Basket / Serie A2
ONMS, il presidente Improta: «Conoscevamo i rischi di Rieti-Pistoia»
«Il pullman era scortato da due volanti al momento dell’assalto. Al palazzetto un ispettore ferito dai tifosi toscani», così Improta
I fatti di Rieti, culminati con l’omicidio di Raffaele Marianella, continuano ad avere una posizione preminente nell’informazione nazionale. E mentre le forze dell’ordine hanno posto in stato d’arresto i tre sospettati autori dell’aggressione al pullman dei tifosi pistoiesi, il dibattito intorno al tema della violenza nello sport prosegue. A parlare è stato anche il presidente dell’Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive Maurizio Improta, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, in cui si è fatto il punto sulla gara Rieti-Pistoia e sui terribili fatti avvenuti subito dopo.
«La partita era stata classificata con un rischio medio – così Improta – con biglietto nominativo per il settore ospiti e insieme una serie di dispositivi per evitare che le intemperanze fra opposte tifoserie potessero sfociare in qualcosa di più grave nel palazzetto. Sapevamo bene che la tifoseria estrema di Pistoia è opposta a quella di Scafati, con la quale si è già scontrata, e quest’ultima è invece vicina al Rieti. In effetti nella struttura l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato il peggio, nonostante un ispettore della polizia scientifica della Questura di Rieti ferito dagli ultrà toscani. Episodi prodromici di quello che è successo fuori. Ma vorrei sottolineare che il pullman dei pistoiesi era scortato da due volanti anche al momento della sassaiola partita non dalla strada perché i teppisti erano nascosti nella vegetazione fitta, dove peraltro sono rimasti senza mai uscire allo scoperto, e sono fuggiti nelle campagne dove proprio gli agenti delle volanti hanno inseguito e fermato i tre reatini ora sotto accusa per l’omicidio che volevano raggiungere le loro auto parcheggiate lì vicino. Quindi la situazione non era stata affatto sottovalutata».
L’intervista è anche arricchita da ulteriori considerazioni circa le attuali misure per il contrasto alla violenza nelle manifestazioni sportive e sulle critiche che sono state ad esse riservate negli ultimi mesi. Il presidente Improta, nel difendere questi provvedimenti che, dal calcio, sono stati estesi anche al basket, ha voluto dare anche un primo bilancio.
«Innanzitutto dobbiamo dire che il protocollo firmato con la Federbasket e voluto anche dal presidente Gianni Petrucci sta dando i suoi risultati, anche se contro il documento si sono schierate tutte le tifoserie ultrà d’Italia che protestano in modo plateale in tutti i palazzetti. Mi riferisco all’emissione solo di biglietti nominativi come avviene per le partite di calcio in modo che si possano fare controlli sui requisiti soggettivi dei tifosi e impedire così l’accesso sugli spalti a chi è stato daspato sia nel calcio sia nel basket e altri sport. Ovviamente gli ultrà protestano perché in questo modo devono lasciare i loro dati personali anche per andare a vedere una partita di pallacanestro. Questa però è ormai una strada intrapresa in tutti i campionati di categoria. Speriamo adesso che entro gennaio possa esserci finalmente un allineamento informatico fra il Ced di Napoli, il Centro elaborazione dati del Viminale, con le piattaforme di ticketing in modo che questo lavoro di controllo possa essere fatto in modo preventivo on line, per impedire subito ai soggetti violenti di acquistare i biglietti che non si comprano più al botteghino o in rivendite improvvisate. Inoltre il divieto di vendita di biglietti a tifoserie a rischio sta ottenendo ottimi risultati. Anche se come Osservatorio possiamo indicare un divieto di trasferta e non un impedimento di movimento sul territorio nazionale. Comunque già da gennaio i provvedimenti in questo senso sono stati già 330, quasi tutti per tifoserie di calcio, ma anche di pallacanestro, che ha comportato un risparmio di oltre 2mila unità delle forze dell’ordine, un calo del 200% degli incidenti in itinere e abbiamo anche ottenuto di dimezzare il numero degli agenti e dei militari feriti in ordine pubblico. Quindi l’adozione del divieto di vendita dei biglietti è direttamente proporzionale alla riduzione delle criticità».






