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Scompiglio ed il ruolo da “big” a Siena: il 2026 sarà l’ultimo appello?

Scompiglio non vince dal 2017 ed alcune ultime recite hanno destato perplessità. Tuttavia al Palio c’è sempre tempo per il riscatto
A Siena “L’Estate sta Finendo“ dei Righeira può essere suonata già il 17 agosto, il giorno in cui, scherzi del meteo a parte (particolarmente frequenti negli ultimi anni), si chiude la stagione paliesca. Una stagione che per Jonatan Bartoletti in arte Scompiglio ha riservato due delusioni ma dai contorni diversi. Cocente, ma un pizzico dolceamara, a luglio quando nel Bruco, insieme a Viso d’Angelo, ha fatto una bella rimonta fermandosi però al secondo posto.
LA DOPPIA PURGA SFIORATA
Un piazzamento che in qualsiasi altra disciplina sarebbe un onore, ma che nella città delle diciassette Contrade è una purga. Al termine delle tre canoniche tornate infatti conta solo chi passa per primo il Verrocchino. Gli altri, il secondo in primis, si fanno il sangue marcio con rimpianti e rabbia. Tuttavia, solo una cosa è peggiore del secondo posto: la vittoria della rivale. Ed è proprio ciò che Scompiglio, fra l’altro non aiutato dalla forma di Benitos, ha rischiato di dover soffrire lo scorso 16 agosto col giubbino della Civetta, quando il Leocorno è andato ad una lunghezza dal successo.
Onta che per Jonatan sarebbe stata ancor più tragica per la monta di Tittia, l’unico fantino che ha trionfato più di lui fra quelli in attività, e per il fatto che la nemica gli partiva a fianco nei posti più alti, quelli per logica più sfavorevoli. Per fortuna l’esperienza e l’estro di Gingillo, al quarto sigillo personale, ha portato al trionfo il Valdimontone (che non vinceva dall’Assunta 2012, proprio con Bartoletti su Lo Specialista) ed ha scongiurato un finale che qualsiasi contradaiolo civettino difficilmente avrebbe digerito in fretta.
ESPERIENZA SEMPRE UN PLUS
Quest’ultima annata, aggiunta al 2024 passato interamente proprio nella contrada fresca vincitrice senza grandi squilli (ed anzi con due brutte cadute sia nella Carriera che nelle prove), non possono che aprire un quesito: lo status da big di Scompiglio a Siena è a rischio? L’anagrafe può già essere un problema? Sull’ultimo interrogativo i dubbi possono essere fugati con facilità. Bartoletti, classe 1981, non sarà assolutamente considerato “troppo vecchio”, sia per l’età simile degli altri grandi nomi che per la storia ultrasecolare del Palio.
Gingillo ha infatti solo un anno in più, mentre il plurivincitore Tittia ha appena compiuto quaranta primavere. Addirittura Dino Pes in arte Velluto è del 1980, anche se l’esilio causato dal maledetto incidente nell’Assunta 2004 (dove purtroppo perì Amoroso, il barbero con cui era in Piazza col Bruco) ha come congelato la sua carriera, poi ripartita alla grande grazie alla vittoria con la Lupa dello scorso agosto.
IL RICAMBIO PER ADESSO SCARSEGGIA
Inoltre i grandi fantini del recente passato, vedi Trecciolino, Cianchino e soprattutto Aceto, hanno proseguito la propria storia a Siena anche oltre queste soglie, passando addirittura il mezzo secolo d’età e restando competitivi. Non a caso l’ultimo trionfo di Aceto (tuttora l’ultima gioia per l’Aquila dove fra l’altro non si risparmiò in un confronto a suon di nerbate con la rivale Pantera) giunse nel luglio 1992, a quarantanove anni.
