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Basket / Serie B Nazionale

La T Gema, il dopo-eliminazione: tanta delusione ma il bilancio resta positivo

La stagione è finita anzitempo per La T Tecnica Gema. Tante possono essere le motivazioni dello stop, infortuni in primis; ma non si cancellano le emozioni di un anno storico

Il romanzo de La T Tecnica Gema Montecatini non ha avuto un lieto fine, però per quello che avevano raccontato i capitoli precedenti ci si augurava e ci si aspettava qualcosa di molto meglio. Non che dovesse arrivare necessariamente la promozione, anche se non va dimenticato che fu proprio questo l’obiettivo sventolato e mai nascosto per tutta l’annata sportiva. Invece è maturata per la seconda volta in due anni un’eliminazione al primo turno playoff, con tanto di fattore campo bruciato.

EMOZIONI INDELEBILI

Non ci si può quindi che interrogarsi chiedendo: cosa resta di questo 2024/25? Lo shock è stato tremendo ed è difficile adesso pensare positivo, a maggior ragione quando inizieranno le semifinali. Farà male vedere prendervi parte formazioni che, in base a ciò che si era visto in regular season, parevano meno accreditate del team di coach Marco Del Re. Detto questo, la maledetta gara-5 contro Mestre (che attende nei prossimi giorni la Luiss Roma per cercare di volare alla finalissima per l’A2) non può certo cancellare tutte le gioie e le meraviglie termali, anche se un po’ le affievolisce. Tanti, troppi i bei ricordi per poter dire che il bilancio sia negativo, tutt’altro. Non può si cancellare il fantastico feeling col proprio popolo che questa rosa ha instaurato già al primo allenamento, non si possono cancellare i tanti canestri spettacolari o all’ultimo secondo che hanno fatto impazzire il pubblico, non si possono cancellare le tante foto celebrative con cui questa squadra si è presa un posticino nel libro nella storia del basket montecatinese.

Spicca certamente su tutte le immagini quella con cui si è conclusa la due giorni di Bologna a metà marzo, ovvero quella Coppa Italia alzata al cielo da capitan Savoldelli che resterà prova indelebile della bravura e della compattezza di questo gruppo: e dire che si pensava, quando fu strappato il pass per le Final Four con il secondo posto a fine girone d’andata, che già quello fosse un risultato memorabile, invece si è andati decisamente aldilà dei sogni. Oltre alla festa del PalaDozza ed a quella al rientro in città sotto il palazzo del Comune, c’è stato anche un altro momento speciale da consegnare all’immaginario collettivo. Stiamo parlando della doppietta andata-ritorno nelle stracittadine contro la Fabo Herons, anche questa una prima volta assoluta per il club. Una soddisfazione ripetuta che pareva sancire il definitivo sorpasso di Toscano e compagni nella gerarchia cittadina, un sorpasso che era nell’aria da tempo; eppure i rivali il primo turno playoff lo hanno passato e La T Tecnica no.

Il ruolino di marcia ha recitato ben 15 successi sul provvisorio campo di casa, quel PalaCarrara di Pistoia che, nonostante porti i colori del nemico storico, ha portato fortuna ed ha accolto il calore del tifo termale. Per contro qualche affanno in più nel rendimento in trasferta c’è stato, anche se tra alcune di queste sono state vere e proprie imprese. Su tutte spicca uno dei trionfi più recenti, quello a Livorno contro un Modigliani Forum strapieno di supporters Pielle che si sono dovuti inchinare allo strapotere La T Gema. In fondo i ragazzi rosso-blu si sono fatti amare dal primo istante dai propri tifosi, per le loro gesta in campo e anche fuori. Tra i ‘senatori’ reduci dalle scorse stagioni ed i tanti ed importanti nuovi volti l’amalgama si è creata subito, modo migliore per gestire la pressione di chi fin dal precampionato aveva indicato il club del duo Lulli – Moricci tra le big della Serie B Nazionale.

COSA NON HA FUNZIONATO?

