Basket / Serie A
Marco Sambugaro saluta dopo sei anni: il DS d’oro pilastro del Pistoia Basket

Competenza, passione e rispetto. Pistoia perde un punto di riferimento ed un collante unico, fulcro di successi storici e indimenticabili
Sei lunghi ed indimenticabili anni. Successi, delusioni, passi indietro e salti in avanti. Uno straordinario pezzo di storia del Pistoia Basket porta inciso a caratteri cubitali un nome e cognome più di tanti altri: Marco Sambugaro. Direttore sportivo dalle fini conoscenze tecniche e collante fondamentale in alcuni dei momenti più stupendi e dolorosi vissuti dal club biancorosso.
Il DS Sambugaro è stato tutto questo e molto di più. Punto di riferimento, porto sicuro per giocatori, dirigenti e addetti ai lavori tutti. La società di via Fermi saluta la chiave di volta di un progetto vincente, terminato come mai nessuno si sarebbe aspettato, nel cui Sambu è stato figura chiave e pilastro fino all’ultimo emozionante abbraccio con i tifosi al PalaBigi di Reggio Emilia, caso vuole, proprio la sua prossima casa.
ANNI INDIMENTICABILI
Così come casa speciale è stato il PalaCarrara e una seconda famiglia tutte le persone con le quali ha vissuto e scritto indelebili pagine degli annali biancorossi. Arrivato nel giugno 2019 a Pistoia, nella sua nuova esperienza si è dovuto subito “scontrare” con una delle annate più complicate della storia recente dell’umanità. Lo stop obbligato ai campionati e il duro colpo dell’autoretrocessione da digerire senza però mai perdersi d’animo. Per la società la sua posizione non è mai stata in discussione con carta bianca per la ricostruzione della squadra volta ad un futuro ritorno in massima serie.
Una fiducia ripagata come meglio non si sarebbe potuto. La svolta arrivò nell’estate del 2021, quando il DS decise di puntare su un giovane quanto affamato allenatore. Quel Nicola Brienza allora tecnico emergente ed oggi senza dubbio uno dei più amati e vincenti della storia del club biancorosso. Una scelta lungimirante di Sambugaro, che con il coach canturino ha dato vita ad un binomio vincente tanto dentro quanto fuori dal parquet, creando un’amicizia destinata a durare negli anni. Pronti, via e a settembre 2021 i due avevano già alzato al cielo il primo trofeo. Una Supercoppa nella quale brillò di luce propria Jazz Johnson, uno dei tanti eccezionali talenti portati all’ombra della cupola dal DS Sambugaro.
Talenti spesso portati a Pistoia con “pochi spicci“, sempre rispettando le strette esigenze dei budget del club. Sambugaro è diventato un maestro nel “fare le nozze con i fichi secchi”, costruendo squadre di assoluto livello puntando sulle proprie idee e la ricerca di un’identità tecnico-tattica precisa, unita ai valori umani. Con questa formula si è creato il gruppo vincente della stagione successiva, con la promozione nell’indimenticabile notte di Torino, e ancor di più la sua mano si è vista nell’anno del ritorno in Serie A.
Charlie Moore, Payton Willis, Derek Ogbeide, Ryan Hawkins e la conferma di Jordon Varnado. Cinque colpi passati inizialmente in sordina e poi esplosi fragorosamente nella pazzesca annata di Estra Pistoia tra Final Eight e sesto posto valso i playoff da neopromossa. Cinque nomi sulla bocca di tutti dopo pochi mesi, tra l’incetta di premi individuali e il volo spiccato verso lidi dal livello ancora più elevato. E non sarà certo la tremenda stagione appena trascorsa a cancellare quanto compiuto in precedenza, con Sambugaro spettatore impotente della distruzione targata Rowan ma nonostante tutto sulla barca nel mare in tempesta per provare a tenere la rotta fino alla fine.
PISTOIA PERDE UNA SICUREZZA
Marco Sambugaro è stato Pistoia, Pistoia è stata Marco Sambugaro. Un legame a doppio filo, un rapporto di simbiosi dove il club è cresciuto grazie al suo DS e il suo DS è si è cementato con e grazie ad una città che lo ha sempre sostenuto. «Ho imparato che Pistoia è una città speciale e i suoi abitanti estremamente orgogliosi della propria squadra. È una fede, impossibile da scalfire e proprio per questo deve essere sempre rispettata», ha detto salutando il club. E se qualcuno nell’ultimo anno ha calpestato senza ritegno la storia della società biancorossa, Sambugaro ha messo sempre il rispetto al primo posto.
Rispetto della storia di Pistoia, dei colori, della tifoseria, di giocatori, staff, dirigenti, stampa e chiunque abbia gravitato nei sei anni in cui ha vissuto quotidianamente i corridoi di via Fermi. Sotto quel teutonico sguardo di ghiaccio si è sempre nascosto – a dire il vero nemmeno troppo velatamente – un cuore d’oro ed un’anima pura. Il tutto restando dietro le quinte, senza mai volersi prendere la palma del protagonista ma lasciando la maggior parte dello spazio agli altri. Pistoia perde una certezza, una sicurezza, una colonna portante senza la quale poter ripartire di fronte ad una nuova stagione al momento sovrastata di ombre. Il passaggio a Reggio Emilia, squadra habitué dei playoff e delle competizioni europee, è un salto di qualità indubbiamente meritato, a riconoscimento dello strepitoso lavoro compiuto in via Fermi. Nell’augurargli un enorme in bocca al lupo, non possiamo non ammettere come a Pistoia, Marco Sambugaro, mancherà non poco.