Da aggiungere poi che fra le nuove leve ad ora non si vedono grandi prodigi. Dopo i quattro quarantenni infatti solo il classe ’89 Brigante ha vinto con una buona continuità (tre volte, ma in una di queste, l’agosto 2023 con l’Oca, Zio Frac trionfò scosso). Gli altri, quasi tutti arrivati dalle scuderie di Tittia (la cui sfera d’influenza di anno in anno è sempre più al centro di malelingue più o meno veritiere) non hanno successi nel proprio palmares. Fa eccezione il solo Tempesta, a sua volta nato nell’anno della caduta del Muro di Berlino, vittorioso nello Straordinario 2018 ma più per meriti dello scosso Remorex (specialista dei successi in solitaria) che suoi.
I NUOVI EQUILIBRI DOPO LA TRAGEDIA DI BRIO
Molto più complessa la risposta alla prima domanda. Jonatan, dopo il favoloso 2016, in cui colse il Cappotto con la Lupa, ed il successo nel Provenzano 2017 con la Giraffa, arrivò a contare cinque vittorie ed era divenuto uno dei “Tre Moschettieri” assieme a Tittia ed a Andrea Mari detto Brio. Ad ogni Palio, dopo l’assegnazione dei cavalli, i tre ricevevano, a meno di sorprese, le chiamate dalle contrade che avevano ricevuto in sorte i soggetti più competitivi, rispettando ovviamente i rapporti con le contrade “mamme”.
Tittia infatti, che ha iniziato la sua storia a Siena grazie al Nicchio, non è mai andato nel Montone (e difficilmente mai lo farà. Almeno finché non riuscirà a scuffiare in questo secolo la Contrada dei Pispini, l’unica impresa che gli manca oltre l’inseguimento al record di Aceto). Jonatan a sua volta, vittorioso all’esordio col Leocorno nell’Assunta 2007, ha aspettato quasi vent’anni prima d’andare per la prima volta nella Civetta, scelta che mai avrebbe fatto prima dell’avvicinamento di Tittia al Leco (con cui ha vinto nell’agosto 2022). Un nuovo equilibrio nato anche per quel maledetto 17 maggio 2021, il giorno in cui un tragico incidente stradale si è portato via Brio.
Scomparso il moschettiere più esperto (era nato nel 1977), alla ripresa post pandemia Tittia e Scompiglio hanno formato una sorta di duopolio. Gingillo n’è divenuto il terzo incomodo e Brigante la variabile impazzita grazie all’affermazione con Porto Alabe nell’Onda nel Provenzano 2017. La vittoria di quest’ultimo nel luglio 2024 di nuovo nell’Onda (senz’altro più pesante della già citata zampata di Zio Frac), il successo fresco di Gingillo e la redenzione di Velluto possono dunque aver minato qualche certezza in questo schieramento.
I NUOVI RAPPORTI AIUTERANNO SCOMPIGLIO
Certezze che possono essere totalmente rinvigorite, e pure aumentate, con un successo spezza digiuno. Tuttavia, in un parco di capitani sempre pronto a riaggiornarsi, anche solo una prestazione solida può aiutare e non poco. Le cadute del 2024, le mosse incerte del 2025 e pure qualche episodio sfortunato (in primis la caduta del fresco trionfatore Anda e Bola nell’agosto 2023 che privò, a sole due curve dal traguardo, Scompiglio e la Pantera di una vittoria sicura) in una città dalla memoria corta verso i fantini (se non dopo il loro ritiro) possono essere cancellate solo da una recita da protagonista nel 2026.
Un fantino vincente all’esordio, impresa riuscita solo a Il Bufera (con la cavalla Vipera che però vinse scossa nel Provenzano 1989) e Sgaibarre (Provenzano 2003) negli ultimi quarant’anni, non ha certo bisogno di suggerimenti o incitamenti. Scompiglio sa come reinventarsi e battere nuove strade mai provate prima, come accaduto quest’anno con Bruco e Civetta, non a caso è già un segnale molto forte.
L’inverno paliesco appena cominciato sarà forse il più lungo per il pistoiese. Tuttavia dal primo giorno di primavera, l’ultima domenica di maggio in cui vengono da sempre estratte le Contrade per il Palio di Provenzano, può nascere un nuovo capitolo nella storia d’amore fra Scompiglio e Siena. La speranza è che sia di nuovo ricca di gioia e gloria e non l’anticamera della Nostalgia Canaglia verso i tempi andati.
