Impianti
Sarà un 2018 di svolta (difficile) per la piscina Fedi di Pistoia?

Ennesimo grido d’allarme della Nuotatori Pistoiesi: dopo il caos mediatico dell’agosto 2017 è calato di nuovo il silenzio sulla piscina e sulla palestra Silvano Fedi. Come stanno le cose?
Fino a pochi giorni fa a Palazzo Fabroni era esposto “Il Nuotatore”, scultura di Marino Marini che molti pistoiesi avranno di certo scoperto con “Passioni Visive”, la mostra evento con cui si è chiuso l’anno di Pistoia Capitale della Cultura. Un nuotatore seduto, forse sul blocco di partenza, assai pensieroso che sembra il ritratto dei nuotatori contemporanei della città di Marino, preoccupati sul futuro del nuoto a Pistoia.
Non da ora, certo, visto che la voce della società che da anni tinge d’azzurro con i suoi campioni lo sport cittadino, si è alzata da tempo verso tutti gli amministratori, di qualsiasi colore. Sempre più forte e disperata da quando nel settembre 2016 la chiusura della piscina Fedi per inagibilità, peggiorò una situazione già precaria. A più di un anno dalla chiusura dell’unico impianto con una vasca da 50 metri, struttura e zona tra l’altro caduta nel più pieno degrado, il grido di dolore è diventato allarme. Per la sopravvivenza stessa della società, unica a Pistoia, a mandare avanti l’attività di base in parallelo all’attività agonistica. Ma per quanto ancora?
Leggendo l’appello del presidente Lotti su “Il Tirreno” di qualche giorno fa, il tempo inizia ad essere un nemico dei Nuotatori sempre più stritolati da una situazione economica in cui le mancate entrate dei corsi di nuoto che venivano svolti tra la piscina del “Boario” e la “Fedi” pesano eccome sui bilanci di una società che in questo modo ha finanziato e mandato avanti l’attività agonistica per anni.
“Se in tempi brevi non interviene un cambiamento positivo della situazione – ha dichiarato il presidente della Nuotatori Pistoiesi – ci troveremo costretti a chiudere l’attività agonistica e a indirizzare i nostri atleti in altre città”. Atleti quelli di punta (da Nesti, Bonacchi alla campionessa italiana in carica di fondo Gabrielleschi) che – ad esempio – pagano la retta come tutti gli altri, arrivando a pagarsi trasferte e gare per non peggiorare la situazione della loro società. Tante spese e poche entrate: conseguenze di un nodo che rimane sempre quello degli impianti.
Uno scenario in cui da mesi non ci sono novità con la Fedi chiusa e senza prospettive future nonostante l’agitazione estiva con l’ennesimo capitolo del rimpallo di accuse tra enti che non ha portato a nulla più di una ripulitura sommaria della zona, sponsorizzata dal Presidente della Provincia Vanni e dal sindaco Tomasicon tanto di frullino in mano. A questo si aggiunge, nelle preoccupazioni della Nuotatori, la mancanza totale dell’argomento “piscine” nel piano delle opere triennale delle opere pubbliche appena presentato dalla giunta Tomasi.
Interpellati anche da noi, alla luce del nuovo appello della Nuotatori, per fare il punto su una situazione che si capisce essere molto complessa anche perché le piscine costano e molto, ad oggi venerdì 12 gennaio né Comune, né Provincia ci hanno fatto pervenire dichiarazioni in merito.
Sulla piscina (e sulla palestra anch’essa chiusa) Fedi è la Provincia di Pistoia a mantenere le competenze, come ripete il Comune, oggi come nel recente passato. Il presidente Vanni nelle sue uniche dichiarazioni estive, dopo la richiesta di dimissioni fatta dalla Nuotatori, ha continuato a proporre come soluzione una convenzione con il Comune. Ipotesi che si fa da tempo ma non si capisce bene con quali costi per il Comune, che si troverebbe a gestire un impianto in questo momento fatiscente. Per questo oggi, come ieri, la proposta così com’è sembra cadere nel vuoto.
Soldi sonanti che naturalmente ci vogliono per una nuova piscina che la giunta Bertinelli aveva ipotizzato nella zona di Pistoia Sud nel progetto sulla riqualificazione dell’Annona. La giunta Tomasi dice di non aver trovato nessuno progetto pronto.
Più volte era stato reso pubblico anche dalla stampa che il progetto della piscina all’Annona, insieme a quello complesso e molto oneroso naturalmente della riqualificazione dell’area, era stato presentato al Ministero già dal 2012 nell’ambito del piano nazionale per le città. Considerato idoneo ma non finanziato (visto il costo pesante di 7 milioni e mezzo di euro), era stato oggetto di una nuova lettera dell’ex sindaco all’allora presidente del Consiglio Renzi nel settembre 2016. In quella lettera si parla di progetto “condiviso con il Coni provinciale” di cui era delegato, l’attuale assessore allo sport della giunta Tomasi, Gabriele Magni.
Oltre alle misure di un progetto sicuramente ambizioso che puntava alla valorizzazione architettonica di una struttura progettata dall’architetto Adolfo Natalini, si evidenziava che dal 2013 una delibera comunale ha previsto la destinazione di quell’area ad impianti sportivi.
