qualità di cui parlavo in precedenza».

Saltare, lottare e vincere dovrà essere il chiodo fisso nella mente sia di chi scenderà in campo che di chi resterà dietro le quinte: ma di quale delle due categorie farà effettivamente parte Infante? Sembra infatti che il suo ritiro dalle competizioni non sia stato rispettato, visto che il lungo campano si è dilettato nelle minors. Ovvio che esiste lo zero virgola di percentuale di rivederlo in campo con la canotta di La T Tecnica, come per altro chiarisce lo stesso Infante. Detto questo i più romantici si potranno tenere stretto il ‘mai dire mai’: «L’anno scorso mi sono divertito un po’ nei campionati regionali col BasketReggio (formazione dilettantistica di Reggio Emilia), vediamo cosa potrà succedere qui . . . tutto dipenderà da quanto lavoro ci sarà da fare. Purtroppo per me prima il giocare sul parquet era una priorità mentre adesso è rimasto un divertimento, però chissà: se qualcuno mi chiama per una partita io ci sono».

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