E’ proprio per il fatto di aver avuto un cammino esaltante e di aver confermato lo status di big della categoria che fa male questo esito finale. La T Gema aveva dimostrato con quella Coppa Italia vinta di essere, al suo massimo, difficilmente superabile da chiunque; arrivare a non poter nemmeno competere nemmeno per raggiungere il sogno è una macchia gigante su questa stagione. Non è il caso di utilizzarlo come scusante o capro espiatorio ma il fattore stanchezza/infortuni ha inciso forse più di tutte le altre motivazioni plausibili. Basta vedere le condizioni fisiche di vari giocatori in gara-5 (esempio: Toscano con la schiena in fiamme) per capire che la spia della benzina era entrata in riserva. Certo però che tutta la stagione è stata improntata in vista della fase decisiva in chiave promozione, se poi ci si arriva a pezzi invece che al meglio può essere sfortuna ma fino ad un certo punto perché tutte le competitor della B Nazionale hanno avuto 38 partite ed un calendario morbosamente fitto. Per la verità La T Tecnica ne ha giocate 2 in più, quelle di Coppa. Già in quei giorni, nascosta dalla gioia per il titolo in bacheca, c’era preoccupazione per un dispendio di energie aggiuntivo e non di poco conto. Infatti le Final Four si sono concluse col brutto infortunio di Acunzo, al quale vanno sommati il recente e decisivo incidente al ginocchio di Bedin, i continui ed infiniti acciacchi quotidiani ed i quattro stop della stella Chiarini. Anche i continui spostamenti tra le sedi di allenamento in Valdinievole ed il campo di gara pistoiese hanno sicuramente cotto a fuoco lento i giocatori.

Eppure, dati alla mano, bastava fare poco di più per essere ancora in corsa. Di certo arrivare terzi nel girone B e beccare al primo turno una sesta classificata palesemente più forte di quasi tutte le squadre che la precedono nel girone A, beh… anche questa è sfortuna. Si poteva evitare? Per come si erano messe le cose ad un certo punto della stagione, sì. La T Gema, a due terzi di stagione, era in controllo assoluto della piazza d’onore con un discreto margine sulle inseguitrici. Un margine che è stato dilapidato proprio nel periodo della Coppa Italia, con una serie di sconfitte anche piuttosto larghe come punteggio (es: quelle contro Chiusi o con Caserta). Le responsabilità dei singoli riguardo a questo calo di rendimento sono limitate ma fino ad un certo punto. Per esempio, hanno fatto rumore gli 0 punti di Chiarini in gara-5: non sarebbe giusto criticare troppo l’argentino, viste le tante sfide che ha deciso quasi da solo, però alla fine lui è arrivato a Montecatini per questo e, visto quello che aveva fatto in gara-3 e gara-4, la sua prova di mercoledì è motivo di rimpianto. Difficile trovare qualche responsabilità ai vari Toscano, D’Alessandro, Passoni e Acunzo vista la loro eccezionale costanza di rendimento, cosa che a qualche pedina importante del roster come Burini o Bedin è mancata per frequenti eccesso di foga o di nervosismo. Tema Stanic: il colpo di mercato invernale si era integrato velocemente, andando ad incidere in partite importanti come appunto la finale di Coppa, poi però è andato in calando e non ha fatto la differenza quando serviva.

E per quanto riguarda l’allenatore? Coach Marco Del Re ha spesso confuso i colleghi avversari col suo gioco difensivo sporco ed efficace. Se va trovata una critica al suo lavoro, probabilmente è mancata la personalità di prendere scelte tattiche molto forti in situazioni che lo richiedevano (questo discorso non vale solo per la serie contro Mestre ma si è ripetuto nel tempo). Inoltre la gestione del gruppo è stata encomiabile, tranne nell’aspetto del metabolizzare certi errori e certe delusioni. Lo spogliatoio aveva la giusta forza mentale e lo ha ribadito a più riprese, dall’altra parte però, non appena arrivava una brutta prestazione (pure in caso di vittoria), La T Gema si è fatta prendere dalla sfiducia e così la serenità è spesso venuta meno (soprattutto nell’incriminato girone di ritorno). La sensazione è che il potenziale di questo roster sia venuto fuori al suo massimo troppe poche volte, non che realizzare ciò fosse facile ma evidentemente non è bastato per evitare la cocente eliminazione al primo turno. Sarà anche stata il miglior campionato, per piazzamento e numero di vittorie, dalla Pallacanestro Montecatini ma con il roster stellare costruito da società e dirigenza (fatto riconosciuto da tutti gli avversari e non solo) resterà pure come un’occasione persa. Questo treno potrebbe ripassare il prossimo anno, così come potrebbe non ripassare per molto molto tempo.

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