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Calcio / Seconda Categoria

Via Nova, Stefanelli: «Il Pescia non meriterebbe l’annullamento»

Il vicepresidente dei Giovani Via Nova, Gianluca Stefanelli, ha parlato con noi del campionato fermo: «Le giovanili torneranno a settembre»

Se la normalità non avesse subito il trauma Covid-19, i Giovani Via Nova avrebbero preparato aprile come il mese della svolta. La squadra nel girone B di Seconda Categoria era nel pieno della lotta playoff, dove diverse compagini si sarebbero date battaglia sino all’ultimo. Infatti, tra la seconda e la sesta ballavano solo 2 punti, col Borgo settimo che ancora non era tagliato per niente fuori. I tanti scontri diretti (il Via Nova ne avrebbe avuti tre) avrebbero certamente aumentato la curiosità di questa corsa, più che mai interessante per la fuga del Pescia in testa.

Poi l’emergenza Coronavirus ha fermato tutto, togliendoci almeno per il momento uno showdown che sarebbe stato memorabile. Per capire come la società stia passando questo periodo abbiamo contattato il vicepresidente Gianluca Stefanelli, il quale ha gentilmente risposto a tutte le nostre domande. L’augurio di poter presto tornare a parlare di normalità e di calcio giocato è stato ovviamente il cardine di tutta l’intervista.

Buongiorno Stefanelli. Inizio chiedendole come si è organizzata la prima squadra per questo periodo. Avete avuto qualche difficoltà?

«Per ora non abbiamo incontrato grossi intoppi. I ragazzi si stanno allenando a casa e si sentono con Mister Ceccarelli su un gruppo WhatsApp. Ogni tanto se hanno bisogno di qualche ulteriore consiglio lo chiamano telefonicamente. Ovviamente con le restrizioni procedono col lavoro individuale casalingo. La loro condizione non sarà al top, ma in un modo o nell’altro devono tenersi attivi».

Pensa dunque che presto ci sarà la ripartenza?

«Spero e credo di sì, ma solo per le prime squadre. Il calcio giovanile penso che per quest’anno abbia finito. D’altronde non avrebbe neanche senso visto che non ci sono interessi se non lo svago dei ragazzi».

Quindi fa eco a Lucherini del Pescia che sostiene che i ragazzi risentiranno maggiormente di questa situazione…

«Senza dubbio, anche perché a loro si è fermato tutto. Molti adulti bene o male hanno ancora il lavoro, a loro invece hanno chiuso sia le scuole che i passatempi sportivi. Cercheremo di tranquillizzarli e di svagarli, ma prima di settembre il loro ritorno in campo sarà pressoché impossibile».

Come pensa si potrebbe riorganizzare il campionato se ripartisse? L’idea di giocare ogni tre giorni potrebbe essere un’ipotesi percorribile?

«Beh, visto che le giornate si allungheranno potremmo anche giocare ad orari meno estremi se dovesse arrivare il caldo. Per esempio si potrebbe iniziare alle 19 e finire alle 21 in quei campi senza illuminazione come il nostro. Inoltre, se si decidesse di giocare anche il mercoledì, proporrei di riguardare il calendario e far giocare in casa chi può disputare le partite in notturna. Alla fine restano solo 6 giornate, non dobbiamo riorganizzare un intero campionato. Una soluzione possiamo trovarla».

E se alla fine si giungesse ad un annullamento, come ha auspicato il DS del Larciano Palumbo in Promozione, sarebbe d’accordo?

«Prima di acconsentire un simile scenario bisognerà valutare tutte le situazioni. Nel nostro girone come potremmo dire al Pescia che la stagione verrà annullata? Sono stati in testa tutto il campionato, con una vittoria sarebbero stati promossi e ora rischiano che vada tutto in fumo? Se non ripartissimo per me sarebbe ingiusto vedere squadre che hanno dominato come il Pescia non ottenere i premi meritati. D’altronde ci mancherebbero solo poche partite da fare, mica un intero campionato… Noi che eravamo nella zona playoff potremmo farcene anche una ragione, ma se ci fossero posizioni definite oggettivamente procederei con promozioni e retrocessioni».

Quindi condannerebbe il Pistoia Calcio che è sempre stato staccato in fondo…

«Dipende dalla situazione generale in Terza Categoria. Se lì ci fosse una squadra che ha dominato come il Pescia nel nostro girone procederei. Mi parrebbe ingiusto salvare squadre che sono sempre state in fondo e allo stesso tempo non premiare chi ha fatto un grande percorso. Però per me questo è uno scenario da ipotizzare solo se davvero non potessimo tornare in campo. Sarebbe meglio ricominciare anche solo per fare dei mini-playoff o mini-playout per risolvere situazioni più equilibrate del nostro girone».

Visto che abbiamo nominato spesso i playoff, secondo lei senza questa piaga li avreste raggiunti?

«Ci stavamo credendo, quello sì. Poi la lotta era molto incerta e tutto poteva accadere: noi ad esempio avevamo un calendario difficile, quindi dovevamo stare in guardia. Inoltre, nella contesa poteva rientrare pure il Borgo a Buggiano che sulla carta aveva impegni più agevoli. Sarebbe stata una lotta molto interessante e di certo noi saremmo stati quantomeno tra i protagonisti».

Quindi la stagione ad ora può considerarsi positiva?

«Considerando il fatto che eravamo una neopromossa sì. L’obiettivo iniziale era fare una stagione tranquilla e l’abbiamo raggiunto subito visto che siamo sempre stati ai vertici. Certo, da quando abbiamo cominciato a pensare più in grande abbiamo perso punti, ma non solo per demeriti nostri. Infatti per il maltempo abbiamo dovuto posticipare diverse partite e oltretutto quella contro la Pietà avremmo dovuto rimandarla di nuovo. C’era un tremendo diluvio e il campo era una palude, ma alla fine dovemmo giocare e accontentarci del pareggio. Tutto sommato quindi devo dire che i ragazzi sono stati molto bravi. Peccato solo per i cambi in panchina».

Li rimpiange o erano la scelta giusta da attuare?

«Il primo è stato forzato per le dimissioni di Biagi, che non se la sentiva di proseguire in quella maniera. Il presidente aveva dato la colpa dei primi risultati storti a qualche sua superficialità e lui non ha gradito. Ho provato a ricucire lo strappo ma ormai il cambio era dovuto. A quel punto, presi un po’ dalla frenesia, decidemmo di provare con Breccia che era libero da qualche mese. Ma devo ammettere che il presidente non era convintissimo perché voleva più polso ed esperienza nello spogliatoio».

Perciò se potesse tornare indietro ingaggerebbe Ceccarelli subito…

«Sicuramente e tra l’altro era fra le figure che avevamo vagliato, però la fretta ci fece virare su Breccia. Mi è dispiaciuto per lui che è una bravissima persona, ma abbiamo sbagliato la scelta. Ovviamente non sto dicendo che lui non aveva le giuste capacità e che il nostro è un gruppo problematico, anzi. Dico solo che il presidente ritiene che con un gruppo giovane per stare sui livelli da playoff ci voglia un allenatore navigato e di polso. Perciò adesso posso affermare che è molto contento. Ceccarelli lo conosciamo da vent’anni, fin da quando allenava la Montagna Pistoiese a La Palagina quando a Gavinana nevicava. Siamo contenti della scelta, peccato solo che per un po’ il campo non possa darci ragione».

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Classe '93, laureato in scienze politiche, studi in comunicazione. Appassionato di sport fin dalla tenera età. Tra le discipline più seguite i motori, il ciclismo e ovviamente il calcio.

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