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Calcio

Lucherini: «Vedere il Pescia in Prima mi ricorderà i tempi di mio padre»

Il Presidente del Pescia commenta la promozione ufficiale in Prima Categoria: «Questa settimana decideremo lo staff e la linea di mercato»

Un sollievo rimandato di tre mesi, giunto finalmente dopo la sentenza del Comitato Regionale. Il Pescia, assoluto dominatore del Girone B di Seconda Categoria, è ufficialmente promosso in Prima. Il Consiglio infatti ha deciso di promuovere in tutte le categorie le squadre leader di ciascun girone, con doppia promozione in caso di pari merito.

Il Pescia, che già a marzo era a tre punti dall’aritmetica vittoria, ha così ottenuto ciò che gli spettava. Quali sensazioni sono sorte dopo quest’attesa infinita? Come ripartirà la società e con quali obiettivi? Sono solo alcune delle domande che abbiamo rivolto ad Alessandro Lucherini, presidente della società rossonera.

Buonasera Lucherini, finalmente è arrivata la certezza della promozione. Cosa ha provato una volta saputa la notizia?

«Di certo non c’è stata molta sorpresa, visti i tanti discorsi che si erano susseguiti in questi tempi. Abbiamo aspettato pazientemente senza fare troppi proclami, ma eravamo molto fiduciosi. D’altronde il nostro è un traguardo raggiunto in campo: sarebbe stato assurdo toglierci una promozione a una vittoria dalla certezza matematica. Purtroppo a tempo debito non abbiamo potuto festeggiare con tutta la squadra e i tifosi e questo rimarrà un bel rimpianto. Vediamo se in qualche modo potremo rimediare…».

Quali sensazioni ha provato quando ha saputo della sentenza? Il sollievo è stato più forte del rammarico di non aver vissuto tutto normalmente?

«Per me è stato un momento importante perché ho raggiunto un sogno. Mio padre, Mario Lucherini, negli anni ’70 è stato presidente del Pescia proprio in Prima Categoria. A quei tempi ero un bambino ma ricordo che il campionato era più competitivo di oggi, visto il numero minore di categorie. Facevo il raccattapalle allo stadio e ricordo ancora il tanto pubblico che ci accorreva, soprattutto nei derby. Contro Ponte Buggianese, Borgo a Buggiano, Chiesina e Montecatini non c’era mai un posto libero. Quindi rivedere da presidente la società ai livelli in cui era quella di mio padre è per me una grande soddisfazione. Il lavoro che abbiamo fatto in questi tre anni è stato ripagato».

Quindi possiamo dire che prevale la soddisfazione personale…

«Sì, anche se è una gioia particolare. Poi io ho dato solo un contributo, il merito va spartito con tutte le componenti del nostro organico. Ritornare in Prima dopo quindici anni era un traguardo raggiungibile solo con la collaborazione di tutti».

Avete già iniziato a pensare alla prossima stagione? Il Comitato ha indicato metà ottobre come il periodo prefissato per la ripartenza. Pensa che sia un lasso di tempo giusto per pianificare tutto e magari per organizzare qualche torneo giovanile utile per il budget stagionale?

«Noi per fortuna abbiamo retto abbastanza bene questi mesi di inattività. Ovviamente come tutti abbiamo subito qualche perdita e far ripartire le giovanili con i tornei sarebbe un primo passo importante. La Federazione ci ha lasciato settembre libero proprio con quest’auspicio, perciò siamo già al lavoro. Poi sono certo che il 2021 sarà un anno all’insegna della prudenza per tutti, non solo per noi».

Punterete ad una salvezza tranquilla o a qualcosa di più?

«L’obiettivo minimo sarà mantenere la categoria lanciando qualche giovane dal vivaio, come abbiamo sempre cercato di fare. Ovviamente se arrivasse qualcosa di più sarà tutto guadagnato. Ma la nostra idea è preparare un progetto biennale più che un piano votato solo alla salvezza».

Lo staff e l’ossatura della squadra rimarrà la stessa? State pensando a qualche cambiamento?

«La mia idea sarebbe di confermare il detto “squadra che vince non si cambia” ma non decido solo io. La prossima settimana ci saranno diverse riunioni in società e decideremo se e quali cambiamenti dovremo approntare. Vediamo se sarà possibile ufficializzare già qualcosa fra qualche giorno…».

Ma comunque vi siederete con l’idea di confermare Bendinelli e molti dei suoi ragazzi…

«Fosse per me l’idea sarebbe questa, ma dobbiamo vedere se siamo tutti d’accordo. Io stimo ancora Bendinelli e ad ora gli riaffiderei la panchina del Pescia, ma bisogna vedere se lui è dello stesso avviso. Presumo che non ci saranno comunque scossoni nella nostra struttura. Però, come è giusto che sia dopo questo lockdown, c’è bisogno di tempo per vedere se tutto tornerà come prima o se dovremo fare qualche modifica».

Un’ultima domanda: è preoccupato per la situazione odierna? Teme per la sopravvivenza futura del Pescia e di tutte le altre compagini?

«Sulla nostra situazione sono tranquillo. Ultimamente avevamo fatto delle ottime scelte organizzative e avevamo anche aumentato i nostri tesserati. Con un pizzico di prudenza posso dire di essere sereno. Sulla situazione generale ho molti più timori. Non possa giorno senza che venga a sapere di voci su eventuali rinunce o fusioni e questo mi preoccupa. Alla fine anche al nostro livello il divertimento è dato dai confronti con le altre squadre, se queste diminuiscono ne risente anche la nostra passione».

Magari restringere i gironi delle varie categorie potrebbe essere una soluzione…

«Mah, io non credo che sia giusto. Alla fine i rimborsi non calerebbero più di tanto, visto che non hanno tanta importanza il numero delle partite. Anzi, sarebbe meglio disputare più confronti possibile per avere più entrate dal botteghino per esempio. Sicuramente dovremo abbattere i costi per ricominciare meglio, ma farlo giocando meno servirebbe a poco».

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Classe '93, laureato in scienze politiche, studi in comunicazione. Appassionato di sport fin dalla tenera età. Tra le discipline più seguite i motori, il ciclismo e ovviamente il calcio.

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