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Amarcord

Luciano Giovannetti, quarant’anni fa l’oro alle Olimpiadi di Mosca

Luciano Giovannetti premiato ai Pistoia Sport Awards del decennio

Quarant’anni dall’oro olimpico di Mosca ’80 conquistato da Luciano Giovannetti: Pistoia Sport lo celebra con un premio alla carriera

Un applauso lunghissimo e sentito ha accompagnato la consegna del Premio alla Carriera a Luciano Giovannetti, giustamente omaggiato con calore dalla folta platea dei Pistoia Sport Awards del decennio. A 40 anni dall’oro di Mosca 1980, il primo della sua incredibile carriera da icona dei tiratori italiani, Luciano Giovannetti si è preso l’abbraccio (virtuale naturalmente, in era di lotta alla pandemia) della sua città di cui rimane uno degli ambasciatori più illustri.

Per le sue vittorie (tra cui spiccano i due ori consecutivi di Mosca ’80 e Los Angeles ’84), il lungo elenco di medaglie e trofei, le sei partecipazioni olimpiche totali (tra quelle da atleta e quelle da tecnico), ma anche la contagiosa simpatia e semplicità che lo ha sempre contraddistinto fin da quando partì senza troppi favori del pronostico per la “campagna di Russia” a cinque cerchi.

Aveva già vinto molte gare come ci ha ricordato lui stesso dal giardino dell’OrtoFair, ma i giornali dell’epoca non mettevano questo “toscanaccio” di 34 anni tra i favoriti della fossa olimpica. Di lui si diceva che lavorava nell’armeria del babbo Silvano, che abitava a Bottegone nella periferia della piccola Pistoia, che si era avvicinato alla fossa dopo la caccia e che nel tempo libero gli piaceva giocare a briscola e scopone.

Insomma non c’erano poi troppe aspettative ma in quei giorni di luglio i pronostici lasciarono spazio ai fatti e il 22 luglio – proprio 40 anni fa esatti – a Mytischtschi, il tifo azzurro era notevolmente aumentato rispetto alle prime gare.

Per la giornata decisiva erano arrivati dalla capitale, a 20 km dal campo di tiro della Dynamo Mosca, anche i massimi vertici della spedizione olimpica italiana richiamati da quel toscanaccio con la mira buona. Quello che successe dopo la gara, lo sanno tutti: l’oro con punteggio record di 198/200 colpi, davanti all’idolo di casa Bulatov e al tedesco dell’est Damme, il cappellino in aria tirato e centrato ancora dal fucile di Giovannetti stavolta per far festa.

«I colpi li tirò un mio compagno di squadra – ha precisato con la solita simpatia il tiratore classe ’45 mentre ha ritirato il premio alla carriera consegnato dalla redazione di PistoiaSport – ma ce l’ho ancora a casa, come cimelio». Un cimelio prezioso, come le medaglie e gli allori, come preziosi sono la pettorina, il tesserino per entrare al villaggio olimpico. «Quale Olimpiade ricordo con più piacere? – dice – Tutte, perché sono esperienze bellissime. Stare al villaggio olimpico con gente che ha religioni e tradizioni diverse è bellissimo. È un’atmosfera unica».

Come quella che c’era a Pistoia per le sue vittorie, con la popolosa frazione di Bottegone nelle strade come alla festa del patrono. Campane a festa dalla chiesa di Sant’Angelo, caroselli e traffico in tilt al suo ritorno da dominatore assoluto delle Olimpiadi della guerra fredda. L’unico che ha davvero demolito la cortina di ferro, dominando sia nei Giochi dell’Urss che in quelli a stelle a strisce quattro anni dopo, oggetto del reciproco boiocottaggio delle nazionali delle due potenze.

A sinistra, il pannello dedicato a Giovannetti all’interno della mostra “Pistoia tra sport e storia” organizzata nel 2017 dall’Associazione culturale Pistoia Sport

Un campione assoluto che, nelle pause delle gare, amava giocare davvero a carte con i colleghi azzurri come con gli amici del circolo di Bottegone. Lo testimoniano le foto di quell’estate d’oro di 40 anni, con Giovannetti “capobanda” della spedizione italiana, e qualche giorno dopo elegantissimo al cospetto del presidente Pertini e di Papa Giovanni Paolo II. Una figura che ha dato molto allo sport italiano e ad una disciplina povera ma vincente e popolare come il tiro e che forse non ha riavuto indietro tutto quello che meritava dalle alte sfere. Ma dell’amore della sua Pistoia il nostro nostro Big Luciano, invece, non dovrà mai fare a meno.

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Innamorata delle parole, che sono centrali nella sua “dolcemente complicata” vita professionale. In primis per raccontare il basket e lo sport, dalle colonne de Il Tirreno (con cui collabora dal 2003) alle pagine web di Pistoia Sport (che ha contribuito a fondare). E poi come insegnante di italiano agli stranieri.

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